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Detersivi biologici Verdevero: il Blog

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L’uso del sapone naturale in pezzi è antico nel tempo.

Le nostre nonne erano abituate a lavare a mano nei lavatoio di pietra con olio di gomito e una saponetta in mano.

Per abitudine viene spesso chiamato sapone di Marsiglia, quest’ultimo costituito solo da ingredienti naturali ossia soda e olio d’oliva, ma in commercio esistono diversi saponi naturali, non ultimo quello di Aleppo.

Prima di acquistare un sapone vegetale, verificatene la composizione: il ‘sodium tallowate’ indica che il prodotto contiene un ingrediente derivato dalla macellazione animale.

Un buon sapone naturale richiede la presenza di tensioattivi derivati da piante, come il ‘sodium olivate’ (con olio d’oliva), il Cocos Nucifera (olio di cocco) o l’Olea Europea (olio di oliva europeo). Ricordiamo sempre di controllare bene l’INCI prima di acquistare un prodotto cosmetico o per la pulizia: un ottimo strumento rimane il BIODIZIONARIO.

Gli usi del sapone naturale sono i più svariati in casa.

Partiamo da quelli che ci riguardano più da vicino, le PULIZIE ECOLOGICHE.

Sapone naturale per l’igiene della casa

Strofinate una spugna con sapone naturale e inumiditela: potrete in questo modo sgrassare molte superfici, le piastrelle della cucina, il bagno e anche il marmo.

Sapone naturale per il bucato

Il sapone naturale è un ottimo ingrediente per lavare i capi a mano o per pretrattare le macchie ostinate. Strofinate il sapone sulla macchia energicamente dopo aver inumidito il capo. A questo punto sfregate i lembi di tessuto dove si trova la macchia e mettete in lavatrice.

Per un lavaggio ottimale, al DETERSIVO per bucato aggiungete del PERCARBONATO sbiancante e, nel caso dei bianchi, mezzo limone spremuto. Non dimenticate di versare 100 cc di soluzione a base di ACIDO CITRICO nella vaschetta dell’ammorbidente.

Sapone naturale per l’autoproduzione

Se siete soliti autoprodurvi i detersivi, allora sapete che il sapone vegetale è un ingrediente base per tante ricette. È più conveniente acquistare delle saponette da grattugiare, piuttosto che le scaglie già pronte: quei 10 minuti di lavoro in più certamente vi faranno risparmiare un bel po’!
Qui potrete leggere una RICETTA a base di sapone naturale a scaglie per autoprodurre il detersivo per bucato.

Quante volte ti è successo di trovarti a pulire una macchia di grasso, come quella della catena della bici. O una macchia di unto in un grembiule.

O hai trovato del grasso del motore nel pavimento del garage o nel vialetto di casa.

E se hai una stufa in casa sai quanto è dura pulire il vetro sporco di fuliggine.

La prima reazione che ti è venuta in mente la conosco: “prendo una superbombachimicasgrassante e la spruzzo sullo sporco. Bang, tolgo tutto.

E poco importa di quei segni orribili che ci sono sul retro dell’etichetta: teschi, pesci morti, alberi stecchiti ammazzati...

E non conta se per usarlo ti devi fare un aerosol chimico che ti entra nei polmoni e ti lascia senza fiato.

Eppure esiste una soluzione ecologica che scioglie il grasso e lo sporco in pochi istanti e senza farti respirare robaccia chimica.

Si chiama Carbonato Sgrassante Verdevero ed è un detergente ecologico dai mille usi.

 

La sua versatilità, e il suo basso costo, lo rende protagonista di molti usi domestici.

In piu:

  • non contiene tensioattivi,
  • non contiene profumi irritanti;
  • non contiene sostanze aggressive per l’ambiente.

Ecco i principali impieghi del carbonato sgrassante.

Puoi usarlo per:

  • Rimuovere lo sporco più resistente, griglie del forno o fornelli. Da usare pura direttamente sulla superficie da trattare;
  • Pulire bottiglie di olio e vino da riutilizzare. Versa mezzo cucchiaino di Carbonato nella bottiglia, aggiungi un po’ d’acqua e agita dopo aver messo un tappo. Risciacqua con  cura e la bottiglia torna come nuova;
  • Per togliere vecchie macchie di olio e grasso dai pavimenti in cemento o del garage;
  • Pretrattare il bucato:  versa 2 cucchiai di Carbonato e 2 cucchiai di sale grosso per ogni litro d’acqua calda. Meglio ancora se aggiungi del detersivo da bucato ecologico. Per i tessuti più delicati fai un teste di resistenza del colore in un angolo nascosto.
  • Lavaggio in lavatrice: se i capi sono molto sporchi, nella vaschetta del detersivo aggiungi al detersivo 1 cucchiaio di Carbonato e 1 cucchiaio di sale grosso e aziona il prelavaggio. Se non hai l’opzione prelavaggio, fai un ciclo di risciacquo, mettendo direttamente nel cestello la stessa miscela. Dopo il risciacquo, procedi al normale lavaggio.
  • Per neutralizzare i cattivi odori, igenizzare i capi e aumentare il potere pulente del detersivo, aggiungi 1 cucchiaio di Carbonato al detersivo ad ogni lavaggio.

Il carbonato di sodio o soda da bucato quindi:

  • è ecologica e conveniente;
  • DETERGE e NEUTRALIZZA gli odori;
  • SGRASSA le superfici in modo efficace;

>>>Lo trovi QUI!

Avvertenze: come detersivo è bene non utilizzare il carbonato di sodio su tessuti troppo delicati e leggeri; ottimo sull’unto dei pavimenti di garage o officine, fuliggine di cappe e aspiratori, residui di olio. Non si utilizza su superfici di legno, cotto, pavimenti non cerati, vasche, tubi o piastrelle in fibra di vetro.

Curiosità: Già nell’antichità, la soda – chiamata natron – veniva estratta da giacimenti naturali e utilizzata per la fabbricazione di saponi e la pulizia dei tessuti; presso gli antichi Egizi era l’ingrediente fondamentale per l’imbalsamazione, grazie alla sua capacità di assorbire acqua.

 

In ogni casa si nasconde un tesoro, anzi, quattro!

Questi tesori sono:

E sono l’indispensabile per pulire casa in modo sano e naturale.

Bucato con aceto, bicarbonato, acido citrico e limone

Sono ingredienti a basso costo con i quali, senza inquinare, potrai fare tantissime ricette dagli usi svariati: oggi ti racconto come usarli per fare il tuo bucato ecologico.

IL BICARBONATO in lavatrice ne allunga la vita

Tra i vari trucchi suggeriti qua e la on line c’è quello di utilizzare regolarmente BICARBONATO per contrastare la formazione del calcare nella lavatrice.

Purtroppo non è vero che basta aggiungere ad ogni lavaggio 1 cucchiaio di questa magica polvere per eliminare il calcare me…

Se fai una volta al mese un lavaggio a vuoto con mezza tazza (150g) di bicarbonato allora ti aiuterà a mantenere l’apparecchio pulito.

Trucchetti salva bucato

Capi e tessuti sempre morbidi?

Puoi versare 25 gr di BICARBONATO direttamente nell’acqua di ammollo del bucato. Dopo qualche ora procedi a un normale lavaggio in lavatrice. Alla fine i tuoi capi saranno più morbidi.

Il Bicarbonato ha un effetto ammorbidente “meccanico”. Significa che dilata le fibre e le rende più gonfie e morbide.

In questo video ti svelo un trucco con il Bicarbonato per eliminare i cattivi odori di sudore dai tuoi capi:

Mai utilizzare il bicarbonato sulla seta.

Come rimuovere macchie dai vestiti con il Bicarbonato

Se la macchia è fresca, è sufficiente bagnarla con acqua fredda, aspettare qualche minuto e cospargerla di polvere, lasciando agire per almeno un’ora prima di lavare l’indumento in lavatrice.

Se invece la macchia è secca, procedete così: stendete l’indumento sul tavolo, bagnate la macchia con acqua fredda e lasciate agire per qualche minuto.

Nel frattempo, formate una pasta di bicarbonato e acqua fredda che spalmerete sulla macchia: lasciate asciugare e spazzolate via i residui prima di lavare in lavatrice.

 

 

L’ ACIDO CITRICO 

Ammorbidente e anticalcare

Prepara una soluzione al 15% – 20% – la scelta dipende dalla durezza dell’acqua di casa tua, più è dura più la concentrazione della soluzione dovrà essere alta – di ACIDO CITRICO, dissolvendo 150 – 200 grammi di ACIDO CITRICO in un litro d’acqua meglio se distillata e tiepida.

Mixa bene i due ingredienti e versali in dei contenitori riciclati che, per una maggiore sicurezza domestica, vi consigliamo di etichettare.

Prima dell’uso agitare sempre bene la bottiglia.

Se utilizzi la soluzione come ammorbidente, ti consigliamo 100cc direttamente nella vaschetta dell’ammorbidente e con lavatrice a carico pieno.

Ogni mese è, poi, buona abitudine disincrostare la lavatrice, per cui versa 1 litro della soluzione nel cestello vuoto e avvia un programma ad alte temperature.

Come brillantante, invece, versa la soluzione a base di acido citrico nella vaschetta apposita nella lavatrice.

A piacere, potrai profumare il tuo ammorbidente e anticalcare con alcune gocce di olio essenziale biologico balsamico o agli agrumi.

L’ACETO

Materassi freschi e puliti
Questo rimedio era molto utilizzato dalle nostre nonne: per mantenere puliti e freschi i materassi: bagnateli leggermente e strofinateli energicamente con un poco di aceto e bicarbonato.

Fate una pappetta 70% bicarbonato – 30% aceto e applicatela sulla superficie del materasso.

IL LIMONE

Lavare la lana
Per capi di lana morbidi e delicati, lasciate i vostri indumenti in ammollo per 1 giorno in una soluzione di acqua e il succo di limone (2 limoni per ogni litro d’acqua).

Lavare la seta
Per ravvivare la vostra seta, insaponatela, sciacquatela e lasciatela a bagno per qualche ora in acqua e succo di limone

 

Il miglior alleato del tuo detersivo ecologico per sbiancare i capi è il percarbonato di sodio.

Il 95% dei detersivi, sia liquidi che in polvere, contengono sbiancanti ottici, delle sostanze allergizzanti, possibili responsabili dell’insorgenza di eczemi e dermatosi. Sostanza che si degradano molto lentamente e che tendono ad accumularsi negli organi degli animali e nelle radici delle piante, oltre che sulla nostra pelle.
Gli sbiancanti ottici si depositano nelle fibre dei tessuti che, per un effetto esclusivamente ottico/coprente, sono percepiti come bianchissimi dai nostri occhi. Il percarbonato sbiancante ci permette di sostituire tutti questi ingredienti dannosi.

Il percarbonato di sodio come detersivo ecologico

In realtà queste sostanze coprono soltanto la macchia e non la lavano via.
Per eliminare lo sbiancante ottico da un tessuto occorrono almeno quattro lavaggi: il tanto agognato “bianco che più bianco non si può”, in realtà, è solo una furbata di marketing.
Ma il marketing si combatte a suon di smarketing: ossia, trovare soluzioni, non solo ecocompatibili, ma anche qualitativamente migliori e, vuoi vedere?, anche più economiche (non a caso la radice della parola è la medesima).
Nel caso dello sbiancante ottico, il primo passo per disfarsene è quello di acquistare DETERSIVI ECOLOGICI che non lo contengono; poi, se siete amanti del bianco che più bianco non si può, allora quello che fa per voi è il percarbonato di sodio.

Il PERCARBONATO DI SODIO, un derivato della lavorazione del sale al quale viene aggiunta la molecola dell’acqua ossigenata, si presenta come una polvere bianca piuttosto spessa.
La sua azione sbiancante viene esercitata soprattutto grazie alla molecola di acqua ossigenata che, dinamizzata dal movimento dell’acqua nella lavatrice, aiuta il tensioattivo presente nel detersivo a togliere la macchia.
Il PERCARBONATO DI SODIO non contiene sostanze definite come allergizzanti, non contiene fosforo, candeggianti ottici o azzurranti, e non ha nessun problema di bioaccumulazione, ossia si biodegrada molto facilmente.

Come si utilizzarlo per il bucato

Il PERCARBONATO di sodio si può utilizzare sia in lavatrice che come pretrattante.

In lavatrice: aggiungere due cucchiai da minestra di percarbonato nella vaschetta insieme al detersivo per bucato, oppure direttamente nel cestello della lavatrice.
La temperatura del lavaggio deve essere impostata sui 30-40 gradi; se si lava a 50 gradi si ottiene, invece, un’azione

Igienizzante: perfetta quindi per il lavaggio di sporchi ostinati come grasso o cacca dei bambini.

A mano sulle macchie: spargete una piccola quantità di percarbonato direttamente sulla macchia, inumidite con acqua tiepida e fate agire per 10 minuti. Poi procedere al normale lavaggio.

 

Conservare in luogo fresco, asciutto e al riparo dalla luce.
Non usare su capi delicati (lana, seta, pelle).
Accertatevi di acquistare PERCARBONATO puro, senza l’aggiunta di alcun additivo: questo lo potrete scoprire leggendo l’Inci Name, se tra gli ingredienti compare qualche altro nome oltre al percarbonato – indicato in etichetta come Sodium Percarbonate Peroxide – significa che siete davanti a un additivo sbiancante A BASE DI PERCARBONATO, e non al PERCARBONATO puro.
Nel caso in cui sceglieste un additivo a base di percarbonato, ricordate che le dosi consigliate aumentano. 

 

Smacchiatori, sbiancanti, antimuffa, e soldi che escono dal portafoglio.
Ci chiediamo spesso come facessero le nostre nonne a lavare senza tutti questi prodotti, smacchiare e ammorbidire considerando che il loro sporco era sporco davvero, macchie di terra, di sudore del lavoro dei campi, lo sporco del lavoro duro di uomini che badavano a tutto.
Quello di oggi, se paragonato, è uno sporco leggerissimo ma, nonostante questo, i prodotti in commercio sono tanti tanti di più: com’è possibile?
Semplicemente, serve vendere. E per vendere è necessario dimostrare l’utilità di tutti quei prodotti in commercio.

Sale per le pulizie di casa: come usarlo

In realtà la soluzione è davvero più semplice di quello che si crede.
Ci sono ingredienti che in tutte le nostre case non mancano mai, ingredienti low cost e che svolgono una miriade di funzioni diverse.
Anche per le pulizie di casa.
Per esempio, sapevate che il sale marino è un ingrediente di fondamentale importanza per pulire ecologicamente e a basso costo?

Con il sale potrete, infatti:
1 – Ravvivare i colori
Un metodo della nonna semplice per ravvivare i colori scuri è quello che prevede l’utilizzo di un  bicchiere di the, un bicchiere di aceto e 2 cucchiai di sale grosso miscelati in acqua fredda. I capi sbiaditi vengono immersi in questa soluzione per un’oretta e poi vengono lavati normalmente in lavatrice o a mano con il classico detersivo per bucato.
2 – Deodorare le scarpe
Miscelate due parti di bicarbonato e una di sale e spargetela nelle scarpe: fate riposare per una notte, scuotete e vedrete che gli odori saranno solo un ricordo.
3 – Sbiancare il cotone o il lino
Prima di lavare il lino o il cotone, mettete i vostri indumenti o tessuti in una bacinella, considerando che su 1 litro di acqua andrà aggiunto 1 cucchiaino di sale grosso. Tenete in ammollo per una notte, poi procedete con il vostro bucato.
4 – Rimuovere le macchie di vino
Preparate una pappetta con metà sale e metà bicarbonato, impastate con acqua e spalmatela sulla macchia. Fate agire per un’oretta, poi lavate.
5 – Togliere le macchie di sudore
Aloni gialli di sudore che non se ne vanno? Per togliere queste orride macchie vi consigliamo due procedimenti: prima versate dell’aceto di vino bianco direttamente sulla macchia e a capo asciutto; poi, e questo trucco è particolarmente indicato per togliere il cattivo odore, immergete il tessuto in una bacinella con acqua, 2 cucchiai di sale grosso e aceto (1 bicchiere d’aceto per 2 litri d’acqua calda) e lasciate per 30 minuti in ammollo. Infine, procedete al normale lavaggio in lavatrice.”
6 – Rimuovere macchie di muffa o ruggine Preparare un composto di sale e succo di limone da applicare sulla zona interessata. Si lascia asciugare al sole, sciacquando e asciugando nuovamente.
7 – Bicchieri nuovi
Prima di usare dei nuovi bicchieri, mettili a bagno per una mezz’ora in acqua tiepida salata.

La scelta di un ingrediente è il primo passo per garantire l’alta qualità di un DETERSIVO ECOLOGICO: per fare questo occorre una scelta consapevole.

Gli ingredienti dei prodotti VERDEVERO.IT sono ecologici: cosa significa quindi prodotto ecologico?

Un detersivo può dirsi ecologico solo quando i suoi ingredienti, in particolar modo i tensioattivi, sono di origine vegetale e se rispettano le risorse ambientali, non ledono e compromettono la terra.

Un detersivo ecologico non può dirsi tale se non rispetta questo: spesso vengono definiti ecologici i detersivi alla spina solo perché limitano l’uso della plastica. Se poi però andiamo a vedere la loro formulazione, non è affatto così.

Per orientarvi nella scelta vi consigliamo quindi di controllare bene gli ingredienti: per farlo, usate il BIODIZIONARIO, un mezzo veloce e utile per capire l’impatto ambientale che hanno gli ingredienti del detersivo che vi apprestate ad acquistare.

Altro aspetto molto importante da considerare è anche la provenienza degli ingredienti stessi: se i miei ingredienti vengono da paesi lontani, come posso dire che il mio è detersivo ecologico?
Bisogna considerare molte cose, tra cui la sostenibilità stessa della materia prima e della sua coltivazione: l’olio di cocco proviene dall’Asia perché le piantagioni di cocco in Italia non ci sono.

È comunque importante privilegiare nella scelta degli ingredienti il chilometro Zero e il localismo .
Di seguito una tabella completa che presenta i singoli ingredienti dei DETERSIVI ECOLOGICI VERDEVERO e le rispettive aree di provenienza.

È di immediata evidenza come la gran parte delle materie prime, il 60%, sia prodotta in Italia, un piccolo numero in Paesi confinanti, come Francia e Germania, e solo poche giungano da altri Continenti (Messico, Asia…): queste ultime possono essere reperite solo in questi luoghi, per ora.

Ingrediente + Provenienza
ALCOHOL DENAT ITALIA
AMMONIUM LAURYL SULFATE ITALIA
DISODIUM ETHYLHEXYL IMINODIPROPIONATE ITALIA
HYDROGEN PEROXIDE ITALIA
OLIVAMIDOPROPYL BETAINE ITALIA
POTASSIUM HYDROXIDE ITALIA
POTASSIUM OLEATE ITALIA
POTASSIUM OLIVATE ITALIA
POTASSIUM RAPESEEDATE ITALIA
PROTEASE ITALIA
SODIUM BENZOATE ITALIA
SODIUM BENZOATE SODIUM CAPRYLYL/CAPRYL SULFATE (SODIUM C8-10 ALKYL SULFATE) ITALIA
SODIUM DISILICATE ITALIA
SODIUM CARBONATE ITALIA
CAPRYLYL/CAPRYL GLUCOSIDE FRANCIA
DICHLOROBENZYLIC ALCOHOL GERMANIA
POTASSIUM SORBATE GERMANIA
SODIUM LAURYL SULFATE GERMANIA
TRISODIUM METHYLGLYCINEDIACETATE GERMANIA
COCAMIDOPROPYL BETAINE COCCO PROVENIENTE DALL’ASIA;  TENSIOATTIVO REALIZZATO IN ITALIA
POTASSIUM COCOATE COCCO PROVENIENTE DALL’ASIA; TENSIOATTIVO REALIZZATO IN ITALIA
LAURYL/MIRYSTYL GLUCOSIDE COCCO PROVENIENTE DALL’ASIA; TENSIOATTIVO REALIZZATO IN GERMANIA
TETRASODIUM ETIDRONATE ASIA
XANTHAN GUM ASIA
AMYLASE MESSICO

Altro aspetto sul quale portare attenzione è la comunicazione degli ingredienti: se in etichetta leggete “Con ingrediente di origine vegetale”, “Con ingredienti a chilometri zero”, “Con ingredienti naturali”, ciò non significa che quel prodotto sia completamente ecologico.
Significa che quel prodotto ha alcuni ingredienti di origine vegetale o a chilometro zero, ma non è detto che lo siano tutti gli altri.
Attenzione anche alla comunicazione “Non contiene + il nome dell’ingrediente inquinante o di origine petrolchimica”, poiché la domanda è “Che cosa contiene al suo posto?”. Quale ingrediente è stato utilizzato in alternativa?
Per rispondere a queste domande è, quindi, buona cosa consultare il BIODIZIONARIO e capire bene la formulazione chimica del detersivo che ci apprestiamo ad acquistare.

Inauguriamo questa nuova sezione del nostro PORTALE PER PULIRE CASA dedicata all’autoproduzione di detersivi naturali con la produzione home made di detersivo piatti fai da te.

Ci piace l’idea di riportare, in questa sezione, le esperienze di blogger che hanno deciso di sperimentare la via dell’autoproduzione, non solo mangereccia, ma anche per tutto quello che riguarda il fai da te casalingo.

Detersivo piatti fai da te: la ricetta

Partiamo, oggi, con la ricetta di Giulia per il DETERSIVO PER PIATTI FAI DA TE, con il quale però pare non si sia trovata molto bene.

Leggiamo perché.

I miei esperimenti anche in questo campo continuano: mi sono intestardita nel voler trovare una ricetta di detersivo per piatti fai da te abbastanza valido. Con quello classico limone-sale-aceto non mi sono trovata bene, lo uso solo per pretrattare; girovagando in internet ho trovato allora questa ricetta (la terza, ‘sapone in scaglie’) e mi è sembrata valida.
Si scrive che questo detersivo è molto valido per il lavaggio a mano delle stoviglie.
Questo è il procedimento.

“Materiali: 1 flacone con dosatore, 1 pentola, 1 imbuto, 1 bacchetta di legno
Ingredienti: 200 gr di sapone naturale in scaglie, 1 litro d’acqua, 10 gocce di olio essenziale di limone
Procedimento: dopo aver grattugiato il sapone, versate le scaglie in una pentola e ricopritelo con 1 litro di acqua bollente. Mescolate con l’aiuto di una bacchetta di legno o di un cucchiaio di legno e lasciate riposare per tutto il giorno o per tutta la notte. Quando sarà trascorso il tempo necessario, il vostro detersivo si sarà raffreddato ed avrà magicamente raggiunto la consistenza desiderata. Nel caso dovesse apparire troppo denso, aggiungete poca acqua tiepida, un cucchiaino alla volta, e mescolate. Aggiungete l’olio essenziale di limone soltanto quando il detersivo sarà completamente freddo, mescolate con la bacchetta di legno e trasferite in un flacone”.

Detersivo per piatti fai da te: la versione definitiva

Con le dosi consigliate nell’articolo mi era venuto troppo denso, quindi ho aggiunto acqua.
Praticamente diventa una crema spumosa e piuttosto densa.
L’ho trasferito in un secchiello di plastica dalla bocca larga e utilizzato per lavare i piatti: fa abbastanza schiuma, ma non sono rimasta affatto contenta del risultato. Questa pasta, infatti, è molto difficile da sciacquare, serve tantissima acqua e questa cosa mi ha dato molto fastidio.
Come sapone ho utilizzato quello della Ecor in scaglie, potrebbe anche darsi che non sia adatto: tenterò quindi nuovamente quando mi sarò autoprodotta del sapone per bucato.”

Se sei ssolo curioso e non hai il tempo di auto produrti il detersivo e vuoi scoprire un vero detersivo ecologico per piatti, prova AMANì di Verdevero, il detersivo ecologico per piatti votato 5 stelle dai clienti.

Ogni casa italiana contiene più di 20 detersivi diversi. Spesso esposti in bella mostra in posti pericolosi perché accessibili dai bambini.

Questa ‘abbondanza’ è causa di forte INQUINAMENTO.

Un buon modo per evitare questa enorme fonte di inquinamento, sono i DETERSIVI BIO.

Il risultato dell’ “abbondanza” di detersivi convenzionali nelle nostre case è l’inquinamento capillare: come gli scarichi pieni di tensioattivi di origine petrolchimica, ossia quei componenti aggiunti ai detergenti liquidi che servono per fare schiuma, difficilmente biodegradabili e aggressivi nei confronti soprattutto dei fiumi.

Il 24% delle malattie che oggi affliggono l’essere umano, secondo i dati 2010 della quinta Conferenza ministeriale su salute e ambiente, sono ambientali: traffico urbano, inquinamento indoor, malattie respiratorie, asma.

I DETERSIVI BIO hanno un impatto ambientale e personale ridotto, che si misura attraverso il VCDTOX, indice del volume critico di tossicità della dose prodotto.

Come funziona l’indice VCDOTX?

Ogni dose di prodotto necessita di una certa quantità di litri di acqua per diventare “innocua”.
Supponiamo di utilizzare una dose prodotto di detersivo per bucato standard: serviranno 300.000 litri di acqua per far sì che quella dose prodotto diventi innocua per gli organismi viventi.

Per azzerare la tossicità di un DETERGENTE BIO, invece, ne bastano solo 56.000 litri.

In particolare, i detersivi ecologici:

– Sono efficaci e assicurano il minor impatto ambientale possibile;

– Si basano su formulazioni ecologiche, secondo i più stringenti standard europei (quelli certificati Icea Eco Detergenza;

– Impiegano ingredienti scelti: quando possibile,gli ingredienti vengono scelti di produzione locale, così da ridurre anche l’impatto ambientale derivante dal trasporto a lungo raggio. I più utilizzati sono l’olio di oliva biologico nazionale e l’olio di colza locale;

– Molti di questi si presentano senza profumo: gli oli essenziali, infatti, rilasciano allergeni che possono provocare irritazioni alla pelle;

– Sono contenuti in flaconi muniti di misurino o di spruzzatore per ridurre al minimo lo spreco da sovradosaggio;

– Sono molto concentrati, durano quindi di più inquinando meno;

– Sono disponibili in taniche-ricarica per il rifornimento alla spina: in questo modo si limita l’impiego di oggetti in plastica;

– Sono contrassegnati da certificazione ICEA, una delle più severe in materia;

– Alcuni di essi hanno ottenuto anche la certificazione LAV: nessun ingrediente è stato testato su animali e nessun detergente contiene ingredienti di origine animale;

– Non contengono alcun tensioattivo etossilato, colorante o profumo sintetico, sbiancante ottico, perlanti o conservanti.

 

Ecologia del Risparmio è il nuovo libro di Giulia Landini, giornalista ed eco-blogger , edito da Edizioni La Linea.
Questo libro di 150 pagine è una guida pratica per tutti coloro che hanno fatto dell’eco-stile la propria condotta di vita: anche se l’obiettivo di Giulia era quello di spiegare ai neofiti delle buone pratiche ecologiche come cominciare e, soprattutto, perché farlo. Lo spunto è arrivato dall’effettivo risparmio, di soldi ma anche in salute, che i trucchetti ecologici, gli antichi rimedi della nonna, portano alle nostre tasche. Un modo efficace per convincere anche i più scettici.
Ecologia del risparmio è diviso in tre parti: nella prima, Giulia narra, attraverso la testimonianza del Movimento per la Decrescita Felice e il Movimento di Transizione Italia, il cambiamento del consumatore moderno. Si passa dalla quantità alla qualità. Ed è così che si inizia ad essere un buon ecologista risparmiatore: acquistando meno e bene. Le cose ben fatte durano di più.
La seconda parte apre le porte alla pratica: si inizia a descrivere gli ingredienti base, aceto, limone, acido citrico, bicarbonato, pasta madre… scarpe da ginnastica e internet.
Immaginiamo una giornata tipo dove tutte le azioni quotidiane diventano ecosostenibili: ci si muove a piedi o in bici, si fa il pane con la pasta madre, si pulisce la casa con limone e aceto, si fa l’ammorbidente con l’acido citrico e si autoproduce il detersivo per bucato oltre al dentifricio, si cucina con gli avanzi e si fanno le tagliatelle all’uovo, ci si connette a internet per scambiare abiti usati e barattare viaggi.
Tantissimi gli spunti e le ricette fai date, semplici, veloci e con costo finale.
La terza e ultima parte raccoglie esperienze dirette di persone che hanno fatto della decrescita felice la loro scelta di vita: contadini, mamme ed ex professionisti che scelgono una vita a basso impatto ambientale, ricchissima di esperienza e vita vera.

Riportiamo qui l’introduzione di Ecologia del Risparmio, nonché l’intimo percorso di Giulia Landini.

“Andando piano il mio cuore mi disse
A dicembre 2011 la mia vita è cambiata: è stato come prendere una curva a tutta velocità e avere l’impressione di cadere giù nel burrone.
Poi, tutto, come in una scena a rallentatore, si è fermato. Ero lì su quella curva, senza andare né a picco, né svoltare l’angolo. Immobile. Tanti piccoli flash della mia vita, un puzzle che va in frantumi e che ho fatto tanta fatica a rimettere insieme, non che ci sia ancora riuscita.

Fino a dicembre 2011 lavoravo in una casa editrice di Milano, contratto giornalistico, ottimo stipendio, contributi e bonus di categoria. Mi sentivo in gabbia però, percepivo ogni giorno il paradosso della mia vita che non era più la mia vita: mi sono data una spiegazione più o meno razionale, stavo evolvendo, un po’ come una farfalla che non è più crisalide, ma non riesce a uscire dal bozzo. Mi sentivo così.
Poi il 27 dicembre 2011, in perfetta congiunzione con la profezia Maya, ci chiamano d’urgenza in azienda e ci comunicano che dal 2 gennaio 2012, 34 persone avrebbero perso il lavoro, ossia tutti i dipendenti, perché l’azienda sarebbe stata messa in liquidazione.

Nello stesso mese, la mia storia d’amore durata 8 anni finisce. E finisce dopo una lunga agonia. Per lo stesso motivo, anche qui c’è di mezzo quella crisalide che vuole diventare una farfalla.
Non era più la mia vita. E con tutto l’amore e l’onestà con cui ci siamo sempre parlati, abbiamo compreso che eravamo evoluti, io per una strada, lui per un’altra.

Marzo 2012 è stato il mese peggiore. La rabbia scema e lascia il posto alla tristezza mista a disperazione per non avere più un lavoro e un amore.
Nella mente tante paure, pensieri, ansie, dubbi, desideri e speranze che non avevano un filo rosso. Pianti quotidiani. Compensazioni. Incontri assurdi animati dal rifiuto degli altri verso me stessa, perché così mi sentivo: rifiutata dal mondo.
Un trasloco sul groppone non ha facilitato il tutto.

Ma in quei mesi dove, nonostante la primavera fosse alle porte, sentivo e vedevo solo l’inverno, ho iniziato ad andare piano.
A camminare lentamente.
A sentirmi.
A sentire la voce del mio cuore.
Ho iniziato ad alzarmi presto, a fare colazione con cura, la cura che così spesso dimentichiamo nel fare le cose e soprattutto verso noi stessi; a cucinare con amore, dedizione e attenzione; a camminare senza fretta e vedere, non solo guardare, ciò che mi stava intorno; a sentire il terribile vuoto che mi porto dentro, a compatirlo e amarlo.
Andando piano ho imparato, per continuare a disimparare e imparare di nuovo, che dentro di noi abbiamo la verità di ciò che siamo e che l’unica cosa che importa è sentirla, anche se fa soffrire (dopo l’inverno c’è la primavera, SEMPRE), perché è solo tramite l’accettazione più profonda della nostra sofferenza e solitudine interiore che possiamo vivere e sentire il nostro cuore, il nostro Io.

Andando piano ho rifiutato un posto di lavoro a tempo indeterminato che mi avrebbe costretta a tornare ad andare veloce.
Andando piano il puzzle ha iniziato a ricomporsi un po’ e le mie idee oggi sono molto più chiare.
Andando piano ho deciso che avrei fatto la tanta desiderata esperienza di woofing in un’azienda agricola, dove sono riuscita a sentire ancora di più.
Andando piano ho coronato uno dei miei sogni da quando ero adolescente: scrivere questo libro.
Andando piano ho conosciuto un nuovo grande Amore.

Andando piano ho capito che la verità ce l’abbiamo dentro.
La lezione più grande è stata imparare ad aspettare con il cuore fermo, nella certezza, ed era lui che me lo diceva, che tutto sarebbe andato a posto.

A quel punto, ho girato la curva. Dietro la quale ho visto un meraviglioso prato verde, papaveri rossi e tanti alberi. Ancora non vedo dove finisce, ma spero di non vederlo mai. E so anche che arriveranno altri temporali: ora li attendo con consapevolezza. 

Poi c’è un amico molto speciale che un giorno mi ha detto: “Se la strada che hai intrapreso è quella giusta, tutto andrà liscio. Esattamente come deve andare”.

Il metodo perfetto per RISPARMIARE sulle faccende di casa, e perdipiù ecologico, è pulire i piatti a mano.

Ci sono però tanti piccoli trucchetti da tenere in considerazione.

Innanzi tutto è buona cosa riempire una bacinella o un lavello di acqua calda a cui aggiungere la giusta quantità di detersivo ecologico per piatti. Lasciate in ammollo per qualche minuto nell’acqua calda i piatti sporchi, detergeteli quindi con la spugna, possibilmente vegetale, strofinateli accuratamente per eliminare residui e unto.

Sciacquate, quindi, i piatti e le stoviglie pulite utilizzando un getto d’acqua a media o bassa intensità, per evitare inutili sprechi d’acqua e per risparmiare su essa.

Non lasciate aperto il getto dell’acqua nei momenti in cui non viene utilizzato, anche solo pochi secondi corrispondono ad uno spreco di preziose risorse idriche e di soldi.

Un altro accorgimento è quello di scegliere detersivi ecologici e biologici, che sono più concentrati.

Potrete comportarvi in due modi:

  1. mettere qualche goccia di detersivo direttamente sulla spugnetta;
  2. riempire un flacone usato con metà detersivo e metà acqua: versare qualche goccia direttamente nel lavello o sulla spugna.

E poi:

Raccogliete l’acqua della pasta e usatela per lavare i piatti, l’amido rilasciato aiuta ad eliminare l’unto dei piatti.
Prima di metterli in ammollo, raccogliete sporco e unto in eccesso da piatti e pentole.
Pretrattate le stoviglie o le pentole molto incrostate con acqua e bicarbonato.
Applicate ai rubinetti i rompi getto che permettono di limitare i consumi di acqua.
Pulite il lavello con uno spruzzino con acqua e bicarbonato o acqua e aceto bianco.

Anche la successione è importante: partite sempre dalla pulizia dei bicchieri, poi le stoviglie meno unte e infine le pentole più incrostate.

Il risparmio sarà assicurato!

Un ottimo modo per risparmiare in casa è fare da sè i detersivi naturali.
Ci sono tantissime ricette per farli in casa, da quelli per il bucato agli anticalcare fino ai detergenti multiuso disinfettanti. Ma diversamente da quanto spesso si legge sul web, l’unico detersivo naturale difficile da fare in casa è quello per i piatti. O meglio, autoprodurre il detersivo naturale per piatti si può, ma tra tutti è quello con minore potere lavante: motivo per cui ha necessità di essere coadiuvato, nella sua azione sgrassante, da un detersivo per piatti biologico ed ecologico.
Ciò che lava in un detersivo è il tensioattivo, quell’elemento che crea la schiuma: il tensioattivo ha un ph basico (o alcalino) il quale attacca la macchia che solitamente è acida e la trasporta via coadiuvata dalla forza motrice della molecola dell’acqua. Come il sapone, le sue molecole sono costruite da 2 parti, una lipofila (si lega allo sporco grasso) e una idrofila (che si fa sciacquare via dall’acqua).
Nel caso dei detersivi per piatti, il loro ph è più neutro rispetto a un detersivo per bucato, in quanto rimane costantemente a contatto con le nostre mani: ma il tensioattivo c’è ed è, come spiegavamo sopra, quella importante parte che permette di togliere l’unto dalle stoviglie.
Nei detersivi convenzionali il tensioattivo è derivato da elementi di origine petrolchimica o mista (petrolchimica e vegetale): questi elementi, insieme a una serie di altri additivi aggiunti, inquinano sia il nostro organismo che l’ambiente a causa sia degli scarichi industriali della produzione di detersivi, che dei tensioattivi stessi: vi siete mai chiesti dove va la bella schiuma una volta che è stata risucchiata nel lavabo? Nelle falde acquifere dei nostri fiumi, mari, laghi. Avendo scarsa biodegradabilità, se non addirittura nulla nel caso di quelli di origine petrolchimica, queste sostanze tossiche si adagiano sul fondo delle acque e soffocano letteralmente la fauna e flora marina.

Detersivo naturale per piatti fai da te: funziona?

Tornando quindi al nostro detersivo per piatti fai da te, quella che vi stiamo per consigliare è una valida pasta sgrassante e disinfettante a base di limone, sale e aceto che, però, da sola non è sufficientemente forte per lavare. Quindi la potrete utilizzare:
1 – Per pretrattare le stoviglie: versate un po’ di pasta sulla spugnetta e passate le stoviglie che poi laverete. Questa pasta sgrassa leggermente, disinfetta e profuma di limone!
2 – In lavastoviglie (2 cucchiai in vaschetta) per lavare piatti e bicchieri poco sporchi;
3 – Aggiungere (1-2 cucchiai a seconda di quante stoviglie avrete da lavare) nella vasca di lavaggio a mano;
4 – Direttamente sullo sporco ostinato insieme a una goccia di detersivo per piatti ecologico e acqua q.b: ponete la pentola con l’incrostazione sul fuoco e fate sobbollire per 10 minuti.

Ricetta: pasta lavante a base di limone, aceto e sale
Ingredienti per circa 250 ml di prodotto
1 limone
80 gr di sale meglio se fino
½ bicchiere di aceto di vino bianco
200 ml di acqua

Triturare gli ingredienti
In un mixer da cucina triturare il limone che avrete affettato minuziosamente. La buccia si dovrà polverizzare. Aggiungete al limone triturato il sale e l’aceto e amalgamate bene il vostro composto.
Cuocere il composto
A questo punto trasferire il composto in una casseruola, aggiungere l’acqua e cuocere a fuoco lento. Quando il composto inizia a compattarsi, versatevi un cucchiaino da caffè di detersivo per piatti ecologico ed è pronto. Non vi resta che trasferirlo in un contenitore di vetro o plastica e chiudere.
E se…
Se la vostra pasta non dovesse addensarsi, aggiungete un poco di sale per volta (il sale ha la funzione di addensante);
Se il limone non è stato triturato perfettamente, poco importa. L’importante è che non siano rimasti pezzi troppo vistosi.
Questo detersivo si conserva per un mese.

 

Gli usi domestici dell’acido citrico sono tra i più svariati. L’acido citrico non rovina la lavatrice.

Gli usi domestici dell’acido citrico più noti lo vedono impiegato come anticalcare se diluito in acqua distillata, come ammorbidente eco-sostenibile per il lavaggio in lavatrice e disincrostante per la lavatrice, come brillantante per superfici. Importante è sapere che l’acido citrico non rovina la lavatrice, ma la cura.

Nei detersivi viene impiegato per ridurre la durezza dell’acqua.

Ma l’acido citrico non è solo ammorbidente e anticalcare! (Le ricette per quasi due prodotti fai da te le trovi qui.)

Esso non deve essere utilizzato puro sui tessuti e impiegato per la pulizia di superfici quali legno, marmo e pietra, oltre che su tutti quei materiali sui quali sono sconsigliate sostanze acide.

Rispetto all’aceto, un acido anch’esso, è più debole: per garantirne l’efficacia, quindi, occorre usarlo a una concentrazione maggiore, che va dal 15% al 20%.

Il costo medio di 1 kg di acido citrico è circa 8 – 9 euro: con 1 kg di acido citrico farete circa 6 litri di prodotti, tra anticalcare, ammorbidente e brillantante. Avrete quindi risparmiato 2,70 euro di 1 litro di ammorbidente; 3,32 euro di 1 litro di brillantante; 1,99 di 1 litro di disincrostante; 2,50 di 1 litro di anticalcare: per un totale di 10,51 euro e stiamo parlando di 4 litri di prodotto contro i 6 litri e mezzo di soluzione a base di acido citrico.

Acido citrico: usi domestici come igienizzante per il bagno

In uno spruzzatore diluire 75 gr di acido citrico in 250 ml di acqua tiepida e aggiungere un cucchiaino di detersivo piatti ecologico e possibilmente biologico. Miscelare il tutto, spruzzare direttamente sulla superficie da pulire.

Acido citrico: usi domestici per la pulizia degli scarichi

Questa soluzione è ottimale non solo in caso di scarichi intasati, ma anche per la loro normale manutenzione. Preparate una soluzione con 30 gr di acido citrico disciolti in 200 ml di acqua e versatela nello scarico. 

Acido citrico: usi domestici per la pulizia dei vetri

Per la pulizia di vetri e specchi disciogliete un cucchiaino di acido citrico e uno di detersivo ecologico per piatti in un litro d’acqua. Travasate la soluzione in un contenitore spray, agitate bene prima dell’uso e il gioco è fatto.

Dopo-shampoo

Per risolvere il problema dei capelli crespi, l’acido citrico è un ottimo ‘amico’: diluite in 1 litro d’acqua, uno o due cucchiai di aceto di mele o un pizzico di acido citrico. Risciacquate i capelli con questa soluzione una volta lavati con lo shampoo: ne gioveranno in corposità e lucentezza.

Gallette da bagno frizzanti

Unite in una ciotola 100 gr di bicarbonato, 50 gr di amido di mais e 50 gr di acido citrico, spruzzate con dell’acqua e lavorate l’impasto fino a quando non avrete ottenuto un composto piuttosto compatto, tanto da poterlo versare in stampini di plastica (potrete riciclare i barattoli dello yogurt o similari): comprimetelo strato dopo strato con l’aiuto di un cucchiaino. Lasciate riposare le gallette per due-tre ore prima di estrarle dai contenitori, e lasciatele asciugare all’aria fin quando saranno secche al punto giusto.

Secondo uno studio dell’Università di Bonn, lavando i piatti a mano si consuma molta più acqua che con la lavastoviglie: a parità di stoviglie, la lavastoviglie consuma in media la metà dell’acqua e un quarto della corrente elettrica necessarie per lavare le stesse stoviglie a mano (QUESTO IN CASO SI POSSEGGA UN BOILER ELETTRICO).
Per un’ottimale efficienza del lavaggio in lavastoviglie e per un consumo moderato, ci sono, però, delle regole da rispettare.
La prima della lista è, ovviamente, scegliere una lavastoviglie di classe energetica A+++ o almeno A+.
E poi…

COME CONSUMARE MENO ACQUA
La lavastoviglie deve funzionare sempre e solo a pieno carico. Scegliendo programmi di lavaggio a bassa temperatura o rapidi, quando le stoviglie sono poco sporche, si possono risparmiare fino a 1500 litri d’acqua all’anno e quindi una bella quantità di energia elettrica.
RIDURRE IL CONSUMO ENERGETICO DELLA LAVASTOVIGLIE
Impostando la temperatura della lavastoviglie su 50 gradi, si risparmiano fino a 84 chilowattora di energia elettrica all’anno, ovvero una quantità di energia pari a 80 cicli di lavaggio. Come dire che si possono lavare i piatti gratis per tre mesi.
STOVIGLIE MOLTO SPORCHE
I residui di cibo possono essere tolti a mano. Mettete a bagno i tegami bruciacchiati in acqua tiepida e bicarbonato. Se si fa attenzione a non sovrapporre le stoviglie, il getto d’acqua raggiungerà e laverà perfettamente tutte le superfici.
SE NON SI POSSIEDE UNA LAVASTOVIGLIE
Anche chi lava i piatti a mano può risparmiare acqua ed elettricità; basta farlo seguendo quest’ordine: bicchieri, piatti e tazze, posate, stoviglie di plastica e per finire pentole e tegami. Evitate di lavare i piatti sotto l’acqua corrente, ma riempite una vaschetta di acqua oppure la vasca del lavandino.
MANUTENZIONE DELLA LAVASTOVIGLIE
Una buona regola per manutenere la vostra lavastoviglie e farla durare negli anni, è quello di pulirla a fondo almeno una volta ogni due mesi. Inserite un contenitore di plastica pieno di soluzione a base di acido citrico nella lavastoviglie, azionate il lavaggio più lungo a una temperatura piuttosto alta.
Controllate che la vaschetta del sale non sia mai vuota.

 

Quella di canapa è una fibra robusta, più resistente al logorio e alla trazione di quella delle altre piante: una volta veniva utilizzata per fare vele per navi, corde per legare i fasciami e per il governo delle imbarcazioni e dei veicoli a trazione animale, tende militari, calzature, abbigliamento da lavoro, biancheria per la casa e tanto altro.

Per chi non lo sapesse, anche i primi jeans erano di canapa, indossati dagli operai del porto di Genova, e poi “passati” ai cow boys americani.

I tessuti di canapa proteggono dai raggi UVA, tengono fresco d’estate e, a differenza dei tessuti di lino, d’inverno tengono caldo e sono naturalmente stretch.

Parlando invece di biancheria per la casa – argomento che ci è particolarmente caro – occorre sapere che, una volta, nei nostri paesi, lenzuola, asciugamani, strofinacci, tovaglie e tutto ciò che veniva utilizzato in casa, era di canapa.

La fibra delle vecchie lenzuola di canapa molto ruvide era coltivata da seme, con piante grosse e con fibra grossolana che, oltre ad essere utilizzata per fare corde, era impiegata per le esigenze domestiche, pettinata, filata e tessuta con i mezzi rudimentali dell’azienda agricola.

Oggi esistono, invece, filati e tessuti di canapa finissimi perché le migliori fibre di canapa, liberate dalle pectine con una buona macerazione, e poi dalla lignina con una buona stigliatura e una buona pettinatura, hanno una sezione di pochissimi micron.

Con la selezione delle varietà e l’affinamento delle tecniche di lavorazione della canapa tessile, l’Italia aveva raggiunto nel mondo il primato per la produzione di filati e tessuti di canapa di qualità, il medesimo primato aveva l’Irlanda per il lino.

Inoltre, la coltivazione della canapa non è impattante per l’ambiente, necessita di poche cure e soprattutto POCA ACQUA, arricchisce il terreno di sostanze nutritive importanti, ne aumenta la fertilità.

Gli strofinacci di canapa si sono, ad esempio, rivelati ottimi coadiuvanti per le pulizie domestiche, belli da vedere e resistenti nel tempo e sono il giusto compromesso all’uso di panni in microfibra molto più performanti ma ahimè ottenuto con fibre di sintesi.

Se sei amante del marmo, sai già quanta attenzione occorre per la sua pulizia!
Il marmo è un materiale incredibile, presenta dei colori diversi e delle striature naturali che lo rendono unico e diverso da ogni altro.
È molto resistente e duraturo, però la sua porosità lo porta a macchiarsi con estrema facilità.
In commercio trovi moltissimi prodotti per la pulizia del marmo, ma i prodotti convenzionali sono inquinanti sia per l’ambiente che per la casa.

Esistono, infatti, tanti rimedi casalinghi per pulire il marmo e proteggerlo.
In questo articolo troverai tutto ciò che serve sapere per una corretta pulizia del marmo e per renderlo lucido e brillante.
Non dovrai più chiederti come si pulisce questo splendido materiale naturale, con poche e semplici mosse vedrai risplendere i tuoi pavimenti e le superfici fatte di questo materiale.

Prevenire le macchie del marmo

Essendo un materiale naturale è consigliabile trattare le macchie con elementi altrettanto naturali: la prima regola è, però, la prevenzione.
Devi sapere che il marmo reagisce violentemente alle sostanze acide.
È vietato mettere a contatto col tuo marmo i seguenti ingredienti:

  • aceto;
  • limone;
  • acido citrico;
  • coca cola.

Se il tuo marmo viene intaccato da queste sostanze c’è davvero poco che potrai fare per rimuovere i segni causati da queste sostanze acide.
Ecco il motivo per cui, per il marmo, la parte più importante è la prevenzione delle macchie.

Come pulire e sbiancare le superfici e i pavimenti in marmo macchiati

Ti serviranno:

Con queste poche cose puoi avere il marmo di casa sempre brillante e lucido come quello che si vede sulle riviste di design più famose. Con le giuste mosse sarà davvero semplice pulire il pavimento in marmo, il piano cottura o le superfici del bagno di questo materiale.

Per mantenere sempre lucenti e pulite le superfici di marmo fai così:

  1. inumidisci una spugna morbida (puoi usare la EVOSPONGE);
  2. strofinala sulla SAPONETTA VEGETALE;
  3. strofina il piano di marmo energicamente;
  4. risciacqua poi con il PANNO MULTI umido.

Oppure, per rimuovere lo sporco accumulato puoi fare così:

  1. prepara una pappetta con tre parti di BICARBONATO e una di acqua;
  2. passala sul marmo con l’aiuto di una spugna EVOSPONGE umida;
  3. fai agire qualche minuto;
  4. sciacqua;
  5. passa ancora con la EVOSPONGE leggermente insaponata con SAPONETTA VEGETALE.

Con questa operazione otterrai un marmo:

  • igienizzato grazie al BICARBONATO;
  • sgrassato e lucido grazie alla SAPONETTA VEGETALE.

Per i pavimenti, invece, ti consigliamo questa procedura:

  • sciogli qualche scaglia di SAPONETTA VEGETALE in acqua calda;
  • miscela 3 litri di acqua, 2 cucchiai di BICARBONATO, 10 cucchiai di alcol rosa;
  • unisci le due soluzioni;
  • lava normalmente con un PANNO PAVIMENTI in Microfibra o con un MOCIO in Microfibra.

Come rimuovere dal marmo le macchie di olio

Ti serviranno:

  • BICARBONATO;
  • carta assorbente;
  • 1 foglio di alluminio;
  • 1 PANNO MULTI in Microfibra.

Procedi in questo modo:

  1. Pulisci grossolanamente la macchia di olio con della carta assorbente;
  2. bagna con dell’acqua la macchia;
  3. versa del BICARBONATO sulla macchia bagnata di acqua, creando una montagnola umida per il 50% e asciutta per il restante 50%;
  4. copri il tutto con un foglio di alluminio (o con un bicchiere capovolto) per non far asciugare troppo velocemente: lascia agire per tutta la notte o per qualche giorno se necessario.
    La parte di BICARBONATO umido si legherà con le molecole di olio presenti nel marmo e, per capillarità, il bicarbonato e la molecola di olio legata con esso si trasferiranno nella parte soprastante di detersivo asciutto.
  5. Dopo uno o due giorni, rimuovi il detersivo e il bicchiere capovolto.
    La macchia dovrebbe essere stata assorbita dal detersivo e quindi scomparsa.

Come lucidare il marmo

Se vuoi lucidare il piano in marmo o i pavimenti puoi provare questo metodo semplice ma efficace. Basta solo della lana, purché sia vera e non sintetica.

Procedi così:

  1. Procedi con la normale pulizia come spiegato nel paragrafo precedente, oppure se non è molto sporco puoi passare solo un panno VERDEVERO inumidito con acqua tiepida;
  2. asciuga bene;
  3. prendi uno strofinaccio di lana, o un maglione inutilizzato, o se sai lavorare con i ferri potresti creare un quadrato di lana di circa 15 cm per 15;
  4. ora inizia a passare energicamente il panno di lana sopra il tuo marmo.

Il risultato ti stupirà. Sarà più facile di quello che si pensa e in questo modo si evitano inutili prodotti chimici che sono molto costosi e spesso risultano dannosi per la nostra salute se usati spesso.

Un altro sistema molto veloce per lucidare grandi superfici o i pavimenti in marmo è il seguente:

  1. Diluisci in un litro di acqua calda un cucchiaio e mezzo di bicarbonato di sodio;
  2. fai sciogliere bene il bicarbonato nell’acqua;
  3. versa la soluzione in uno spruzzino;
  4. spruzza in modo uniforme sulla superficie in marmo o sul pavimento;
  5. asciuga e nota la nuova luminosità del tuo marmo.

Puoi ripetere più volte questo procedimento.
Il bicarbonato è un ottimo alleato per la pulizia e la cura del marmo ed è ottimo anche per lucidarlo. La sua lieve azione abrasiva rimuove l’opacità.

Per delle piccole superfici in marmo, che risultano molto spente e mal messe puoi provare questa semplice mistura:

  1. Versa il bicarbonato in una ciotola capiente;
  2. versa dell’acqua un po’ per volta fino ad ottenere una poltiglia semi-liquida;
  3. versala sulla superficie in modo omogeneo;
  4. lascia agire per circa un’ora;
  5. risciacqua con il panno fino a rimuovere tutto il bicarbonato e asciuga.

Come pulire il marmo esterno

Per pulire il marmo esterno (anche quello del balcone) puoi utilizzare questo semplicissimo metodo che avevamo descritto in questo articolo: https://www.verdevero.it/come-pulire-il-marmo-del-balcone/

Come pulire il marmo dal calcare

Il calcare è sempre ostico da togliere, specialmente se la superficie interessata è il marmo, così bello, naturale e… delicato!
Come fare, allora, per rimuovere il calcare dal marmo, senza però rovinarlo?
Te ne avevamo parlato in questo articolo: https://www.verdevero.it/come-pulire-marmo-senza-rovinarlo/

Come pulire il marmo dal muschio

Ci sono due modi per pulire il muschio dal marmo: la scelta dipende dalla grandezza della superficie da pulire.

Il primo metodo è pulire la superficie con CARBONATO DI SODIO; ti servirà:

  • su 2 litri di acqua fredda
  • 1 cucchiaio colmo di CARBONATO DI SODIO
  • 1 spazzola bruschetto

Sciogli il carbonato di sodio in acqua, versala sulla superficie da lavare e spazzolare molto bene con il bruschetto.
Il secondo metodo, più adatto se la superficie di marmo intaccato dal muschio è particolarmente estesa, è noleggiare una idropulitrice che con le sue spazzole riuscirà a pulire a fondo la superficie.

Sostanze acide sul nostro marmo

In casa, soprattutto con i bambini è facile che sul marmo cadano delle sostanze con un’alta acidità. Al contrario di quello che si pensa, non sono solo aceto e limone ad essere molto acidi, ma anche altri alimenti come l’aceto, il succo di frutta, l’anticalcare, il pomodoro, e i detersivi acidi… sono acerrimi nemici del marmo.
Se rimangono a lungo sulla superficie possono corroderlo, lasciandolo macchiato o ruvido.
Mi chiedete in molti come pulire il marmo bianco e smacchiarlo, ma vorrei precisare che anche il marmo nero è soggetto a macchie e aloni dovuti alle sostanze acide, per questo è bene conoscere dei rimedi per provare ad evitare danni irreparabili.

Nel momento in cui una di queste sostanze, o qualsiasi altro acido, tocca la superficie del marmo, asciuga immediatamente e lava la zona in questione.
Ti serviranno:

  • SAPONETTA VEGETALE;
  • BICARBONATO o CARBONATO

Procedi in questo modo:

1. Lava bene la zona facendo una pappetta con SAPONETTA VEGETALE e BICARBONATO;
1.b. in alternativa SAPONETTA VEGETALE e CARBONATO (da non confondere con la soda caustica);
1.c. un’ulteriore alternativa è preparare la suddetta pappetta con tre parti di BICARBONATO e una di acqua;
2. applica la pappetta direttamente sulla superficie;
3. risciacqua bene.

Questa operazione non risolve il problema della macchia che avrai causato ma ferma la corrosione e ti permette di limitare i danni.

Un altro semplice metodo per rimuovere le macchie acide dal marmo, vede protagonista l’olio di lino cotto. Puoi provare così:

  1. Passa sulla macchia causata dalla sostanza acida un po’ di questo olio;
  2. copri la macchia con l’olio e lascia agire per una notte;
  3. sgrassa l’olio di lino come descritto prima.

Rimuovere le macchie persistenti dalle superfici di marmo

Ti serviranno:

  • CARBONATO;
  • SAPONETTA VEGETALE;
  • una spugna (come la EVOSPONGE);
  • PANNO MULTI in Microfibra;
  • fecola di patate;
  • pietra pomice (facoltativa);
  • acqua.

Procedi in questo modo:

  1. Prova ad applicare l’economica fecola di patate direttamente sulla macchia;
  2. lascia agire per diverse ore affinché possa “risucchiare” l’unto;
  3. termina l’operazione lavando con acqua e SAPONETTA VEGETALE.

Se la macchia però persiste, prova a:

  1. Levigarla con la pietra pomice;
  2. poi strofina la zona macchiata con una spugna umida ricoperta di CARBONATO;
  3. risciacqua con un PANNO MULTI inumidito.

L’unto e lo sporco difficile del marmo possono anche essere trattati con il gesso “bianco di Spagna”, in alternativa va bene anche del comune gesso:

  1. Bagnalo con acqua q.b. per creare una crema liquida;
  2. applicala su tutta la superficie;
  3. lascia in posa per 30 minuti;
  4. spolvera il marmo per togliere l’eccesso di gesso;
  5. lavalo con SAPONETTA VEGETALE;
  6. risciacqua accuratamente.

 

I prodotti consigliati da Fabrizio di Verdevero per pulire il marmo macchiato: 

Come pulire a basso costo. Se impariamo a risparmiare, anche le pulizie domestiche prenderanno un’altra piega.
Vediamo come pulire casa in modo efficiente, low cost ed ecologico.

1 – Acquistate pochi prodotti e necessari: detersivo per bucato, multiuso all’ossigeno attivo, sgrassatore, detersivo per piatti, acido citrico. Questi prodotti sono più che sufficienti!

2 – Ci sono prodotti che svolgono più funzioni contemporaneamente, come l’acido citrico: con una soluzione al 20% di acido citrico sciolto in acqua demineralizzata, potrete autoprodurvi anticalcare, ammorbidente e brillantante in un colpo solo!

3 – Pulite meno, ma più frequentemente.

4 – Fate ricorso alla natura. Con il limone: ha proprietà antibatteriche e detergenti, depurative perché ricco di citrati di sodio e potassio, disintossicanti dell’organismo, rimineralizzanti e antianemiche, attiva e rinforza le difese immunitarie. È ricchissimo di oli essenziali, il principale è il limonene, con elevato valore antibiotico e disinfettante. È leggermente acido.

Sgrassante, brillantante, detergente, antossidante, elimina gli odori, è digestivo e dissetante, potente antivirale in caso di mal di gola. Con l’aceto: Ricco di acido acetico, glicerina, alcol etilico, anidride solforosa, l’aceto è una sostanza acida. È un meraviglioso ammorbidente, anticalcare, mangia-odori, antibatterico, repellente. Con il bicarbonato di sodio: è un sale di sodio dell’acido carbonico, un elemento di origine minerale.

È una sostanza debolmente alcalina che impedisce la formazione di funghi; assorbe gli odori legandosi alle sostanze volatili responsabili dei cattivi odori, neutralizzandole; ha un forte potere igienizzante; grazie alla sua debole alcalinità, in grado di stabilizzare il PH delle soluzioni intorno all’8,1, inibendo la proliferazione di germi e batteri; riduce la durezza dell’acqua; essendo alcalino, accanto a sostanze acide o se sottoposto a temperature superiori ai 70 gradi, si decompone sviluppando Co2 (e quindi permette una migliore lievitazione, ad esempio, del pane).

Con l’acido citrico: un acido sotto forma di polvere bianca formata da piccoli cristalli, è uno degli acidi più diffusi negli organismi vegetali. Il succo di limone ne contiene il 5-7% e l’arancia l’1% circa, è presente in quasi tutta la frutta, nei legni, nei funghi, nel tabacco, nel vino e persino nel latte. Un tempo l’acido citrico si ricavava dal succo di limone. Rispetto all’aceto, un acido anch’esso, è più debole: per garantirne l’efficacia, quindi, occorre usarlo a una concentrazione maggiore, che va dal 15% al 20%.

I suoi utilizzi domestici sono tra i più svariati: i più noti lo vedono impiegato come anticalcare se diluito in acqua distillata, come ammorbidente eco-sostenibile per il lavaggio in lavatrice e disincrostante per la lavatrice, come brillantante per superfici. Nei detersivi viene impiegato per ridurre la durezza dell’acqua.

Esso non deve essere utilizzato puro sui tessuti e non deve essere impiegato per la pulizia di superfici quali legno, marmo e pietra, oltre che su tutti quei materiali per i quali è sconsigliato l’impiego di sostanze acide.

L’aceto e l’acido citrico, se miscelati, hanno un potere sterilizzante molto interessante. I batteri più comuni vivono in ambienti dal PH neutro, quindi tra 4,5 e il 10 1, da debolmente acido a debolmente alcalino. Se l’ambiente in cui vivono si sposta da questi valori di riferimento, i batteri non sopravvivono. Si utilizzano, quindi, acidi forti – inferiori a 4,5 – o alcali superiori a 10 per alterare il PH e sterilizzare gli ambienti dai batteri. Né l’aceto né l’acido citrico, da soli, sono però così forti: ma miscelandoli, si potenziano a vicenda: la soluzione ottimale è molto concentrata, mescolando in parti eguali i due ingredienti al 20%.

5 – TENETE SEMPRE PRONTI ALL’USO degli spruzzatori riciclati con acqua e aceto, acqua e bicarbonato, acqua e limone, acqua – detersivo per piatti ecologico e bicarbonato (ottimo per smacchiare e pretrattare le macchie difficili) e utilizzali frequentemente per passare le superfici! Risparmierete tempo, soldi e fatica!

6 – L’acqua bollente è uno dei detergenti più potenti.

7 – Acquistate attrezzature durature nel tempo. Per pulire tutto, indicatissimi sono i panni magici; oppure vi consigliamo anche le spugne di luffa.

La Luffa appartiene alla famiglia delle Cucurbitacee e annovera una decina di specie, di cui una di particolare interesse, la Luffa cylindrica (o Luffa aegyptica), che è utilizzata soprattutto a scopo alimentare e per altri usi commerciali, tra questi la produzione di spugne vegetali dalla durata infinita. Se il frutto della Luffa cylindrica viene fatto maturare sulla pianta diviene non più commestibile, si accumulano le sostanze amare e le fibre si lignificano: è a questo stadio che diviene possibile utilizzare lo stroma interno, ormai ridotto ad una rete di fibre elastiche, allontanando, attraverso macerazione nell’acqua, gli ultimi eventuali residui della parte polposa, la buccia e i semi.

Come si utilizzano le spugne vegetali

Grazie alle caratteristiche fisiche e meccaniche delle fibre del frutto maturo, la Luffa matura diviene una spugna vegetale da utilizzare sia in cucina che in sala da bagno, naturale, ipoallergenica e biodegradabile. Particolarmente indicata, grazie alla sua azione abrasiva, per rimuovere lo sporco incrostato.

Ha un’azione levigante della pelle, il massaggio effettuato con la Luffa bagnata e insaponata, durante la doccia o il bagno, produce un vero e proprio “peeling”, che elimina le cellule morte superficiali, con un effetto esfoliante che facilita il ricambio cellulare, rendendo la pelle morbida e liscia.

Per togliere gli inestetismi post ceretta, ossia i peli sottocutanei dovuti alla ricrescita, spalmate sulla pelle un olio emolliente o del sapone nero, fate agire per almeno un’ora, infine massaggiate delicatamente la vostra pelle con la spugna bagnata e insaponata.

Potrete massaggiarvi delicatamente, con movimenti circolari, sulla pelle asciutta con la spugna di Luffa asciutta anch’essa: questo movimento serve per riattivare la circolazione sanguigna, ma anche per effettuare uno scrub profondo, in particolare su quelle zone callose come gomiti e piedi.

Un massaggio quotidiano con la Luffa facilita l’assorbimento di eventuali creme anticellulite, migliorando anche la circolazione del sangue, una delle cause della cellulite stessa.

In cucina è perfetta in quanto abrasiva al punto giusto, toglie lo sporco, anche il più difficile, senza graffiare.
La Luffa si sciacqua facilmente, non trattiene sapone e asciuga rapidamente, dura moltissimo tempo ed è igienica. L’unica accortezza da osservare è quella di mettere la spugna ad asciugare una volta utilizzata.

Abbiamo già parlato di come la natura ci viene incontro anche nelle pulizie domestiche: oli essenziali, spezie ed erbe, aceto, bicarbonato e limone.
Ma lo sapevate che esiste anche un altro meraviglioso trucco per pulire, non solo ecologicamente, ma anche economicamente?
Questo metodo è il vapore acqueo che con la sua forza sterilizzante, ammorbidisce la macchia ed elimina i batteri: ecco qualche idea per pulire col vapore.

1. Pulire padelle e pentole incrostate Vi sarà certamente capitato di avere pentole e padelle incrostate, tanto da non farcela a pulirle con la sola spugna e detersivo ecologico. Provate così: coprite la pentola incrostata di acqua, aggiungete 1 cucchiaio di bicarbonato di sodio e mezzo limone strizzato e fate bollire per cinque minuti. Le macchie dovrebbero essersi ammorbidite: toglierle sarà ora un gioco da ragazzi!

2. Il vapore per gli scarichi domestici Tra i prodotti più pericolosi utilizzati in casa, ci sono i disgorgatori o sturalavandini. Questi prodotti sono prevalentemente composti da Soda Caustica (Idrossido di Sodio) o Acido Solforico, sostanze estremamente tossiche e aggressive per pelle e occhi e che possono rilasciare gas pericolosi soprattutto se a contatto con vapore acqueo caldo. Lo sturalavandini si può anche fare in casa: mescolare 150 gr di sale da cucina e 150 gr di Soda da bucato e versarla nello scarico. Immediatamente dopo versare una pentola di acqua bollente che pulirà, scioglierà e disinfetterà lo scarico stesso.
Per avere scarichi liberi, utilizzate questo sistema, con dosi giuste, una volta al mese.

3. Pulire il microonde Per pulire l’interno del microonde, inserirvi un contenitore con acqua bollente e quattro cucchiai di succo di limone. Lasciate che il vapore si sprigioni all’interno del microonde per almeno cinque minuti, infine rimuovete il contenitore piano piano. Il vapore avrà ammorbidito la macchia, per cui è il momento di detergere le zone più incrostate con una spugna leggermente abrasiva e sgrassatore biologico. Potete seguire questo procedimento anche con il forno tradizionale.

4. Togliere il calcare Il vapore dell’acqua bollente addizionata di aceto è un potente anticalcare per la lavastoviglie, lavatrice e anche per i bollitori elettrici. Lavatrice: versate, una volta al mese, 1 litro di aceto nella vaschetta del detersivo e azionate un lavaggio a 90 gradi. Lavastoviglie: mettete 1 bicchiere di plastica pieno di aceto nella lavastoviglie e azionate il programma per sporchi difficili. Bollitore elettrico: versate al suo interno acqua bollente e aceto in parti uguali e lasciate riposare tutta la notte. Al mattino risciacquate e pulite con un panno umido.

5. Spugne e panni magici igienizzati In una tinozza versate acqua bollente, 2 cucchiai di bicarbonato di sodio e 2 cucchiai di soda da bucato (non soda caustica!). Immergetevi le spugne e/o panni magici per 2-3 ore, impregnandole di soluzione ogni tanto. Torneranno come nuove.

6. Disinfettare con gli oli essenziali e acqua Per regalare un piacevole profumo alle stanze della vostra casa, bollite una tazza di acqua nella quale aggiungerete olio essenziale di lavanda, agrumi o balsamico. In alternativa potrete immergervi scorze di arancia, limone, cannella, chiodi di garofano o rosmarino. Oltre che a farvi risparmiare sui deodoranti sintetici, questo metodo è utile anche per disinfettare l’aria della vostra casa, considerando le proprietà antisettiche degli oli essenziali.

7. Pulire l’argento Riponete i vostri oggetti in una pentola e versatevi dell’acqua in modo da ricoprirli completamente. Aggiungete un cucchiaio di sale e uno di bicarbonato e lasciate bollire per tre minuti.

8. Detergere con il vapore In generale è, quindi, buona norma pulire pavimenti, bagno, cucina con acqua molto calda addizionata con bicarbonato, aceto, sale o limone.

I FLOREALI di VERDEVERO: USI ALTERNATIVI PER OGNI TIPO DI LAVATRICE.

Si forma un gel? Non senti abbastanza profumo?

Questa mini-guida ti da tutti i consigli per un bucato sempre perfetto e squisitamente profumato.

Problemi che potresti aver riscontrato:

  • IL FLOREALE NON SI SCIOGLIE BENE NELLA VASCHETTA DEL DETERSIVO;
  • RIMANE PRODOTTO NELLA VASCHETTA DELL’AMMORBIDENTE;
  • RIMANE PRODOTTO NELL’OBLÒ TRA IL VETRO E LA GUARNIZIONE;
  • RIMANGONO RESIDUI SUI CAPI SCURI;
  • NON SENTO ABBASTANZA PROFUMO DOPO IL LAVAGGIO;
  • NON SENTO PROFUMO DOPO L’ASCIUGATURA.

1) RIMANE PRODOTTO NELLA VASCHETTA DEL DETERSIVO

Con alcuni modelli di lavatrice può capitare a  che si formi una pappetta-gel di prodotto nella vaschetta del detersivo che non scende come dovrebbe.

-oppure-

Il FloReale si impacca con il detersivo e non scende quando si usa la partenza ritardata.

SIGNIFICA CHE IL FLOREALE NON RIESCE A SCIOGLIERSI, ECCO QUINDI ECCO LA SOLUZIONE, SEMPLICE E VELOCE:

 

1. DOVE METTERE I FLOREALI:

Segui questi semplici passi:

1. prendi i FloReali e spolverali bene spargendoli su tutto il fondo del cestello.
(Mi raccomando: non sopra e non in mezzo ai capi)

2. metti i capi nel cestello

3. avvia il ciclo di lavaggio per un tempo minimo di 50 minuti e superiore ai 30 gradi.

 

2. LA REGOLA DEI 2/3:

Ricordati inoltre che per un lavaggio efficace devi seguire la regola dei 2/3.

Non devi quindi mai caricare la tua lavatrice per più di 2/3 del cestello, in modo che i FloReali possano avere spazio tra i vestiti per sciogliersi bene.

In questa maniera sei sicura di sciogliere i tuoi FloReali.

Non solo!
Questa regola è quella che ti permette di ottenere il massimo dal lavaggio: una lavatrice troppo piena non lava mai bene!

 

3. HAI L’ASCIUGATRICE? ECCO UN USO ALTERNATIVO:

  1. In asciugatrice, ti basterà inserire la dose che preferisci in un sacchettino di stoffa, o un calzino spaiato.
  2. Controlla bene che non fuoriesca la polvere dalla trama, agitando e pizzicando un po’ il sacchetto/calzino
  3. quindi fai un bel nodo
  4. puoi inserirli direttamente in asciugatrice assieme ai capi.

Puoi riutilizzare il sacchetto quante volte lo desideri, finché il profumo si esaurisce.

Una volta esaurito il profumo, puoi gettare la polvere dei FloReali direttamente nell’umido organico.

 

2) RIMANE PRODOTTO NELL’OBLÒ TRA IL VETRO E LA GUARNIZIONE

È possibile che alcuni residui di FloReali creino un grumo gelatinoso che durante i primi giri del cesto si vanno a incastrare tra il vetro e la guarnizione, senza entrare poi in circolo con i panni.

Questo può capitare nelle lavatrici di nuova generazione, che utilizzano meno acqua, oppure perché il Prodotto non ha riscontrato nel lavaggio le condizioni migliori per lavorare

ECCO QUALI ACCORGIMENTI ADOTTARE PER RISOLVERE:

1. RIEMPI MENO IL CESTELLO:

Ricorda che i capi hanno bisogno di spazio per potersi sfregare tra di loro, se occupano troppo spazio, la polvere dei FloReali (che scende lateralmente) non trova spazio per infilarsi tra i capi.
(Vedi punto 4.)

2. FAI LAVAGGI DI DURATA (E A TEMPERATURA) IDONEA:

Una delle cause più frequenti di problemi riscontrati con la lavatrice, è l’abitudine di fare lavaggi brevi e a basse temperature.

Questi lavaggi a lungo andare possono dare vita a problemi di muffe, residui e cattivi odori, perché creano l’ambiente ideale alla loro proliferazione.

Ricorda inoltre che i lavaggi brevi (meno di 50 minuti) non lavano approfonditamente i tuoi capi, e spesso ti fanno sprecare Detersivo e additivi che non hanno il tempo di agire, questo è il caso anche dei FloReali.

Scegli quindi dei lavaggi di minimo 30/40° e della durata minima di 50 minuti. In questo modo ti assicuri di avere dei capi veramente lavati, ed otterrai migliori risultati con i FloReali.

Riserva i lavaggi brevi unicamente per dare una “rinfrescata” a capi poco utilizzati e solo se indossati di recente, se proprio devi! 😉

3. METTI LA POLVERE DIRETTAMENTE NEL CESTELLO:

Una volta riempito correttamente il cestello, ed impostato un lavaggio ottimale, puoi anche scegliere di distribuire in modo omogeneo la polvere direttamente sui capi appena prima di avviare il lavaggio.

4. FAI SCIOGLIERE IN ANTICIPO I FLOREALI:

Un altro sistema che puoi attuare, anche in questo caso, è quello di far sciogliere prima i FloReali.

Se non hai lo Shaker (era in dotazione con alcuni Kit fino a luglio 2019 circa, ora è fuori produzione), puoi utilizzare un bicchiere, o ancora meglio un vecchio vasetto di marmellata.

  • versaci la quantità di FloReali desiderata;
  • aggiungi acqua (anche acqua calda, ma non troppo);
  • agita energicamente;
  • avvia il lavaggio, aspetta qualche secondo, e versa il contenuto nella vaschetta (ricorda, dallo scomparto del Detersivo).

Questo rimedio è ottimo anche se preparato in anticipo: fallo la mattina e alla sera troverai i FloReali completamente sciolti e pronti da usare!

3) RIMANE PRODOTTO NELLA VASCHETTA DELL’AMMORBIDENTE

Abbiamo riscontrato che, in alcuni modelli di lavatrice, mettendo il FloReale nella vaschetta dell’ammorbidente si forma un gel che non riesce a scendere.

PERCHÉ SUCCEDE: LA VASCHETTA AMMORBIDENTE NON È ADATTA.

Perché non è indicato mettere il FloReale nella vaschetta dell’ammorbidente:

  1. I FLOREALI HANNO BISOGNO DI TUTTO IL CICLO DI LAVAGGIO PER AGIRE AL MEGLIO SUI CAPI: il lavaggio ottimale consigliato ha una temperatura minima di 30/40° ed una durata minima di 50 minuti;
  2. IL PROFUMO DURA POCO: il profumo non sarà bello persistente alla fine del lavaggio;
  3. I CAPI NON RISULTANO MORBIDI: la cellulosa del FloReale ha un effetto ammorbidente “meccanico”, significa che si gonfia e dilata le fibre rendendole più morbide.
    Se lo metti nella vaschetta dell’ammorbidente tuttavia, entra in azione troppo tardi e in questo modo i tuoi capi non hanno tempo di ammorbidirsi.

4) RIMANGONO RESIDUI SUI CAPI SCURI

Può capitare che a volte rimangano dei pelucchi o dei residui sui capi scuri e per questo devi fare un secondo lavaggio:

DA COSA È DATO: LAVATRICE TROPPO CARICA.

SOLUZIONE: Prova a caricare la macchina nel modo corretto.

Significa che una volta chiuso l’oblò vedi che hai impegnato due terzi dello spazio. Se vai oltre comprometti lavaggio e risciacquo.

Per un lavaggio ottimale non riempire mai oltre 2/3 dell’oblò.

Se si presenta questo problema significa che hai caricato troppo la macchina e le fibre avevano poco spazio per sciacquarsi.

I capi non si strofinano: I capi in lavatrice hanno bisogno di spazio per strofinarsi l’uno all’altro. Se lasci poco spazio, la lavatrice è troppo carica e non permette alle fibre di strofinarsi tra di loro e quindi di sciacquarsi a fondo.

Non solo questo ma:

I capi si lavano più difficilmente.

Il movimento stesso della macchina svolge una azione che mima quello che facevano le nostre nonne quando lavavano i panni a mano e sbattevano i capi sulla tavola da lavaggio.

Se ci fai caso la lavatrice, in una precisa fase del lavaggio, fa questo tipo di azione: gira per un breve tratto e poi si ferma di colpo.

In quella azione i vestiti ricadono su loro stessi nel fondo del cestello e in pratica si sbattono.

Se riempi troppo il cesto limiti queste due azioni meccaniche che unite all’azione chimica del detersivo ti danno il pulito che tu vuoi.

5) NON SENTO ABBASTANZA PROFUMO

Senti poco profumo sui tuoi capi a fine lavaggio?

PROVA AUMENTANDO LA DOSE:

Ricorda che i FloReali sono dosabili per darti maggiore libertà e scegliere tu quanto e di cosa profumare durante il giorno.

Se senti poco profumo prova ad aggiungere una dose maggiore al tuo lavaggio.

(Maggiore è la dose e maggiore sarà il profumo che percepirai a fine lavaggio.

Se aumentando la dose riscontrerai il problema che non si scioglie completamente la polvere nella vaschetta allora segui i consigli sopra.)

 

6) NON SENTO PROFUMO DOPO L’ASCIUGATURA

Dopo l’asciugatura in asciugatrice si sente poco profumo?

SOLUZIONE DEL SACCHETTO/CALZINO:

Il Floreale può essere messo comodamente in asciugatrice per profumare i vestiti anche nella fase di asciugatura.

Prendi il Sacchetto per FloReali (in dotazione con alcuni Kit) e metti una dose di floreale al suo interno.

Aggiusta la dose in base alla tua sensibilità al profumo, ed all’intensità che vuoi ottenere, ricorda: i FloReali sono dosabili!

Chiudi il sacchetto con un nodo e mettilo in asciugatrice insieme ai panni da asciugare.

Il sacchetto è riutilizzabile fino a quando rimane del profumo.

P.s.: occhio a non abbondare o riempi la casa di profumo di fiori! ;P

Non mi resta che augurarti un meraviglioso bucato sano e profumato con i FloReali e Verdevero!

 

❕‍♀️‍♀️ Se vuoi ulteriori informazioni scrivi direttamente alle Cleaning Coach, che ti daranno volentieri una mano! 

I canali dedicati per richiedere assistenza sono:

Via emal all’indirizzo: [email protected]

Facebook tramite questo link: https://m.me/verdevero.it

Il comune bicarbonato, anche detto idrogenocarbonato di sodio, carbonato acido di sodio o carbonato monosodico è un sale di sodio dell’acido carbonico, un elemento di origine minerale.

Bicarbonato di sodio: utilizzi in casa per pulire

Si presenta come una finissima e ruvida polvere bianca e presenta caratteristiche fisiche ed organolettiche davvero utili per detergere, per la salute, in cucina e tanto altro:

-è delicatamente abrasiva;

-impedisce la formazione di funghi;

-assorbe gli odori legandosi alle sostanze volatili responsabili dei cattivi odori, neutralizzandole;

-ha un forte potere igienizzante. Grazie alla sua debole alcalinità, in grado di stabilizzare il PH delle soluzioni intorno all’8,1, inibisce la proliferazione di germi e batteri;

-riduce la durezza dell’acqua. Essendo alcalino, accanto a sostanze acide o se sottoposto a temperature superiori ai 70 gradi, si decompone sviluppando Co2 (e quindi permette una migliore lievitazione, ad esempio, del pane).

Ricette a base di bicarbonato

Igiene e pulizia

Per la pulizia quotidiana della caffettiera vi consigliamo di sciacquarla con la sola acqua corrente: i problemi di calcare, che un’acqua domestica è solita contenere, e che tendono a ostruire i forellini del filtro, si risolvono con i bicarbonato: riempite la macchinetta del caffè di acqua e 1 cucchiaino di bicarbonato, versandone 1 anche nel filtro del caffè al posto della polvere. Fate salire l’acqua come se preparaste un buon caffè!

Igiene in frigorifero

Il frigorifero è un ricettacolo di batteri: è una buona pratica tenerlo pulito, ma occhio a quello che utilizzate. I detergenti convenzionali in commercio contengono spesso additivi chimici che non è bene far entrare in contatto con il nostro cibo. Inoltre, sono cari. Per pulire pareti e ripiani interni si può utilizzare una spugnetta imbevuta di una soluzione con 2 cucchiai di bicarbonato disciolti in 1/2 litro d’acqua. Per neutralizzare gli odori sgradevoli che si formano all’interno del frigorifero, riponete un contenitore aperto (una scatola, una ciotola) pieno di bicarbonato su un ripiano e sostituitelo ogni 3 mesi.

Cura della lavastoviglie

Avere cura delle cose che vi circondano è un passo importante se vorrete diventare dei perfetti risparmiatori ecologici. Gli elettrodomestici durano molto più di quello che vogliono farci pensare, basta fare della manutenzione costante. In tal senso, aceto, acido citrico e bicarbonato sono alleati perfetti, costano pochissimo e sono duttili.

In lavastoviglie, ad esempio, vi consigliamo, una volta al mese, di mettere 100 gr di bicarbonato e fare un lavaggio a vuoto: ottimo per sgrassare e deodorare. Ogni 15 giorni è anche buona cosa pulire i filtri, sempre utilizzando bicarbonato. E per prevenire gli odori sgradevoli, spargete direttamente sulle stoviglie sporche del bicarbonato e avviate il ciclo di pre-lavaggio.

Una cucina pulita e sanificata

Se i piatti li lavate a mano è buona norma: a- riciclare i limoni spremuti e metterli nell’acqua dove si laveranno i piatti; b- versarvi anche 1 cucchiaio di bicarbonato per una detersione sicura.

È altrettanto importante lavare bene frutta e verdura: immergete i vostri frutti della terra in una soluzione di acqua e bicarbonato per 10 minuti, poi sciacquate. E non dimenticate di pulire bene utensili, lavelli e piani di appoggio: passate una pasta di acqua e bicarbonato, 3 parti di prodotto e 1 di acqua, sulla superficie da pulire, sugli utensili utilizzati… lo sporco se ne andrà in un lampo!

Via le macchie di cibo dal forno (anche a microonde)

Prodotti da forno addio! Per eliminare le tenaci tracce di cibo e unto nel forno, anche in quello a  microonde, impastate tre parti di bicarbonato e una d’acqua e, a forno freddo, sfregatela sulle superfici interne, sulle pareti e sulle griglie con l’aiuto di una spugnetta.
Quindi risciacqua e asciuga. Ottimo escamotage anche per eliminare i cattivi odori.

Pentole incrostate

Per rimuovere le incrostazioni leggere da pentole e padelle, una volta raffreddate, versate del bicarbonato direttamente sulla loro superficie. Aggiungete acqua calda e lasciate agire per una quindicina di minuti, quindi procedete al lavaggio. Se invece le incrostazioni sono più tenaci, miscelate tre parti di bicarbonato e una d’acqua, sfregate questa crema sui residui di cibo con l’aiuto di una spugnetta, lavate come d’abitudine.

Bicchieri e tazze splendenti

I vostri preziosi calici, o bicchieri di uso quotidiano, presentano macchie residue di calcare: non gettate via denaro in brillantanti costosi e spesso inutili, oltre che inquinanti.
Riempite piuttosto i vostri bicchieri con acqua tiepida e 25 gr di bicarbonato, passateli delicatamente con una spugnetta non abrasiva e risciacquateli con cura.
Questa crema è ottima anche per rimuovere gli aloni di tè e tisane dalle tazze: se le macchie sono particolarmente ostinate, lasciate in ammollo per tutta la notte.

Rinfresca e deodora tappeti e tessuti

Per rinfrescare tappeti e tessuti, e questa pratica diventa particolarmente importante se in casa vostra abitano animali, cospargete la superficie da trattare, tappeti, moquette e poltrone in stoffa, con uno strato uniforme di bicarbonato, lasciate agire per almeno 15 minuti, poi aspirate con l’aspirapolvere.
In caso di odori persistenti o macchie difficili lasciate dai nostri amici animali, lasciate agire il prodotto anche fino a 24 ore. Questo sistema è molto utile anche per ravvivare i colori dei tessuti d’arredamento.

Via l’umidità, via gli odori

Neutralizzate e soprattutto prevenite la formazione di cattivi odori negli armadietti, nei cassetti e nelle scarpiere. Come? Ovviamente con il bicarbonato. Prendetene una confezione, rimuovetene la parte frontale, in modo che l’aria sia a contatto con la maggior superficie possibile di prodotto, e riponetela nei cassetti o negli armadietti; è possibile utilizzare anche un diverso contenitore e riempirlo con ½ tazza (150g) di prodotto. Se poi siete amanti delle profumazioni, addizionate il bicarbonato con qualche goccia di olio essenziale balsamico, al rosmarino, alla lavanda, agli agrumi…

Argento splendente

Per pulire e lucidare l’argenteria, formate un impasto con acqua e bicarbonato, 3 parti di polvere e 1 d’acqua, e applicatelo mediante un panno di cotone o di lino direttamente sulla superficie dell’oggetto da pulire, insistendo in modo particolare sugli sbalzi e le decorazioni. Poi sciacqua e asciuga. Il bicarbonato aiuta anche a far ritrovare lucentezza ai gioielli in argento: ricoprite con un foglio di carta d’alluminio un recipiente e riempirlo con acqua calda: aggiungete qualche cucchiaio di bicarbonato e di sale da cucina (1 cucchiaio: 25g) ogni litro d’acqua. Immergete l’oggetto da pulire e lasciatelo a bagno in questa soluzione per un’ora, sciacquate e asciugate con un panno morbido.

Bagno e doccia: via calcare e muffa

Per pulire le superfici del box doccia cospargi una spugna umida con del bicarbonato, sciacqua e asciuga. Stesso metodo è utile per detergere le tende-doccia in plastica; il bicarbonato elimina anche le tracce di muffa del tappetino antiscivolo, spargendolo sopra esse e lasciandolo agire per qualche minuto; cospargete la vasca da bagno con una pasta di bicarbonato e acqua (3 parti di polvere e 1 di acqua) e detergete bene con una spugna; risciacquate e asciugate con un panno; con il bicarbonato potrai infine rimuovere il calcare dai rubinetti e sanitari in porcellana: miscelate 3 parti di polvere con 1 di acqua e sfregate questa pasta sull’area da pulire con una spugna umida.

Allunga la vita della tua lavatrice

La vita media di una lavatrice, 6-7 anni, può aumentare adottando piccoli accorgimenti di manutenzione: come si accennava sopra, utilizzare regolarmente bicarbonato contrasta la formazione del calcare. Basta aggiungere ad ogni lavaggio 1 cucchiaio (25g) di polvere al normale detersivo; effettuate, poi, una volta al mese un lavaggio a vuoto con mezza tazza (150g) di bicarbonato per mantenere l’apparecchio pulito.

Trucchetti salva bucato

Capi e tessuti sempre morbidi? Nella vaschetta dell’ammorbidente versate 25 gr di bicarbonato, oppure, a mano, direttamente nell’acqua di ammollo del bucato. Mai utilizzare bicarbonato su lana e seta.
Se la macchia è fresca, è sufficiente bagnarla con acqua fredda, aspettare qualche minuto e cospargerla di polvere, lasciando agire per almeno un’ora prima di lavare l’indumento in lavatrice. Se invece la macchia è secca, procedete così: stendete l’indumento sul tavolo, bagnate la macchia con acqua fredda e lasciate agire per qualche minuto. Nel frattempo, formate una pasta di bicarbonato e acqua fredda che spalmerete sulla macchia: lasciate asciugare e spazzolate via i residui prima di lavare in lavatrice.

Scarpe come nuove

Ecco qualche consiglio per avere scarpe “come nuove”:
dopo aver controllato la resistenza dei colori e rimosso le stringhe, lava le scarpe in lavatrice aggiungendo 1 cucchiaio di bicarbonato all’acqua del risciacquo. Per il lavaggio manuale, aggiungere la stessa dose di bicarbonato nell’acqua e lasciarle tutta la notte in ammollo; si può anche optare per una pulizia “a secco”, cospargendo l’interno delle scarpe con il bicarbonato e lasciandolo agire per 24 ore; se soffrite di sudorazione eccessiva ai piedi, cospargete le suole con un velo di polvere: il bicarbonato assorbe gli odori e il vostro piede rimarrà più fresco.

Un bagno speciale

Alcuni accorgimenti renderanno il vostro bagno davvero speciale: no, niente bagnoschiuma che promette pelli alla Cleopatra, volti di pesca ecc, ecc… Stiamo sempre parlando di bicarbonato. Partiamo dall’acqua della vasca: è consigliabile non superare i 37°C circa, ossia la temperatura del nostro corpo. Riempite la vasca e versarvi mezza tazza (150 gr) di bicarbonato che, oltre ad addolcire l’acqua evitando che secchi la pelle, lascia anche la piacevole sensazione di una pelle liscia e morbida.

Dopo aver pensato al corpo, dedicatevi al viso grazie al vapore che, stimolando la microcircolazione, migliora l’ossigenazione dei tessuti e, aprendo i pori, favorisce l’eliminazione delle impurità e facilita la penetrazione e l’assorbimento dei principi contenuti nella crema o nella maschera di bellezza. Versate quindi dell’acqua calda in una bacinella e aggiungete un cucchiaio (25g) di bicarbonato. Coprite la testa con un asciugamano e fate agire il vapore per circa 10 minuti, inspirando ed espirando dolcemente. Questi suffimigi sono un toccasana anche per le vie respiratorie, liberano e aiutano a pulire dalle impurità.

Deodorante per ascelle

I deodoranti in commercio, oltre a costare molto (2-3 euro in media), contengono anche elementi nocivi per la nostra salute come l’alluminio. Ma anche questa volta sarà il bicarbonato a correre in nostro aiuto: spalmate un velo di polvere bianca sulle ascelle e l’odore di sudore sarà solo un ricordo. Potete optare anche per un batuffolo di cotone spolverato con bicarbonato e passato sulle ascelle.

Piedi dolenti, gonfi e stanchi

Un’ottima soluzione consiste nel dedicare una decina di minuti ad un pediluvio di benessere immergendo i piedi in una acqua calda addizionata con 50 gr di bicarbonato. Ad una certa temperatura, infatti, il bicarbonato di sodio si decompone e libera anidride carbonica (è il noto “effetto effervescente”) che a sua volta favorisce la microcircolazione venosa a livello dell’epidermide: l’effetto è un po’ simile a quello di un idromassaggio.
Dopo l’ammollo, impastate 3 parti di polvere e 1 parte di acqua e sfregatelo sulle callosità: questo procedimento serve per eliminare le cellule morte e per donare morbidezza alla pelle.

Manicure casalinga al bicarbonato

Ammorbidisci la pelle delle tue mani, sciogliendo 2 cucchiai (50 gr) di bicarbonato in un litro di acqua tiepida, e immergi le mani per dieci minuti.
Se poi desideri eliminare residui di sporco da sotto le unghie, inumidite uno spazzolino e cospargetelo do polvere, sfregandolo delicatamente attorno alle unghie.
Per ammorbidire le pellicine intorno alle unghie, inumiditele e sfregatele con un pizzico di bicarbonato, poi sciacquate e asciugate bene le mani.

Sbiancante per i denti

Sono rari i prodotti efficaci e poco costosi come lo stesso bicarbonato di sodio. Se avete problemi di denti gialli, non occorre acquistare costosi sbiancanti per denti all’ultima moda (si va dai 3 euro in su): anche qui ci arriva il bicarbonato. Cospargete con ¼ di cucchiaino da tè di bicarbonato lo spazzolino da denti umido e strofinate i denti: fate quest’operazione una volta al giorno o ogni due giorni, e usate un dentifricio normale nelle altre occasioni.

Alito cattivo

se vi affliggono problemi di alitosi, provate a sciogliere 1 cucchiaino (5 gr) di bicarbonato in un bicchiere d’acqua. Poi sciacquate la bocca come se fosse un collutorio.
Se nonostante un’accurata igiene orale e l’eliminazione delle sostanze tipicamente causa di alitosi, vale la pena di approfondirne le cause con il medico di fiducia o con uno specialista.

Uno scrub per la pelle casalingo

Ecco una ricetta tutta naturale per il tuo scrub casalingo: mescolate 4 cucchiai di latte detergente con 2 cucchiai di bicarbonato e applicate questa miscela, tramite un delicato massaggio circolare, su tutto il corpo, meglio ancora se con un guanto apposito per il peeling.
Sciacquate con acqua tiepida sotto la doccia, tamponate la pelle con un asciugamano morbido e applicate una dose abbondante di crema idratante e lenitiva. Questo “scrub al bicarbonato” va bene anche per il volto, da applicare una volta a settimana: dopo il trattamento la pelle potrebbe presentare un leggero arrossamento, che durerà pochissimo tempo.

Capelli morbidi e puliti

In commercio vi sono balsami, creme e maschere molto costose per trattare i capelli e far loro riacquisire lucentezza e morbidezza: se siete in decrescita, questi prodotti sono banditi. Intanto, per capelli sani e forte, la prima regola è un’alimentazione varia, ricca di frutta, verdura e cibi integrali. Seconda cosa, potrete avvalervi del bicarbonato anche questa volta, aggiungendo 1 cucchiaino all’abituale shampoo, direttamente sul palmo della mano.
Quindi massaggiate e risciacquate accuratamente.

Lievito casalingo

Il bicarbonato, tra le mille altre cose, vi sarà molto utile per rendere soffici e fragranti i prodotti da forno. Perché? Quando viene riscaldato, o se si trova a contatto con sostanze acide, il bicarbonato di sodio rilascia anidride carbonica: è così che si ottiene l’effetto “lievitante”.
Ecco come ottenere un cucchiaino di lievito casalingo:
mescolate ¼ di cucchiaino (1-2 gr) di bicarbonato con ¾ di cremor tartaro;
oppure, ¼ di cucchiaino di bicarbonato con 125 gr di yogurt;
oppure, ¼ di cucchiaino di bicarbonato con ½ cucchiaino di aceto o succo di limone e 100 g di latte.
La dose per far lievitare 225 gr di farina è 1 cucchiaino (5 gr) di bicarbonato e 2 cucchiaini di cremor tartaro.

Ammollo dei legumi

Per una ottimale cottura dei legumi, metteteli in ammollo dalle 8 alle 12 ore a seconda del legume, in acqua e 1 cucchiaio di bicarbonato.

Piante e fiori

Se avete la passione per piante e fiori, è bene tener presente quanto segue:
– I vasi sono da tenere ben puliti, per far respirare meglio le piante. Acqua calda e bicarbonato vi aiuteranno in questo compito, basta sciacquarli dentro e fuori con la soluzione.
– Le foglie sono i polmoni delle piante: per questo motivo devono sempre essere pulite. Per pulirle, passatele con una spugnetta morbida imbevuta in una soluzione di acqua e bicarbonato.
– Problemi di parassiti? Mescola 5 gr di bicarbonato e 3 cucchiai di olio d’oliva, versate 2 cucchiaini di questa miscela in una tazza d’acqua, 0,3 litri, riempite uno spruzzatore con questa soluzione e spruzzatela sulla pianta, evitando il getto diretto sui fiori. Quest’operazione va ripetuta ogni 20 giorni.

Riutilizza il bicarbonato!

Quando il prodotto comincia ad esaurire il suo potere neutralizzante, usalo per rivestire il fondo del bidone della spazzatura, prima di infilarvi un sacchetto nuovo, oppure, gettane una manciata direttamente sui rifiuti.

 

Le spugne che troviamo in commercio sono realizzate con fibre di origine sintetica; in alternativa, a costi molto alti e fortunatamente ormai rare da trovare, quelle animali, le spugne marine, esseri viventi la cui uccisione compromette l’equilibrio dei fondi marini.

Le spugne di luffa: naturali, ecosostenibili, eterne!

Esiste, però, un tipo di zucca, la Luffa (o Loofa), utilizzata e coltivata da tempo dai popoli che vivono nei paesi caldi come l’Indocina, l’Indonesia, le Antille francesi e l’Asia tropicale in genere. La Luffa viene coltivata come pianta ornamentale, alimentare, officinale e da fibra. In genere è una pianta che ha bisogno di caldo e umidità per crescere, ma sono ormai molte le realtà che la coltivano e commercializzano anche in Italia.
La Luffa appartiene alla famiglia delle Cucurbitacee e annovera una decina di specie, di cui una di particolare interesse, la Luffa cylindrica (o Luffa aegyptica), che è utilizzata soprattutto a scopo alimentare e per altri usi commerciali, tra questi la produzione di spugne vegetali dalla durata infinita.

La Luffa cylindrica produce frutti appartenenti al tipo dei peponidi, allungati e cilindrici: con la maturazione, la polpa del frutto si modifica e, da morbida e commestibile allo stadio giovanile, diventa all’interno fibrosa e spugnosa, e le sue fibre coriacee ed elastiche.
I frutti sono commestibili solo allo stadio giovanile e ricordano le nostre zucchine. A scopo alimentare sono utilizzate anche le foglie, i boccioli fiorali e i giovani frutticini.
Se il frutto viene fatto maturare sulla pianta diviene non più commestibile, si accumulano le sostanze amare e le fibre si lignificano: è a questo stadio che diviene possibile utilizzare lo stroma interno, ormai ridotto ad una rete di fibre elastiche, allontanando, attraverso macerazione nell’acqua, gli ultimi eventuali residui della parte polposa, la buccia e i semi.

Come si ottiene la spugna
A completa maturazione, il frutto ormai maturo viene fatto essiccare e, successivamente, pelato, distaccando la parte esterna, i residui di polpa e i semi.
Si scoprirà un frutto ricoperto di venature spugnose, fibroso, soffice ma incredibilmente resistente, leggero, di forma cilindrica e con dimensioni che arrivano anche a 50-60 cm di lunghezza con un diametro di 20: è però molto leggero, infatti pesa soli 30-50 grammi.

Come si utilizzano le spugne vegetali
Grazie alle caratteristiche fisiche e meccaniche delle fibre del frutto maturo, la Luffa matura diviene una spugna vegetale da utilizzare sia in cucina che in sala da bagno, naturale, ipoallergenica e biodegradabile.
Ha un’azione levigante della pelle, il massaggio effettuato con la Luffa bagnata e insaponata, durante la doccia o il bagno, produce un vero e proprio “peeling”, che elimina le cellule morte superficiali, con un effetto esfoliante che facilita il ricambio cellulare, rendendo la pelle morbida e liscia.
Per togliere gli inestetismi post ceretta, ossia i peli sottocutanei dovuti alla ricrescita, spalmate sulla pelle un olio emolliente o del sapone nero, fate agire per almeno un’ora, infine massaggiate delicatamente la vostra pelle con la spugna bagnata e insaponata.
Potrete massaggiarvi delicatamente, con movimenti circolari, sulla pelle asciutta con la spugna di Luffa asciutta anch’essa: questo movimento serve per riattivare la circolazione sanguigna, ma anche per effettuare uno scrub profondo, in particolare su quelle zone callose come gomiti e piedi.
Un massaggio quotidiano con la Luffa facilita l’assorbimento di eventuali creme anticellulite, migliorando anche la circolazione del sangue, una delle cause della cellulite stessa.
In cucina è perfetta in quanto abrasiva al punto giusto, toglie lo sporco, anche il più difficile, senza graffiare.
La Luffa si sciacqua facilmente, non trattiene sapone e asciuga rapidamente, dura moltissimo tempo ed è igienica. L’unica accortezza da osservare è quella di mettere la spugna ad asciugare una volta utilizzata.

Altri utilizzi
La Luffa viene utilizzata anche applicandole un manico di legno in modo da ottenere una “spazzola” per lavare la schiena; si confezionano anche manopole da bagno e delle strisce lavaschiena, con una parte di tessuto e una di Luffa, così da avere una parte un po’ più ruvida e una più morbida per le zone più delicate del corpo.
La Luffa di qualità più morbida e con la trama del reticolo più largo può venire impiegata per imbottiture e per riempimento di vari oggetti domestici (sedie, poltrone ecc.), oppure per confezionare dischetti detergenti per il viso, come suola per ciabattine di cotone o come solette sottopiede traspiranti per le scarpe, per imballaggi, come substrato per colture idroponiche.

Come pulire casa in modo naturale.

I batteri non sempre sono acerrimi nemici dell’uomo, ci sono delle regole domestiche basilari da osservare affinché l’equilibrio sporco-pulito sia mantenuto.

Ecco un piccolo vademecum in 7 punti

1 – Detergere regolarmente le superfici con un panno magico bagnato in acqua molto calda;

2 – Spazzare ogni giorno, eliminando polvere e sporco senza l’ausilio di alcun prodotto;

3 – Smettere di avere la fobia di funghi e batteri: se la vostra casa è detersa costantemente non c’è pericolo che si annidino e riproducano;

4 – Utilizzare sostanze naturali quali aceto, limone, bicarbonato, acido citrico: se ne trae un gran beneficio sia economico che di salute. Prepara degli spruzzatori riciclati con acqua e aceto, acqua e bicarbonato, acqua e limone e utilizzali frequentemente per passare le superfici;

5 – Il miglior disinfettante è l’acqua bollente;

6 – Per pulire bastano pochissimi prodotti: la maggioranza dei detersivi convenzionali, ammorbidenti, pulitori da forno, brillantanti, sbiancanti, sono pericolosi, non sempre efficaci, costosi e inquinanti;

7 – In commercio ci sono detersivi ecologici, ancor meglio biologici, sono più cari, ma durano molto di più vista la loro concentrazione maggiore. Il detergente ecologico che si rispetti deve avere tutti gli ingredienti di origine vegetale1. Gli ingredienti devono essere indicati in etichetta. Deve avere una certificazione, preferibilmente Icea o Aiab. Non deve essere testati su animali: la certificazione più importante è quella della Lega Anti Vivisezione (LAV).

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In un solo colpo inizia a pulire naturalmente e ti liberi di tutti i prodotti nocivi per te, la tua famiglia e l’ambiente.

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Vivere in maniera ecologicamente corretta in casa propria significa fare il pane, i biscotti e le fette biscottate; significa farsi lo yogurt, le marmellate e i sottaceti; significa coltivare un orto e fare il compost; riciclare il più possibile e barattare l’impossibile. Letta così, sembra un lavoro! E, in effetti, un po’ lo è…
Colui che avrà l’interesse ad approcciare le buone pratiche ecologiche casalinghe dovrà tenere conto di alcuni principi fondamentali.

1 – Le buone pratiche ecologiche fanno sì risparmiare denaro alla vostra famiglia, ma ciò che vi porterà a perseverare sarà il livello di convinzione con il quale siete giunti a questa scelta. Si pratica l’autoproduzione per essere meno impattanti sull’ambiente; per avere il controllo su ciò che mangiamo, con cui ci laviamo, con ciò che vestiamo…; per scegliere le materie prime dal produttore che ci sembra più in linea con la nostra filosofia slow; per consolidare la nostra presenza sul territorio, acquistando locale; per aumentare la nostra autostima (Sì, il pane lo so fare da sola!!!); e, infine, per risparmiare. Scegliete voi la lista delle priorità, ma il mero fine utilitaristico non vi basterà!

2 – Per beneficiare di risultati evidenti ci vuole tempo e costanza: la nostra società ci insegna ad andare svelti, a trovare tutto pronto, a risolvere i problemi con uno schiocco di dita. Ebbene, se deciderete di autoprodurre dovrete armarvi di tanta costanza e mettervi nell’ottica che il pane con la pasta madre lievita in 10 ore, che prima di raccogliere i peperoni nell’orto dovranno trascorrere 6 mesi, che le fragole in inverno non crescono e, quindi, non si mangiano, e che il sabato, invece di andare al centro commerciale, si sta in casa con le amiche e la propria famiglia a fare la pizza e i biscotti per la settimana!

3 – Accuratezza e precisione: ecco altre due condizioni senza le quali l’ecologia domestica non può sussistere. Accuratezza perché una buona pratica è quella di segnare tutte le uscite, anche la più piccola (persino il caffè al bar del quartiere), accantonare tutti gli scontrini, prevedere le vostre spese fisse (mutuo, assicurazione della macchina…) e fare scelte consequenziali. Dotatevi di un quaderno per gli appunti dove vi segnerete le spese affrontate o di un programmino open software, ossia gratuito, che vi aiuterà nella gestione delle spese domestiche.

4 – Bando alle chiusure: parola d’ordine, fare rete! La vostra vicina di casa alleva delle splendide e sane galline, a ben vedere ha anche un albero di mele, uno di albicocche e uno di pere… Forse vi conviene farvela amica! E non solo per un tornaconto personale: per stare bene in un luogo, è fondamentale fare rete locale, partendo dal proprio vicino di casa. Con le uova che la signora vi donerà in cambio di un sorriso o di un po’ di pasta acquistata tramite Gruppi di Acquisto Solidale, farete ottime frittate e con le mele, che, con ogni probabilità andrebbero a marcire in terra, squisite confetture.

5 – Il buon ecologista domestico non spreca niente: non acquisterete niente più di quello che vi serve. Tenterete di riciclare quasi tutto. Costruirete una compostiera domestica. Cucinerete con gli avanzi. Curioserete nella cantina della nonna e nella soffitta del papà alla ricerca di antichi tesori nascosti (lenzuola di ottimo cotone ricamato, brocche di ceramica nelle quali servire acqua e vino, sedie tarlate da recuperare con fantasia, oggetti da destinare a nuova vita…). Un piccolo trucco? Ogni volta che state per gettare qualcosa nella pattumiera, immaginate una banconota da dieci euro…

6 – Apri la mente. Non si diventa un buon ecologista domestico se non si apre la mente. Fin dalla prima infanzia ci hanno abituati a pensare in un certo modo: che tutto quello che facevano le nostre nonne, seppur non privo di fascino, è vecchio, duro e difficile; che per vivere bene occorre circondarsi di merce; che solo il detersivo ultra tossico pulisce davvero; che fare il pane in casa è impossibile per chi lavora; che lo yogurt si acquista solo al supermercato; che senza carne ci si ammala… Prendete tutte queste convinzioni e mettetele da parte. Poi, se le buone pratiche ecologiche non vi avranno convinto, riprendete i vecchi stili di vita: a patto che ci riusciate. Concedetevi il lusso di imparare, e quindi di sbagliare, di mettervi in discussione sempre, di modificare il vostro stile di vita almeno per un po’. Cercate di guardare la vita da altri punti di vista.

Anche tu pulisci con l’aceto e lo usi come ammorbidente naturale?

Gli ammorbidenti convenzionali delle marche più diffuse, prodotti industrialmente, sono composti da una molecola ammorbidente chiamata esterquat che può essere di origine vegetale o addirittura animale.

Serve a rimuovere i sali di calcio presenti nell’acqua e che sono causa dell’indurimento delle fibre.

Inoltre, le fibre dei tuoi tessuti si caricano negativamente, fatto che conferisce agli abiti, lenzuola, asciugamani… quella sensazione di sgradevole ruvidezza.

Per tutti questi motivi siamo abituati a usare l’ammorbidente.

Ma gli ammorbidenti convenzionali contengono anche altre sostanze di origine petrolchimica scarsamente o affatto biodegradabili, grazie ai quali sulle trame dei tessuti si forma una pellicola ‘morbida’ che potrebbe essere causa di dermatiti e allergie.

Contrariamente a quanto si pensa la soluzione all’abuso di ammorbidenti super profumanti però non è l’aceto.

Sono vere alcune considerazioni che si fanno spesso sull’aceto:

  1. Innanzitutto, l’aceto ha carica positiva che, scontrandosi con la negativa che rimane sulle fibre, la annulla. C’è però un “ma”: essendo acido, l’aceto non va mai versato nella vaschetta insieme al detersivo che, per sua natura, è alcalino; ne annullerebbe l’effetto;
  2. L’aceto è un potente anticalcare naturale e favorisce la degradazione di enzimi e residui di detersivi, contribuendo a eliminare la potenziale carica allergenica rimasta nei tessuti;
  3. L’aceto è economico: una bottiglia da 1 litro di aceto di vino bianco di media qualità  costa circa 0,90 centesimi di euro, contro i circa 2,70 euro di 1 litro di ammorbidente convenzionale leader di mercato.

Ma l’aceto ha alcune importanti controindicazioni:

a. Sviluppa Nickel a contatto con l’acciaio e quindi può sensibilizzare la pelle;

b. Nel lungo periodo corrode le parti metalliche della macchina:

c. Nel lungo periodo può indurire le parti in gomma, causando delle crepe (e quindi favorire perdite d’acqua);

c. Inquina 50 volte di più di un altro ingrediente magico delle pulizie naturali: L’ACIDO CITRICO.

 

Sono altri i benefici dell’aceto e i trucchetti che puoi usare per ottenere il massimo da questo ingrediente senza fare danni…

 

È un potente mangia odori.

Oltre all’aceto di vino, esiste anche quello di mele.

L’aceto di mele si ottiene facendo fermentare il succo di mela in grandi botti di legno fin quando non diventa sidro; una volta ottenuto il sidro, gli si aggiungono (come per l’aceto di vino) i batteri del genere Acetobacter che lo trasformeranno in aceto di mele.

Questo prezioso liquido ha un’azione mineralizzante e riequilibrante dell’acidità dell’organismo e svolge, altresì, un’azione battericida: per questo motivo, ingerire un cucchiaio di aceto prima di consumare qualsiasi alimento della cui freschezza non si ha la certezza, è cosa buona e giusta.

Utilissimo anche per togliere i cattivi odori dai tappeti, basta strofinarvi sopra un panno con acqua e aceto.

L’odore di aglio e cipolla dalle mani non se ne va più? Se siete amanti di aglio e cipolla, ma l’odore dalle mani dopo aver cucinato non se ne va più, provate a lavarle con acqua e 1 cucchiaio grande d’aceto.

Altri trucchetti con l’aceto…

 

E ora come la tolgo questa gomma da masticare?

L’aceto, in particolare quello di vino bianco, rimuove le gomme da masticare dagli abiti: basta inumidire la parte interessata con un batuffolo di cotone impregnato d’aceto.

Mal di gola e infiammazioni

L’aceto è un prezioso alleato anche per i nostri acciacchi di stagione. Come in caso di mal di gola: provate a fare una soluzione con un cucchiaino da zucchero di aceto di mele (più delicato di quello di vino) e uno di miele in un bicchiere d’acqua; fate dei gargarismi e bevete.

Pulizie domestiche

Scommettiamo che la vostra casa è stipata di costosissimi prodotti per l’igiene casalinga?

Alzi la mano chi non ha mai comprato prodotti per pulire il forno, creme miracoloso per detergere l’argento, anticalcari all’ultima moda, spray per igienizzare il frigorifero…

Tutti prodotti dannosi sia per l’ambiente che per la nostra salute. Ma ora conoscete l’aceto e in casa vostra regnerà sovrano!

Sì perché l’aceto è un coadiuvante preziosissimo anche nelle pulizie domestiche: deterge i rubinetti, togliendo il calcare e lucidandoli; se il calcare ha ostruito le griglie rompigetto dei rubinetti e della doccia, svitateli e poneteli a bagno in un bicchiere d’aceto per una notte: torneranno come nuovi!; pulisce i vetri senza bisogno di aggiungere altro;

Se avete pentole particolarmente incrostate, spruzzatevi, sul fondo, dell’aceto e fate agire 10 minuti prima di lavarle; insieme al limone renderà il vostro forno uno splendore! Basta fare una soluzione con questi due ingredienti (in dosi uguali) e spruzzarlo sulle zone incrostate; potrete pulire poi porte della doccia, acciaio inossidabile, piani di lavoro; igienizza il frigorifero, il piano cottura e chi più ne ha più ne metta.

Versatene 1/2 bicchierino da caffè su un panno inumidito e detergete la superficie sporca; oppure preparate dei nebulizzatori, che avrete riciclato, con una soluzione al 20 – 30 o 40% di aceto e acqua, meglio se demineralizzata, visto che le acque casalinghe sono ricche di calcare. La percentuale di aceto dipende dalla tolleranza che si ha dell’aceto stesso, più ce n’è più la soluzione sarà efficace.

Contro le macchie di vernice

Strofinando con un panno umido spruzzato di aceto i vetri delle finestre, oltre a detergerli, eliminerà le macchie di vernice vecchi e rappresi.

Una perfetta pittura murale

La pittura delle pareti sarà più omogenea e aderente se applicherete l’aceto prima di tinteggiare; in un secchio fate una soluzione 70% acqua – 30% aceto e tamponate sulla parete da trattare.

Via le erbacce

L’aceto elimina le erbacce che crescono tra le fessure dei muri o tra le piastrelle del giardino; versatevi sopra una soluzione al 40% di aceto e acqua.

Pulizia del computer

L’aceto è anche adatto alla pulizia del computer per le sue proprietà antistatiche: è, cioè, in grado di prevenire e contrastare i frequenti accumuli di polvere. Fate una soluzione 80% acqua e 20% aceto e spruzzate su un panno per pulire il vostro PC.

Zanzare addio!

L’aceto si dimostra utile anche in caso di presenza di zanzare; cospargetevi la pelle, preferibilmente con aceto di vino bianco, per evitare le punture dei fastidiosi insetti.
Utile anche in caso di punture di insetti: tamponate subito la parte interessata con cotone imbevuto di aceto di mele per alleviare bruciore ed il prurito.

Scopri come pulire casa e igienizzarla con le spezie.

Lo sapevate che se volete avere una casa pulita e disinfettata bastano davvero pochissimi ingredienti e per di più naturali?
Vediamoli insieme.

Chiodi di garofano

Il bocciolo essiccato della Eugenia caryophyllata, meglio conosciuto come chiodo di garofano per la somiglianza con il famoso fiore, contiene, nel suo olio essenziale, un prezioso elemento, l’eugenolo. È proprio questo componente a dare alla spezia il classico aroma, un elemento questo con proprietà antisettiche, oltre che anestetiche.
È, quindi, ottimo utilizzato come antitarme negli armadi, potrete versare qualche goccia del suo olio essenziale in un brucia-essenze, negli umidificatori di ambiente, aggiungerne all’acqua di lavaggio dei piatti e all’acqua dei pavimenti.

Cannella

Anche la cannella è un antisettico naturale come i chiodi di garofano: come tale coadiuva l’organismo a combattere ed eliminare funghi, virus e batteri. Non è ormai raro trovare in commercio prodotti per l’igiene personale a base di cannella.
Il suo olio essenziale è prezioso per le pulizie domestiche se aggiunto all’acqua di lavaggio di stoviglie, pavimenti e quant’altro.

Olio essenziale di lavanda

La lavanda contiene oli essenziali molto attivi che le conferiscono proprietà antisettiche, disinfettanti, vasodilatatrici,  antinevralgiche, cicatrizzanti, diuretiche, per i dolori muscolari e artritici ed è considerata anche un leggero sedativo. Per tutte queste sue proprietà disinfettanti ne consigliamo l’uso per il bucato, due-tre gocce direttamente nella vaschetta dell’ammorbidente, i suoi fiori seccati e posti in sacchettini di cotone nell’armadio come antitarme, come coadiuvante dell’acqua di risciacquo dei pavimenti e superfici varie.

Bicarbonato di sodio

Questa polverina a basso costo è, in realtà, una manna dal cielo per le pulizie domestiche (e personali): qui potrete trovare una miriade di consigli sui suoi utilizzi alternativi.
Per le vostre pulizie, potrete utilizzarlo con il limone creando una pappetta strofinandola sulle incrostazioni più tenaci; utilizzarlo puro su una spugnetta sulle piastrelle da detergere; per pulire l’argenteria, il forno, facendolo sciogliere in acqua calda per l’igiene dei pavimenti.

Succo di limone

E vogliamo poi parlare del limone? Con il limone potrete sgrassare e detergere le stoviglie: fate una pappetta con 1 cucchiaio di bicarbonato e 1 limone tritato finemente nel mixer, mezzo bicchiere da caffè di aceto e passatela sui piatti sporchi. Oppure strofinate mezzo limone sulla superficie delle stoviglie da trattare prima di metterle nella lavastoviglie. Il limone sgrassa le superfici lavabili della cucina, rendendo lucido l’acciaio. Preparate una pappetta di limone, ne basta mezzo, e sale, strofinando bene sui ripiani interessati. Il limone non va utilizzato sul marmo o su materiali particolarmente delicati.
Ottimo anche per pulire e far brillare il rame, ottone, alluminio e superfici metalliche: basta strofinare il limone direttamente sulla superficie da trattare, risciacquare e asciugare.

 

Forse non sai che il muschio bianco non è una pianta che esiste in natura, ma una fragranza utilizzata fin dagli antichi romani, forse anche prima.

Il segreto del profumo al muschio bianco

Il muschio bianco, in realtà, in natura non esiste – o meglio, esiste ma è un derivato animale.

Il muschio bianco è difatti  una secrezione prodotta dalle ghiandole odorifere di un piccolo cervo: il cervo muschiato (Moschus Moschiferus) originario dell’Asia centrale.

Durante il periodo dell’accoppiamento, questo animale marchia il territorio seminando delle piccole palline di muschio che secerne il suo organismo, e che vengono accumulate in due borsette attaccate nella parte inguinale dell’animale.

Queste palline contengono il pregiato olio essenziale di “muschio bianco”, prodotto dalle loro ghiandole odorifere: per estrarlo, per centinaia di anni, questi piccoli cervi sono stati uccisi.

Nonostante i divieti di caccia, in alcune aree la mattanza avviene ogni anno, in quanto la ghiandola del cervo muschiato è particolarmente ambita.

Soprattutto al mercato cinese, sia come profumo, che come rimedio curativo.

Fortunatamente, si è messo un freno a questa follia e il profumo al muschio bianco si è iniziato a produrlo sinteticamente.

Il muschio bianco sintetico

Ma l’IFRA – l’International Fragrance Association –, il cui Codice di Comportamento rimane il punto di riferimento per la regolamentazione dell’industria profumiera mondiale, ha vietato attraverso i suoi standard, i profumi sintetici al muschio, tra questi anche il muschio xilene (ossia muschio bianco).

La problematica rintracciata in questa profumazione sintetica è l’alto tasso di inquinamento ambientale causato dalla sua produzione.

Ma sono i profumi sintetici al muschio in generale, (derivati nitro-muscosi, muschio-xilene, muschio-toluene) ad avere problematiche ambientali: essi si accumulano nella catena alimentare e possono avere effetti dannosi sul nostro sistema nervoso.

Questa valutazione è stata fatta da un gruppo indipendente di esperti in conseguenza alla richiesta da parte di IFRA di maggiori controlli sulla sostenibilità del muschio xilene.

Altri muschi in commercio

In commercio potrete anche trovare il Muschio quercino: un lichene, la Evernia prunastri, che cresce sui tronchi delle Querce; l’Evernia furfuracea o l’Usnea barbata (Barba di bosco).

Se stavi cercando profumi naturali per il tuo bucato e dopo quello che hai letto il muschio bianco non è più la tua prima scelta, lascia che ti consigli profumi:

  • naturali
  • privi di allergeni
  • dosabili a tuo piacere

Sono i Floreali di Verdevero. Qui sotto trovi solo una piccola parte della gamma.

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