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La lavanda per pulire casa è facilmente coltivabile sul balcone e in orto o giardino: impariamo insieme a curarla e ad autoprodurre tante cose con i suoi principi attivi! Dall’ammorbidente fino al sale aromatizzato.

Utilizzata fin dall’antichità come pianta per detergere il corpo, il suo nome è infatti già spia di questo suo particolare utilizzo (deriva dal latino lavare). Nell’antichità la lavanda era usata non solo per il suo profumo e per l’igiene personale ma anche come disinfettante: nel Medioevo e fino al 1700 si cospargevano e si strofinavano i pavimenti utilizzando la lavanda come disinfettante. I primi pout pourrì si preparavano poi proprio a base di lavanda.

Coltivazione della lavanda

La lavanda appartiene alla famiglia delle Lamiaceae, piante tipiche del Mediterraneo. Non ha particolari esigenze di coltivazione, ma essendo di una specie mediterranea necessita di una forte esposizione solare e pochissima acqua.
La sua forma è quella cespugliosa, a seconda come viene potata diviene simile al rosmarino, anch’esso proveniente dal Mediterraneo.

Non sopporta i ristagni di acqua, per cui se la coltiverete in terre argillose e poco ricche dell’elemento minerale, predisponete un’aiuola a forma di cerchio realizzato con dei sassi che potrebbero circondare la lavanda fin nelle vicinanze dei cespugli.

Se la coltivare sul balcone, invece, fate così: in un vaso dalle grandi dimensioni versare del buon terriccio intervallato con dell’argilla espansa, mescolate il tutto e trapiantate la vostra pianta di lavanda. Ponete sul balcone più soleggiato, in modo che possa godere del calore soprattutto d’inverno. La lavanda non ama essere innaffiata, poiché appunto odia i ristagni idrici.

Potatura Si consiglia, dopo la fine della fioritura, quindi in autunno, di potare la lavanda. Si eliminano tutti gli steli fioriferi e si cimano le piante. Alle piante debilitate si fanno potature più drastiche, lasciando solo qualche cm di stelo.

Utilizzi della lavanda

Oltre a lavare, la lavanda è un ottimo tranquillizzante del sistema nervoso centrale, calma l’ansia e l’agitazione.
I fiori di lavanda si raccolgono in epoche diverse a seconda del loro utilizzo: per uso erboristico si raccolgono all’inizio della fioritura, mentre per l’industria cosmetica e per la profumeria nel periodo di massima fioritura.

La lavanda per realizzare sacchettini profumati

La raccolta della lavanda deve essere fatta raccogliendo l’infiorescenza con tutto il fusto, si fanno quindi seccare in mazzi appesi a testa in giù, in luoghi ventilati ed ombrosi in quanto il sole scolorirebbe i fiori. Quando sono secchi si separa la spiga dal gambo e si conservano i fiori preparando dei sacchettini di cotone profumatissimi, aggiungendo anche chiodi di garofano e bucce di arancia essiccate, per profumare cassetti e armadi.

La lavanda per preparare l’acqua profumata e ammorbidente da aggiungere al bucato

Portate a ebollizione dell’acqua, quindi spegnete e mettete in infuso i fiori di lavanda freschi (200 gr di fiori in 500 ml di acqua). Lasciare raffreddare e utilizzate come profumante del bucato da aggiungere al detersivo oppure nella vaschetta dell’ammorbidente.
In alternativa, tenere i fiori di lavanda in estrazione nell’aceto (500 ml di aceto, 150 gr di fiori di lavanda secchi) per 10 giorni al buio, filtrare e utilizzare come ammorbidente in lavatrice.

La lavanda per preparare un tonico fai da te

Macerare al buio per 10 giorni, in 125 ml di aceto di mele, 30 gr di fiori secchi di lavanda.
Filtrate, aggiungete a 300 ml di acqua distillata un cucchiaio di aceto aromatizzato alla lavanda e conservate in un contenitore chiuso. Si applica sul viso con l’aiuto di un batuffolo di cotone.

Sale aromatizzato alla lavanda

Su 100 gr di sale integrale si consigliano circa 20 gr di fiori di lavanda essiccati: frullare questi ultimi nel mixer insieme al sale e la vostra aromatica preparazione è pronta!

L’olio essenziale di lavanda come profuma ambiente

Rivitalizza in tuoi sensi in modo sempre naturale: attraverso gli aromi puoi migliorare stato d’animo e umore. Versare nel diffusore un po’ d’acqua, alla quale aggiungere 1-8 gocce di olio essenziale biologico alla lavanda.

L’olio essenziale di lavanda per un bagno purificante

Un bagno alla lavanda favorisce il benessere, il buono stato d’efficienza e la salute del corpo e della mente.
Riempire la vasca d’acqua calda, aggiungendo da 3 a 20 gocce di olio essenziale di lavanda, immergetevi per una decina di minuti e muovendo delicatamente l’acqua, l’aroma si disperderà nell’ambiente: è il momento di rilassarsi e respirare l’aroma profondamente.

Non sapevo che mangiare una fetta di anguria prima di partire per due giorni di vacanza mi sarebbe costato tanta fatica.

Non sto parlando della fatica di mangiare l’anguria ma della fatica di eliminare dalla mia casa le formiche.

Rimedi naturali per allontanare da casa le formiche

Al mio rientro ho trovato la colonna di formiche che entravano in casa, leccavano i resti dell’anguria che avevo lasciato nel lavabo e se ne uscivano beate.

Per fortuna Giulia conosce alcuni trucchetti naturali con i quali abbiamo risolto il problema senza intossicarci con bombe chimiche scaccia insetti che ti perforano i polmoni.

In più abbiamo due bimbi in casa…

Pensa se ingeriscono quelle schifezze!

Come fare per allontanare le formiche da casa senza utilizzare prodotti dannosi per la propria salute e per l’ambiente?

Ecco la sola regola universale per tenerle lontane da casa tua e alcuni consigli per allontanarle (nel caso siano già ospiti della tua dispensa).

#Regola n°1

Tieni pulita la casa:

-non lasciare briciole o residui di cibo per terra o sotto ai mobili e lava più spesso i pavimenti. Puoi usare SPLENDI, il detersivo pavimenti naturale di Verdevero

-chiudi sempre le confezioni di cibo aperto, facendo particolare attenzione a zuccheri e bevande dolci.

-Pulisci il lavabo e le superfici in cui cucini rimuovendo i residui di lavorazione e cottura con GRINTA, lo sgrassatore naturale di Verdevero

Ma nel caso in cui le formiche siano già ospiti fissi di casa tua, allora ecco cosa fare?

Farina di granoturco
Spargi della farina di granoturco in prossimità del nido facendo sì che le formiche, essendo ghiotte di questo alimento, ne mangino molto ignare del fatto che contenga fibre che non riescono a digerire e che le porteranno a miglior vita.

Foglie di ortica
Far bollire delle foglie di ortica per un quarto d’ora con del peperoncino spargendo il liquido nelle parti della casa interessate dall’infestazione (l’odore forte respinge le formiche);

Chicchi di caffè e cannella
Le formiche sono insetti molto sensibili agli odori forti: per questo motivo, spargete chicchi di caffè lungo il loro percorso insieme a della cannella;

Peperoncino, chiodi di garofano e paprika piccante
Spargete nei punti di accesso delle formiche, o lungo i battiscopa di casa dove solitamente camminano, queste spezie;

Alloro
Ponete delle foglie di alloro spezzettate nella vostra credenza per tenere lontani gli insetti da casa, tra cui anche le formiche;

Borotalco mentolato
Spargete del borotalco lungo il percorso delle formiche, grazie al suo forte odore le formiche staranno lontane!

Spray con olio essenziale
Riempire uno spruzzino riciclato con 20 ml di alcool etilico e 5 ml di olio essenziale di eucalipto e spruzzate vicino a porte e finestre;

Melissa contro le formiche in casa
Mettendo delle foglie di melissa alle fessure d’entrate, le formiche staranno lontane odiando i forti odori.

Trovare il nido delle formiche
Quando avvistate le file indiane di formiche in casa vostra, seguite gli insetti per individuare il nido. Abbiate l’accortezza di chiudere il buco dal quale entrano nella vostra abitazione: probabilmente riusciranno comunque a trovare altre entrate.

A questo punto riempitele di cibo intorno al nido (se possibile), non avranno più voglia di venirselo a prendere in casa.

Se hai domande sulle pulizie naturali o sui rimedi naturali per vivere in una casa più sana, iscriviti al mio gruppo Facebook:

“COME PULIRE QUALSIASI COSA CON FABRIZIO ZANETTI”

È possibile utilizzare l’acqua di riso per il viso, corpo e capelli. Lavare il viso con acqua di riso aiuta ad ammorbidire la pelle e migliorare l’incarnato, rassodandolo e riducendo la dimensione dei pori.
Un’antica pratica orientale è quella delle cinesi, giapponesi e del Sud-Est dell’Asia che hanno usato l’acqua di riso per lavare e risciacquare i loro capelli. Gli splendidi lunghi e luminosi capelli di queste popolazioni, infatti, famose nell’immaginario femminile anche moderno, conservano un segreto affascinante e misterioso, l’acqua di riso fermentata.

Cappelli splendidi con l’acqua di riso

L’acqua di riso fermentato, grazie al processo fermentativo, è un’acqua ricca di antiossidanti, minerali, vitamina E e tracce di pitera, una sostanza prodotta durante il processo di fermentazione. Questi agenti nutrienti nell’acqua di riso aiutano a far guarire le cicatrici e ridurre le rughe, le linee sottili, e le infiammazioni, lasciando la pelle di un colorito sano.
L’acqua di riso fermentata si può utilizzare non solo per la cura dei capelli, ma anche per lavare il corpo e il volto: lavando quest’ultimo con la speciale acqua, la pelle ne esce più morbida, l’incarnato migliora e la pelle si rassoda. Mentre i capelli saranno, non solo più lucidi, ma anche morbidi, forti elastici e sani.

Come fare l’acqua di riso fermentato per la cura dei capelli e del corpo
L’acqua da utilizzare per la fermentazione è quella del lavaggio del riso prima di cucinarlo, quella di ammollo, ma anche quella di cottura se non si utilizza il metodo pilaf: in questo caso mettetene un po’ di più a bollire e prendete quella necessaria prima che il riso sia giunto a cottura.
Per un lavaggio occorre l’acqua che si utilizza per la cottura o risciacquo di una pentola media di riso.
Se questa tecnica porterà beneficio ai vostri capelli, allora potrete chiedere ad amici e parenti di riservarvi quest’acqua.

Lasciare, dunque, l’acqua di riso in un contenitore, meglio se di ceramica o vetro, e lasciarla a temperatura ambiente per circa due giorni, movimentandola con l’aiuto di una frusta da cucina una volta al giorno in modo che la fermentazione si attivi velocemente. La fermentazione avviene quando si presentano bolle e l’acqua si fa sempre più acidognola.

Far quindi bollire l’acqua di riso fermentato a fuoco alto per arrestare il processo di fermentazione. Spegnere il fuoco e aspettare che l’acqua del riso si raffreddi prima di aggiungere due-tre gocce di olio essenziale di tea tree, lavanda, rosmarino.

La vostra acqua di riso fermentato fatta in casa per lavare i capelli è pronta.
Conservare in frigorifero per non più di una settimana.

 

 

La giusta consistenza
L’acqua di riso, essendo ricca di amido, potrebbe diventare molto densa e concentrata: in tal caso allungatela con dell’acqua, poiché troppo concentrata vi appiccicherà i capelli invece che curarli e lavarli.
Per capelli lunghi si consiglia un rapporto di 1 tazza e ½ di acqua di riso fermentata per 10-12 tazze di acqua calda.
Agitare il contenitore di acqua di riso refrigerata prima di versarne il contenuto.
Se non volete utilizzarla per i capelli, vi ricordiamo che è ottima anche per la pelle, soprattutto viso e collo.

Utilizzo dell’acqua di riso fermentata per la cura dei capelli
L’acqua di riso fermentata si può utilizzare sia come vero e proprio shampoo che come risciacquo: in entrambi i casi, utilizzare una bacinella di plastica per contenere l’acqua di riso diluito e un contenitore di plastica di circa mezzo litro per raccogliere e versare l’acqua di riso sui capelli, dopo esservi piegati sulla bacinella. In questo modo l’acqua di riso rimane nella bacinella e con essa potrete detergere meglio i capelli e il cuoio capelluto.
Massaggiare delicatamente il cuoio capelluto e continuare a versare l’acqua di riso sui capelli.
Quindi sciacquare i capelli con acqua leggermente più fresca.

Quello del bagno con oli essenziali è un vero e proprio rito: e non viene impiegato solo come mezzo per rilassarsi, ma le sue funzioni sono molte di più e spesso sconosciute.
Il bagno come lo intendiamo in questo articolo, e le nostre nonne potrebbero raccontarlo, è un sistema benefico per combattere le infezioni respiratorie, il raffreddore e l’influenza; è un ottimo sistema contro le affezioni nervose, la stanchezza ma anche la sovraeccitazione; utile per alleviare i fastidiosi sintomi delle gambe pesanti, dolori cervicali e mal di testa.

Bagno rilassante con oli essenziali

Se state cercando le motivazioni giuste per dedicarvi un bagno rilassante e corroborante, dovete sapere che:
* Questo sarà un momento vostro e solo vostro!;
* Il caldo dell’acqua apre i pori della pelle: per questo motivo sono consigliati oli essenziali ed erbe da aggiungere in modo che i loro principi attivi penetrino;
* Se per l’ultimo risciacquo sceglierete l’acqua fredda, allora sappiate che la vostra circolazione ne sarà più che stimolata;
* Il bagno fatto alla sera ha un effetto rilassante; al mattino rivitalizzante.

Affinché il bagno soddisfi i nostri bisogni del momento, è importante che sia preparato con cura: ecco come allestire la stanza e quali complementi sono consigliabili per un momento perfetto di assoluto relax.

Luci soffuse Il primo step da fare è quello di procurarsi una lampada dalla luce delicata e soffusa: perfette quelle di sale che rilasciano nell’atmosfera ioni positivi e sali;
Temperatura La temperatura dell’acqua consigliata per un bagno ottimale è quella vicina alla nostra; quindi non oltre i 36 gradi, ma non meno di 21;
Oli essenziali Questi sono assolutamente raccomandati per godere di un bagno rigenerante del corpo e dello spirito;
Bagnoschiuma e sapone, no grazie Questa tipologia di bagno non richiede l’utilizzo di sapone, poiché è pensato esclusivamente come rimedio rilassante e rigenerante. Una volta che siamo stati immersi nella vasca da bagno per un tempo a noi necessario, uscire dalla vasca senza sciacquarsi, asciugando la pelle delicatamente.

Oli essenziali: quali, come e quanto
Una delle componenti fondamentali del bagno rigenerante è l’olio essenziale.
Spesso, però, si utilizzano questi doni della natura a sproposito, senza conoscerne le virtù e le quantità di somministrazione. Sapevate, ad esempio, che un quantitativo troppo alto di olio essenziale può essere irritante per la nostra pelle?
In occasione del bagno, si consigliano 10 gocce di olio essenziale da miscelare con 1 cucchiaio di olio vegetale, girasole o riso ad esempio, da versare poi nella vasca da bagno.

In merito, invece, dagli oli essenziali da utilizzare ecco quelli più indicati per un bagno rilassante, corroborante, ma anche energizzante.
Per il bagno rilassante: indicati olio essenziale di camomilla romana, geranio rosato, incenso, lavanda officinale, maggiorana, mandarino, neroli.
Per un bagno energizzante: vi consigliamo l’utilizzo di olio essenziale di citronella, menta piperita, pompelmo, rosmarino, timo, santoreggia.

Per fare una buona miscela per un dentifricio fatto in casa occorrono, di base, argilla bianca o verde, glicerina, olio essenziale di tea tree, menta piperita, salvia, lavanda, olio di Neem.
Vediamone insieme le proprietà.

Dentifricio fatto in casa

Argilla bianca: ha proprietà antisettiche e disinfettanti, battericide, cicatrizzanti e deodoranti. È una sostanza rimineralizzante, grazie alla presenza di silice, magnesio, ferro, alluminio e calcio.
Argilla verde: disinfettante, cicatrizzante, rimineralizzante.
Glicerina: La glicerina (o glicerolo) è un liquido viscoso, incolore, solubile in acqua, insolubile in etere, cloroformio e oli grassi. La glicerina si ottiene come sottoprodotto nel processo di saponificazione dei grassi o per idrolisi degli stessi. Serve per preservare il prodotto dalla disidratazione, a dosaggi elevati svolge un’ottima attività idratante e plastificante nei confronti dell’epidermide e, se utilizzata in percentuale elevata all’interno del prodotto (oltre il 40%), svolge un’attività conservante.
Tea tree oil: l’olio essenziale di Malaleuca Alternifolia ha proprietà antibatteriche, cicatrizzanti, antimicotiche e antiodoranti. Perché il tea tree sia efficace ne sono infatti sufficienti poche gocce.
Menta Piperita: dissetanti, rinfrescanti, antispasmodiche, digestive, antifermentative e decongestionanti.
Lavanda: contiene oli essenziali molto attivi che le conferiscono proprietà antisettiche, disinfettanti, vasodilatatrici,  antinevralgiche, cicatrizzanti, diuretiche, per i dolori muscolari e artritici ed è considerata anche un leggero sedativo.
Olio di Neem: anti microbico e anti fungino.

Ricette per autoprodurre il dentifricio
Dentifricio fatto in casa all’argilla verde
Ingredienti: argilla verde, glicerina, sale fino, olio essenziale di menta, un barattolino vuoto e pulito, un cucchiaino (sarebbe da preferire una spatolina di legno, per far sì che i metalli non vengano a contatto con gli ingredienti).
Mettere 3 cucchiaini di glicerina nel barattolino scelto.
Aggiungere 8/9 gocce di olio essenziale. Potete scegliere tra menta, tea tree (ne bastano tre gocce), salvia, lavanda. Anche un mix va bene.
Aggiungere 3 cucchiaini di argilla bianca e mescolare bene.
Aggiungere un cucchiaino di sale fino, anche non colmo, e mischiare bene.
Addizionare argilla finché il composto non risulta liscio e omogeneo, ma non deve colare.
Come utilizzarlo
Per utilizzarlo, intingere lo spazzolino asciutto nel barattolino, prelevare una minima quantità e lavarsi i denti. In alternativa tenere una spatolina insieme al barattolino, prelevare con questa il dentifricio e spalmarlo sullo spazzolino.
Questo dentifricio, oltre ad assicurare una corretta igiene orale, è anche gradevole e fresco, grazie alla glicerina che addolcisce e alla menta che rinfresca.
Costo: circa 1 euro.

Dentifricio fatto in casa all’olio di Neem
Per chi ha denti e gengive sensibili, un ottimo aiuto viene dalla natura e si chiama olio di Neem: utilizzato da sempre in India per l’igiene orale, l’olio di Neem è uno straordinario anti microbico e anti fungino.
Miscelate 1 cucchiaio di bicarbonato di sodio con 2-3 gocce di olio di Neem, 2-3 di olio Tea Tree e 2-3 di olio di menta Piperita. Aggiungete all’impasto della glicerina per creare una pasta densa.
Si utilizza spalmato direttamente sullo spazzolino asciutto in piccole quantità.
Costo circa 1,50 euro

Come preparare un potente sgrassatore in due passi.

Per preparare in casa un prodotto super sgrassante con poco sforzo ed economicamente ineguagliabile, ecco che oggi vi diamo la ricetta del super sgrassatore.

Ingredienti
800 ml Acqua demineralizzata
4 cucchiai di carbonato di sodio
1 spruzzino

In uno spruzzino versare acqua demineralizzata meglio se tiepida, e aggiungere 4 cucchiai di carbonato di sodio. Sciogliere e utilizzare.

Questo super sgrassatore e’ particolarmente adatto per grassi tenaci, come lo sporco della catena della bici, unto del forno, delle teglie, cappa da cucina, cerchioni della macchina, ma anche come pretrattante delle macchie di unto ostinate dei vestiti.

Non usare sui tessuti delicati, come lana, seta o cotoni delicati.

 

L’uso di materiali naturali è sempre più popolare tra architetti e artisti di tutto il mondo. E sta lentamente diventando una seria alternativa alla costruzione con materiali tradizionali.

La paglia è uno dei materiali più utilizzati per la costruzione essendo un ottimo assorbente dell’umidità ed essendo molto adattabile e malleabile per vari tipi di costruzioni.

Non perdere l’opportunità di avere una piscina gigante personale a basso costo per rinfrescarti durante la prossima estate!

Procedimento generale

1. Dopo aver trovato il luogo adeguato, distribuisci le palle di paglia formando una struttura, l’altezza dipenderà dalla profondità che darai alla tua piscina

 

2. Ricopri la struttura con un telo impermeabile grande. Assicura poi il perimetro con delle corde che scorreranno lungo i fianchi della struttura.

3. Riempi la piscina di acqua.

Ingegnoso no? Facci sapere se la fai e inviaci le tue foto, ti faremo un regalo!!

Buon rinfresco!

Fonti:

Ho compreso veramente quanto inquinamento produciamo con i pannolini usa e getta quando è nata mia figlia Iris.

Un giorno si e uno no mi ritrovavo con un sacchetto pieno di pannolini da buttare.

Senza parlare del problema del cattivo odore da gestire in casa. 🙂

Giulia inoltre aveva la sensazione di mettere un sacchetto di nylon sulla pelle della nostra bimba.

In pochi giorni siamo passati ai pannolini lavabili, così… senza tanti indugi.

Abbiamo scoperto che i pannolini lavabili non sono di così difficile gestione come invece pensavamo.

Se anche tu hai scelto la via del pannolino lavabile ti occorrono alcune informazioni su come lavarli per non incorrere in spiacevoli inconvenienti come:

  • rovinare il pannolino, se il lavaggio e l’asciugatura sono errati, infatti, gli elastici potrebbero indebolirsi e il pannolino perdere, ma il tessuto potrebbe anche prendere un cattivo odore.
  • lasciare residui irritanti sulla pelle del tuo bambino, usare i detersivi sbagliati potrebbe lasciare sulle fibre sbiancanti ottici, profumi e allergeni che creano arrossamenti alla pelle delicata del bebè.

Come lavare i pannolini lavabili quindi?

1. La scelta del detersivo giusto per lavare i pannolini

Utilizza solo prodotti ecologici e molto delicati. Prediligi i detersivi certificati e, quindi, con tensioattivi di origine vegetale. I detersivi ecologici sono molto concentrati, per cui attieniti alle quantità indicate nelle etichette che, solitamente, sono molto limitate.

2. La temperatura di lavaggio

Il lavaggio a 40° è sufficiente per lavare BENE il pannolino lavabile. Vi sono degli inserti, in modo particolare quelli in microfibra, che possono essere lavati a 60 gradi, ma non le parti esterne con gli elastici contenitivi che si deteriorano a causa delle temperature troppo alte o del sovraccarico di detersivo. Ogni mese eseguite un lavaggio dei soli folder assorbenti a 60°. Centrifugare al massimo a 1000 giri.

3. Ammorbidente SI, ammorbidente NO

Tutti gli ammorbidenti petrolchimici possono danneggiare gravemente il pannolino: ti consiglio quindi di non utilizzare questo prodotto SE petrolchimico.

Al suo posto puoi optare per una di queste due opzioni:

  1. impiegare l’ Acido Citrico in soluzione al 15% (150gr in un litro di acqua demineralizzata, o 200 gr in acqua del rubinetto). Si utilizza una volta diluito mettendo 100 ml di prodotto nella vaschetta dell’ammorbidente della lavatrice.
    La soluzione a base di acido citrico fa sì che il calcare non si depositi negli elastici rovinandoli e non si depositi nelle fibre rendendole dure.
  2. usa un ammorbidente naturale studiato appositamente per non lasciare residui sulle fibre. Io ti consiglio SOFì Di Verdevero.

Se vuoi profumare i tuoi pannolini ti sconsiglio l’uso di oli essenziali, irritanti e pieni di allergeni che possono irritare la pelle del bambino.

La soluzione migliore sono i Floreali di Verdevero. Profumatori naturali SENZA ALLERGENI.

4. Come igienizzare durante il lavaggio dei pannolini

Non utilizzare prodotti di pulizia e disinfettanti a base di alcool, solventi, sbiancanti o abrasivi (come candeggina, ammoniaca, perborato).

Consigliato invece l’utilizzo del bicarbonato per aumentare il potere lavante del vostro detersivo, mentre per sbiancare e igienizzare gli assorbenti interni perfetto da utilizzare e’ il percarbonato.
In lavatrice: aggiungere un cucchiaio di percarbonato al detersivo ecologico in vaschetta.
A mano: fate una pappetta con acqua e percarbonato e passatela sulle macchie ostinate dei vostri folder (non utilizzare su materiale sintetico) di cotone o microfibra, lasciare agire, quindi procedere al normale lavaggio.

Per pannolini colorati e particolarmente delicati ti consiglio di usare BIOBIANCO di Verdevero, attivo già a basse temperature.

5. Come lavare i pannolini lavabili in caso di popò?

Se il tuo piccolo ha fatto la popò, togli il grosso buttandolo nel gabinetto aiutandoti con una spazzola da bucato, poi con l’aiuto di acqua fredda risciacqua velocemente e strofina direttamente sopra l’assorbente una saponetta vegetale biologica, riponi nel bidone porta pannolini fino al momento del bucato (consigliamo di lavarli ogni due giorni al massimo).

Per allungare la vita dei tuoi pannolini:

* appena usciti dall’asciugatrice non distendere gli elastici finché il pannolino non è tornato “freddo”.
* appena usciti dall’asciugatrice evita di allacciare e slacciare i bottoni finché il pannolino non è tornato “freddo”
* non asciugare gli inserti di bambù direttamente sul calorifero per evitare che si irrigidisca troppo: è preferibile utilizzare uno stendino ponendolo in prossimità del calorifero o della stufa, ma non direttamente su di esso.

Ecco tutti i prodotti che ti saranno utili per lavare i pannolini lavabili:

 

La Pasqua deve essere una festa anche per gli animali.
E così Lav – Lega Antivivisezione – sostiene la campagna #SalvaUnAgnello promossa da Thegreenplace, un rifugio per animali liberati creato dal fotografo Marco Biondi a cui due anni fa, proprio LAV, ha affidato un gregge di pecore e capre provenienti da un sequestro.
La campagna ha l’obiettivo di fermare la strage di agnelli e capretti che si consuma ogni anno in coincidenza con la Pasqua: obiettivo che quest’anno e’ stato suggellato da una campagna sostenuta da personaggi famosi. Daniela Poggi, Claudia Zanella, Anna Ammirati, Daniela Martani, Loredana Cannata, Diana Del Bufalo, Maria Grazia Capulli, Giovanni Baglioni, Lodovica Mairè Rogati, Alessandra Celletti, Nunzio Fabrizio, Nora Lux, Cristian Stelluti ci hanno, infatti, messo la faccia.

A Pasqua fai un sacrificio, non uccidermi“, così recita la campagna sostenuta tra gli altri anche da Animal Equality, che ha già prodotto risultati davvero non trascurabili: alla vigilia della Pasqua 2013 si e’ registrata una flessione del 40%, dato che arrivava a – 48% nel 2014.
Sempre meno italiani mettono in tavola cuccioli di pecora e capra per festeggiare la Pasqua.
Gli attivisti di Animal Equality avevano esposto i retroscena sulla vita vissuta da agnelli e capretti in prossimità della Pasqua, per conoscere e far conoscere cosa accade durante la produzione di carne. Potete vedere il video a questo link

>>>Scarica il mio ebook con questo e altri 35 cleaning hacks..

Per avere una cucina pulita e igienizzata non occorre acquistare tutti quei prodotti chimici che inquinano.

Per avere una bella cucina pulita, munisciti di bicarbonato di sodio.

Vuoi scoprire tre ricette facili facili? Eccole qui!

Lavare i piatti

Se i piatti li lavi a mano è buona norma: a- riciclare i limoni spremuti e metterli nell’acqua dove si laveranno i piatti; b- versarvi anche 1 cucchiaio di bicarbonato per una detersione sicura.
È altrettanto importante lavare bene frutta e verdura: immergete i vostri frutti della terra in una soluzione di acqua e bicarbonato per 10 minuti, poi sciacquate. E non dimenticate di pulire bene utensili, lavelli e piani di appoggio: passate una pasta di acqua e bicarbonato, 3 parti di prodotto e 1 di acqua, sulla superficie da pulire, sugli utensili utilizzati.

Scarica il mio ebook sui trucchetti ecologici.

Via le macchie di cibo dal forno (anche a microonde)

Prodotti da forno addio! Per eliminare le tenaci tracce di cibo e unto nel forno, anche in quello a  microonde, impastate tre parti di bicarbonato e una d’acqua e, a forno freddo, sfregatela sulle superfici interne, sulle pareti e sulle griglie con l’aiuto di una spugnetta, meglio se in microfibra.
Quindi risciacqua e asciuga. Ottimo escamotage anche per eliminare i cattivi odori.

Pentole incrostate

Per rimuovere le incrostazioni leggere da pentole e padelle, una volta raffreddate, versate del bicarbonato direttamente sulla loro superficie. Aggiungete acqua calda e lasciate agire per una quindici minuti, quindi procedete al lavaggio. Se invece le incrostazioni sono più tenaci, miscelate tre parti di bicarbonato e una d’acqua, sfregate questa crema sui residui di cibo con l’aiuto di una spugnetta, lavate come d’abitudine.

Trova questo e altri 35 trucchetti nel mio ebook sui trucchetti più efficaci per pulire casa bio ;)..

Le cose semplici sono davvero le più efficaci: ma spesso sono anche quelle che passano inosservate. Avreste mai pensato che la fuliggine della stufa si può pulire con un ingrediente semplicissimo e low cost?
In commercio esiste, infatti, un prodotto straordinario, il carbonato di sodio, altresì chiamato soda da bucato, un sale alcalino, perfetto per igienizzare e sgrassare il bucato, ma non solo!

Il carbonato di sodio, rimuove il grasso e, in genere, lo sporco molto difficile proprio come la fuliggine dalle superfici.
Ha un ph 9, quindi si consiglia di maneggiarlo con cura e non mischiarlo con ingredienti acidi, come acido citrico o aceto.

Per pulire il vetro esterno della stufa di casa ad accumulo di calore (qua vogliamo essere ecologici al 100%), abbiamo autoprodotto un detersivo sgrassante eccezionale, in questo modo:

in un secchio abbiamo versato 3 litri di acqua…
… e vi abbiamo aggiunto 2 cucchiai da minestra di carbonato di sodio.
Abbiamo mescolato accuratamente;
con un panno in microfibra appositamente dedicato alla pulizia della stufa, abbiamo pulito il vetro e la fuliggine accumulata e’ ‘scomparsa’ in un batter d’occhio!

Mi viene da pensare che il carbonato di sodio che puoi acquistare qui possa andare bene anche per pulire il grasso del forno: prossimo esperimento di cui vi parleremo!

Un giorno parlando con un’amica mi ha confidato un segreto del quale un po’ si vergognava: non riusciva a pulire adeguatamente il box doccia.
Diceva che sui vetri, ma anche negli angoli della doccia, rimanevano quegli orribili aloni di calcare! Le aveva provate proprio tutte, mi disse (almeno così credeva!): prodotti inquinanti per noi e l’ambiente.
Il mio primo pensiero e’ stato per quel poveretto/a che si e’ fatto la doccia subito dopo la pulizia con tali prodotti: chissà quali e quanti fumi non troppo salutari si sarà respirato mentre si coccolava sotto il ticchettio dell’acqua bollente…

Acido citrico: pulire il calcare del box doccia

Non ci crederete, ma la mia amica non conosceva l’acido citrico, nonostante lei sia una persona molto attenta all’ambiente e soprattutto alla scelta di prodotti alimentari bio ed eco.
Ma l’acido citrico le era sconosciuto! Così, quando le ho comunicato che poteva risolvere i suoi problemi di calcare nel box doccia con l’acido citrico, il suo volto si e’ illuminato!

Ecco che cosa le ho consigliato:

– Prendere 1 litro di acqua demineralizzata (quella che si utilizza per il ferro da stiro, ma se in casa hai un deumidificatore o condizionatore, puoi usare quella);
– 200 gr di acido citrico
– 1 etichetta e una penna
flacone per autoproduzione con spruzzino

Sciogli, mescolando accuratamente, l’acido citrico nell’acqua e travasa il tutto nello spruzzino: etichetta il flacone scrivendo “anticalcare a base di acido citrico”.
Sì perché quello che hai appena autoprodotto è un potente anticalcare che non ti farà affatto rimpiangere i peggiori prodotti chimici della grande distribuzione!

Come si utilizza l’anticalcare a base di acido citrico

Spruzzare la soluzione sul box doccia, lasciare agire qualche minuto, quindi risciacquare accuratamente.
L’acido citrico e’ ecologico, non inquina e con 8 euro (prezzo medio al chilo) potrai autoprodurre circa 6 litri di anticalcare! 

 

 

Ti chiedi spesso come avere sempre un bucato pulito e bianco senza usare sbiancanti ottici pericolosi?

La soluzione c’è ed è davvero facile solo se conosci questi 4 trucchetti:

 

Percarbonato Sbiancante

Il primo e più pratico consiglio è quello di procurarti del percarbonato sbiancante, e’ ottimo sia come igienizzante che come sbiancante.

Puoi metterlo direttamente sulla macchia, inumidendo il tessuto e arrotolandolo su se stesso; oppure in ammollo in acqua calda versando 2 cucchiai in una bacinella da 5 litri.

IMPORTANTE: il massimo del suo effetto è attivo sopra i 50°, usa acqua bollente per ottenere il massimo del suo potere sbiancante

Sgrassatore e pretrattante macchie fai da te

Se sei una maga delle produzioni fai date, prova questa ricetta homemade per realizzare un ottimo pretrattante per le macchie.

Lo potrai usare spruzzato direttamente sulle macchie più persistenti.

Di cosa hai bisogno:

  • 100 gr di gel base di marsiglia (sciogli 80 gr di sapone vegetale in 800 ml di acqua demineralizzata calda)
  • 500 gr di acqua per pasta o 1000 gr se si preferisce lo spruzzino
  • 35 gr di bicarbonato

Procedimento:

Scalda bene l’acqua, quindi inserisci il gel e fallo sciogliere; aggiungi il bicarbonato e mescola tutto molto bene.
Fai raffreddare e trasferisci il tutto nel contenitore scelto: uno spruzzino se si e’ scelto la ricetta liquida, in un contenitore di plastica dalla bocca larga se avete preferito la versione in pasta.

Il Sole

Il potere della luce del sole arriva fino a sbiancare la fibra!

Se, infatti, metti un tessuto con macchie ‘giovani’ e leggere esposto ai raggi del sole, avrai ottime probabilità di non ritrovarle dopo qualche ora!

PS: ho detto qualche or, non di dimenticarlo al sole tutto il giorno o corri il rischio che si ingiallisca.

Acqua ossigenata a 130 volumi

A mali estremi estremi rimedi.

Puoi utilizzare l’acqua ossigenata a 130 volumi, e non quella a 12 che tradizionalmente si trova nei supermercati e che serve per disinfettare le ferite, come candeggina naturale e per disinfettare e sbiancare il bucato.

Questo prodotto non va usato sui capi colorati.

Usala così per sbiancare i panni: versane 1 cucchiaio direttamente nel cestello della lavatrice. In ammollo mettere 1 cucchiaino di acqua ossigenata, consigliata sui capi bianchi e anche per i pannolini lavabili.
L’acqua ossigenata a 130 volumi provoca la combustione, provoca ustioni, va maneggiata con guanti, tenuta in luogo fresco e lontano da bambini e animali domestici.

INGREDIENTI
10 g di cera d’api
30 ml di olio di soia
50 ml di olio di lino
Due gocce di olio essenziale di vostro gusto (lavanda, menta, arancio, ecc.)
vasetto in vetro.

Cera per il legno fatta in casa

PRIMO PASSO – Prendi un recipiente e al suo interno metti la cera d’api, l’olio di soia e l’olio di lino. Fai riscaldare a bagnomaria fino a quando otterrai un prodotto dalla consistenza fluida e dalla colorazione limpida. Assicurati che la fiamma del fornello sia bassa. Fatto questo, togli il contenitore dall’acqua e miscela il tutto con un frullatore elettrico ad immersione. Lavora bene e delicatamente il composto per pochi minuti.
Adesso se vuoi, puoi aggiungere due gocce di olio essenziale (puoi scegliere quello che preferisci, o anche non metterlo)

SECONDO PASSO – Versa poi il composto così ottenuto in un vasetto di vetro, e all’interno di questo vasetto potrai conservarlo per oltre sei mesi. Per la conservazione devi tenere il vasetto in un luogo fresco e asciutto, possibilmente lontano dalle fonti di calore e ancora meglio se lontano dalla luce. Hai ottenuto così un composto naturale e a basso costo privo di sostanze nocive alla salute e all’ambiente

TERZO PASSO – Per utilizzare la cera che hai creato, procedi in questo modo: prendi un panno, e su di esso versa una piccola quantità di cera; passa poi il panno sul legno da trattare, facendo attenzione a seguire sempre un unico verso con il quale passi sul legno.
Lascia asciugare pochi minuti e lucida con un panno morbido.

Abbiamo scoperto qui quante fantastiche proprietà possiede l’aceto (ma usalo consapevolemente perchè inquina, come spieghiamo QUI)!

Ottimo da tenere in casa per le pulizie domestiche ecologiche, viene spesso sconsigliato in lavatrice poiche’ nel lungo termine potrebbe deteriorare, e rovinare, le tubature. In lavatrice al suo posto consigliamo l’acido citrico, i cui utilizzi potrai scoprire in questo articolo.

Con l’aceto, però, potrai autoprodurre un economico ed ecologico sgrassatore aromatizzato alla lavanda, con  partendo da aceto di qualità bassa e una pianta di lavanda.

Si procede così: si tagliano dei rametti di lavanda – il tempo balsamico di questa bella pianta, che tutto noi possiamo facilmente coltivare in giardino o in vaso sul balcone, e’ giugno, per cui si consiglia di raccoglierne il più possibile in questo mese e farla essiccare – si tolgono i fiori e le foglie e si mettono a macerare nell’aceto di vino bianco.

A 1 litro di aceto si aggiungono circa 5 cucchiai da minestra di fiori e foglie di lavanda freschi, 3 cucchiai se secchi. Si lascia a macerare in un contenitore di plastica o vetro per almeno 1 mese – ma più tempo passa, più il vostro aceto profumerà di lavanda.
Una volta trascorso il tempo di macerazione, filtrare e riporre in uno spruzzino recuperato.

Utilizzi

Questo sgrassatore ecologico a base di aceto si può impiegare per pulire i vetri diluito al 50%, per pulire la ceramica e l’acciaio in genere, quindi lavello e piano cottura, o diluito in acqua calda per lavare i pavimenti di cermica o gres. Non si utilizza sulle pietre naturali.

Le controindicazioni dell’aceto

Molti di voi sapranno che l’aceto e’ un eccellente e super economico anticalcare. Fabrizio Zago, chimico di laboratorio e inventore del biodizionario – ritenuto la bibbia degli inci name – lo sconsiglia vivamente, poiché, a suo dire, rovina le guarnizioni delle macchine, lavatrici e lavastoviglie oltre a rilasciare metalli pesanti. Al suo posto consiglia l’uso dell’acido citrico in soluzione al 15-20%.

 

Se ti stai appassionando di detersivi fai da te allora avrai già letto in diverse ricette questo nome: sodio citrato.

L’acqua contiene calcare e per evitare che il tensioattivo – ossia l’elemento che lava all’interno di una formulazione anche casalinga (nel caso dei detersivi fai da te viene impiegato il sapone vegetale grattugiato) – sia impegnato a contrastare i sali che si trovano naturalmente dentro l’acqua, sarà importante inserire dentro la formulazione un sequestrante: esso catturerà il calcare dell’acqua, lasciando libero di agire il tensioattivo.

Sodio citrato: come produrlo in casa in 3 semplici mosse.

Nei detersivi fai da te si impiega il sodio citrato o citrato di sodio (lo troverete scritto in entrambi i modi): questo ingrediente lo si può trovare in commercio in polvere, oppure e’ possibile farselo in casa molto semplicemente.

Sodio citrato: il sequestrante tutto fare dei detersivi fai da te

Di cosa hai bisogno:

800 gr di acqua demineralizzata,
200 gr di acido citrico
170 gr di carbonato di sodio.

Procedimento:

Sciogliere l’acido citrico nell’acqua fredda in una pentola di acciaio inossidabile da almeno tre litri con i bordi alti (altrimenti la soluzione, all’inizio, potrebbe traboccare).
Aggiungere quindi 1 cucchiaio di carbonato di sodio: il liquido inizierà a reagire, quindi a fare effervescenza e si libererà anidride carbonica. Si consiglia di fare questo procedimento con finestre aperte o all’aperto. Quando smette di fare le bollicine, è allora il momento di versarvi un altro cucchiaio, così fino alla fine del carbonato di sodio.
Lasciate il preparato fermo per una notte: al mattino il liquido deve presentarsi trasparente e il suo ph deve aver raggiunto il 7. Imbottigliate e conservate in luogo fresco e buio.

 

 

Il Percarbonato sbiancante

Il percarbonato sbiancante naturale e’ una polvere formata da pallini bianchi e in commercio non si trova mai puro, ma addizionato ad altre sostanze inerti poiché è instabile e rischia di decomporsi prima di essersi disciolto in acqua.

Percarbonato sbiancante: utilizzi in casa

Infatti, il percarbonato, a temperature comprese tra i 40 e i 60 gradi, si scompone in carbonato di sodio e ossigeno: l’ossigeno che si forma da questo procedimento scompone ed elimina le macchie, ossigena l’acqua in modo da permettere una migliore azione del tensioattivo, ha un’azione igienizzante.

Il percarbonato e’ una sostanza alcalina, il suo ph si attesta intorno al 9.

 

Gli utilizzi del Percarbonato

Si utilizza sia in lavatrice che in lavastoviglie, nel bucato a mano o nel pretrattaggio delle macchie.
Si utilizza nelle formulazioni dei detersivi fatti in casa, sempre a freddo e mai disciolto nell’acqua calda di preparazione dei detersivi, oppure direttamente nella vaschetta del detersivo insieme a quello per bucato.
Se ne consigliano 2 cucchiai da minestra per ogni lavatrice a carico piano per i bianchi; 1 cucchiaio per i colorati. Puntare la temperatura a 40 gradi.
Per la lavatrice si consiglia l’utilizzo del percarbonato anche come igienizzante: una volta ogni due mesi circa effettuare un lavaggio a vuoto a 90 gradi.

Il percarbonato si utilizza anche in lavastoviglie come igienizzante: una volta ogni due mesi circa effettuare un lavaggio a vuoto a 90 gradi.

Con il percarbonato puoi preparare anche un fantastico coadiuvante ecologico per il lavaggio in lavatrice:

>>Visita la pagina del prodotto e scopri tutti i suoi usi!

Quante volte avresti voluto ordinare dei prodotti bio ma non sapevi dove cercarli e alla fine ti sei arreso e hai comprato la cara vecchia, velenosa, ammoniaca o lo shampoo con i siliconi?

I Detersivi tradizionali sono altamente inquinanti e tossici, sono sicuro che lo sai.

I DETERSIVI TRADIZIONALI INQUINANO, MA QUANTO?

Sapevi che un solo flacone di detersivo tradizionale inquina l’equivalente di 5 piscine olimpioniche!? Stiamo riempiendo il mare di schifezze!!

Quello stesso mare in cui noi e i nostri figli andremo a tuffarci durante l’estate. E’ arrivato il momento di prendere decisioni più consapevoli e, se sei qua, sono sicuro che già sei una persona consapevole o che vuole iniziare ad esserlo, benvenuto!:)

Certo, non sono solo i detersivi, ma una grossa parte è dovuta al fatto che, quando abbiamo lavato una cosa in casa, l’acqua del detersivo viene buttata poi negli scarichi, e dove vanno quegli scarichi?

Hai capito bene: finiscono nei nostri mari nei nostri fiumi… MA ANCHE NEL NOSTRO CORPO!

I detersivi tradizionali lasciano un fastidioso odore chimico per casa e sai perché?! PERCHE’ SONO ALTAMENTE CHIMICI, ecco perché!! Ehehe

A parte gli scherzi, hai mai notato che quando devi usare un detersivo, per esempio quello per i piatti, poiti trovi tutte le mani screpolate, arrossate e che prudono un sacco? I vecchi detersivi sgrasseranno anche pur bene i piatti, ma sicuramente non sono fatti per stare, OGNI GIORNO, sulle tue mani!

Gli ingredienti nocivi si depositano giorno dopo giorno sulla tua pelle.

Hai davvero voglia di respirare questi prodotti nella tua casa?

Hai mai pensato che ogni volta che usi questi prodotti sei in mezzo ad una nube chimica?

NO?!

Bene, HO UNA BUONA NOTIZIA PER TE!

Finalmente è arrivato il modo di usare prodotti eco-bio senza doverli cercare in tutta la città, su e giù per i negozi biologici!

Madre Natura infatti ci ha già fornito gli ingredienti perfetti per lavare in perfetto equilibrio con l’ambiente!

Dovevamo solo trovare il modo di metterli insieme.

LA GREENBOX è un KIT che comprende i prodotti perfetti per buttare via i tuoi detersivi inquinanti SUBITO e passare ad un nuovo stile di vita ecologico.

Scoprirai con piacere il detersivo verdevero già dopo averlo stappato. Sentirai un profumo neutro e pulito. Tipo il bucato fresco fresco della nonna. Questo è dato dagli ingredienti naturali al suo interno.

Madre Natura ci ha già fornito gli ingredienti perfetti per lavare in perfetto equilibrio con l’ambiente!

Dovevamo solo trovare il modo di metterli insieme.

ORDINA ORA LA TUA GREENBOX CON TANTI REGALINI!

Chiara chiede:

“Da un anno utilizzo gli assorbenti lavabili, hai qualche consiglio per eliminare le macchie si sangue? Io li immergo in acqua fredda per qualche ora, faccio un prelavaggio a mano con sapone di Marsiglia e metto a lavare… ma non sempre escono puliti.”

Fabrizio risponde:

  • La prima cosa da sapere è: COSA NON FARE con le macchie di sangue, ovvero non mettere alcun detersivo.

Se metti detersivo fissi il sangue alle fibre e non le togli più.

  • Seconda cosa da sapere: usare sempre acqua ghiacciata. Più fredda che puoi.

Anche qui, l’acqua calda fissa il sangue sulle fibre.

  • Terza cosa: prima immergi gli assorbenti in acqua ghiacciata meglio riesci a rimuovere il sangue.

Una volta fatto pre-ammollo con acqua fredda per qualche ora aggiungi un po’ di BIOBIANCO.

Dopo alcune ore metti in lavatrice con BEIPANNI e BIOBIANCO almeno a 40 gradi.

 

Se hai trovato utile questo consiglio o se vuoi farmi personalmente la tua domanda entra a far parte del gruppo:

Oggi vogliamo consigliarvi un’auto-produzione davvero molto interessante per i detersivi fai da te: le tabs per lavastoviglie.

Per realizzare questo detersivo fai da te per lavastoviglie si utilizzano degli ingredienti davvero molto semplici che potete trovare anche sul nostro sito VerdeVero.it:

percarbonato sbiancante, carbonato di sodio anche chiamata soda da bucato, detersivo ecologico per piatti.

Detersivo per lavastoviglie fai da te

Ecco a voi la nostra ricetta!

 

Tabs per lavastoviglie autoprodotte

 

Di cosa hai bisogno

  • 400ml di sodio citrato autoprodotto;
  • 400gr CARBONATO di Sodio;
  • 1 cucchiaio di AMANÌ Detersivo Piatti ecologico;
  • 150gr PERCARBONATO di Sodio puro;
  • 10gr amido di mais;
  • acqua demineralizzata (q.b.) per ottenere una crema densa e omogenea;
  • 15/20 gocce di Olio Essenziale (facoltativo, pensa anche all’ambiente!);
  • stampini al silicone.

Procedimento

  1. Mescola il CARBONATO di Sodio e il PERCARBONATO
  2. aggiungi il cucchiaio di Amanì, il sodio citrato liquido e mescola bene;
  3. poi anche l’amido e mescola nuovamente;
  4. aggiungi quindi l’acqua demineralizzata a poco a poco (quanto basta a rendere leggermente fluido ma abbastanza denso il composto);
  5. a questo punto se vuoi puoi aggiungere l’Olio Essenziale;
  6. versa il contenuto negli stampini;
  7. lascia asciugare anche un paio di giorni (dipende dalle temperature).

Un consiglio:

lascia asciugare il composto lentamente, perché se asciuga molto in fretta potrebbe perdere troppo l’idratazione e sbriciolarsi un pochino (le tabs resteranno comunque efficaci nel loro utilizzo).

Se nella tua casa non dovessi riuscire a renderle abbastanza solide abbiamo scoperto che… – rullo di tamburi – puoi metterle nel congelatore! La cosa migliore è metterle in un vasetto una volta congelate e tenerle lì fino a quando devi fare il lavaggio. 🙂

CONSIGLI PER L’USO

Essendo questo un detersivo per lavastoviglie fai da te, non ha al suo interno un ingrediente che possiedono invece i detersivi chimici, ossia il glycole.

Il glycole serve per far scivolare l’acqua dalle stoviglie, in modo da non avere residui di calcare evidenti.

Il problema è che il glycole è un ingrediente piuttosto inquinante e non troppo raccomandabile per la salute.

Per ovviare al problema consiglio di riempire la vaschetta del brillantante con soluzione a base di ACIDO CITRICO (sciogli 150 gr di ACIDO CITRICO in 1 litro di acqua demineralizzata e mixa bene il tutto).

Accertati che la lavastoviglie abbia il SALE che addolcisce l’acqua.

Noterai comunque che su alcuni bicchieri rimane alone e su altri no: questo accade perché i bicchieri di basso costo sono realizzati con materiale scadente che reagisce con un ingrediente delle tabs.

Per assicurarti brillantezza, puoi anche asciugare i bicchieri una volta terminato il lavaggio (io lo consiglio sempre).

Buona autoproduzione!

 

 

La muffa si crea spesso per una cattiva traspirazione delle mura domestiche: i metodi di costruzione con materiali non traspiranti ostacolano il passaggio dell’aria creando così un ambiente da deumidificare, perfetto per lo sviluppo di umidità e, quindi, muffa.

Muffa in casa, come deumidificare un ambiente

Che fare?

In questo post vi abbiamo dato dei consigli utili per intervenire e prevenire la muffa, come l’acqua ossigenata e, ovviamente, una buona deumidificazione degli ambienti.
Deumidificare gli ambienti significa portarvi dentro più aria possibile: in bagno, ad esempio, una volta fatta la doccia asciughiamo subito dove abbiamo bagnato con un panno di microfibra che assorbe bene e facilmente l’umidità.
Apriamo la finestra per cambiare subito l’aria e non lasciar depositare l’acqua di troppo nei punti critici.

Particolare attenzione anche al box doccia. Il box doccia va asciugato per evitare muffe sugli angoli e sul muro, e deterso con un prodotto che contenga acqua ossigenata.
Tra le varie invenzioni tecnologiche in commercio, poi, ve ne sono alcune che ci saranno decisamente utili: come il deumidificatore che contro la muffa in casa, che ormai si e’ insediata, darà una grossa mano. Ve ne sono a basso consumo energetico, ovviamente vi consigliamo di dirottare su questi la vostra scelta.

Per non accumulare inutile umidità e dare il via allo sviluppo della muffa in casa, sarà bene anche non asciugare il bucato tra le mura domestiche e se utilizzate l’asciugatrice meglio disporla sì al coperto ma non in casa, ideale il balcone e/o un garage. Si può anche deumidificare la casa in modo ancora più ecologico e naturale, mettendo dei vasetti di vetro sparsi per la casa contenenti del sale grosso, il quale e’ rinomato per assorbire l’umidità in eccesso.

E se la muffa e’ arrivata anche sui vostri abiti, ecco qualche consiglio ecologico per rimuoverla!

Questo insopportabile compagno di viaggio spesso, se non trattata correttamente ed eliminata a dovere, si deposita non solo sui muri, ma anche sui nostri vestiti. Ecco come togliere la muffa dai vestiti in tutte le situazioni e con prodotti naturali e non irritanti.

Toglierla non è affatto semplice: uno dei metodi che si consigliano solitamente per eliminarla è la candeggina, ma proprio su quest’ultima e sulla sua pericolosità per l’ambiente e la persona ormai siamo tutti informati.

Meglio guardare altrove: ma dove?

Della muffa sui muri e dei metodi per eliminarla posso solo darti un consiglio: rivolgiti al mio amico Giuseppe di Bastamuffa. Lo trovi qui.

Come togliere la muffa dai vestiti in modo naturale

Ma quando la muffa invade l’armadio e si deposita sui vestiti allora me ne ri-occupo io.

Eccoti una piccola guida per eliminare la muffa anche dai vestiti.

Percarbonato per la muffa sui vestiti e tessuti

I capi di cotone possono essere messi in una bacinella d’acqua calda, almeno 40 gradi, con del percarbonato: su 5 litri di acqua consigliamo 2 cucchiai di percarbonato. Tenere in ammollo nella soluzione per una notte, quindi procedere al lavaggio almeno a 60 gradi con il detersivo ecologico al quale potrete aggiungere 1 cucchiaio di percarbonato.

Sale e sapone

Se la muffa si è depositata sui tessuti colorati, possiamo utilizzare il sale fino: cospargiamo la zona del vestito o tessuto dove ha proliferato la muffa, quindi sfreghiamo bene con sapone vegetale. Lasciare asciugare e il giorno successivo lavare il capo in lavatrice almeno a 60 gradi.

Acqua ossigenata per i tessuti bianchi

L’acqua ossigenata a 12 volumi è un’alleata perfetta per i tessuti e vestiti bianchi intaccati dalla muffa: essa, sprigionando ossigeno, debella i batteri e muffe responsabili. Versate quindi sulla macchia dell’acqua ossigenata inzuppando bene il tessuto. Chiudere il capo in una busta di plastica per un giorno, lavandolo poi normalmente ad alta temperatura in lavatrice e con detersivi ecologici.
Se i capi da trattare sono tanti, immergerli in una bacinella con acqua caldissima, sale grosso (4 cucchiai) e acqua ossigenata (nella misura di 100 ml per 4 litri). Ricopriamo tutto con la pellicola in plastica e lasciamo così per un giorno.

 

 

Alcol alimentare per togliere la muffa dai vestiti colorati 

L’alcol alimentare è ottimo per detergere dalla sporcizia i capi, ma non per debellare le spore. Se la macchia di muffa è fresca e superficiale, versarvi dell’alcol sopra e far asciugare. Quindi effettuare il  normale lavaggio in lavatrice a 60 gradi.

Odore di muffa sui vestiti

Se il problema riguarda l’odore della muffa sui vestiti, miscelare aceto di vino bianco in acqua calda: si è soliti preparare una soluzione al 40% di aceto, quindi su 1 litro di acqua calda, 400 ml di aceto. Lascia il tessuto a bagno per tutta la notte, lavandolo poi normalmente.
L’alternativa è realizzare una soluzione satura di bicarbonato di sodio, sciogliendolo piano piano in acqua calda, almeno 40 gradi, fin quando vi accorgerete che non si liquefà più.

Il sole, grande aiuto contro la muffa sui vestiti

Ovviamente sarebbe anche indicato trattare il luogo dove gli abiti hanno preso la muffa, quindi armadi e cassettiere, passandole con un panno ben imbevuto di acqua ossigenata, lasciato aperto ad asciugare e ripassando con una soluzione satura di bicarbonato di sodio. I vestiti che sono stati aggrediti dalla muffa, dopo il trattamento scelto, vanno messi ad asciugare al sole pieno, lasciandoveli anche per un paio di giorni.

Cura della lavatrice

La muffa potrebbe essere presente non solo in armadi e cassettiere, ma anche nella lavatrice. È bene quindi curarla spesso, pulendo il filtro e lavando con acqua ossigenata la guarnizione frontale dell’oblò. Anche il cassetto dove viene versato il detersivo potrebbe essere stato intaccato dalla muffa: estrailo e se la muffa si è depositata anche qui, lascialo a bagno per almeno 12 ore in acqua calda e percarbonato, o acqua calda e acqua ossigenata.

>>>Ti svelo i miei trucchetti per pulire la lavatrice QUI.

Infine, quando la lavatrice non è in funzione, lascia l’oblò aperto: ciò permetterà che la guarnizione si asciughi, impedendo l’attecchimento di muffe.

 

Nel marasma dei detersivi ecologici e biologici, veri o che si professano tali, come fare per riconoscere quelli garantiti? Come fare per capire se ci troviamo davanti a un vero detersivo ecologico e non a una bufala frutto di green washing?
Vogliamo anche mettere l’accento su un argomento molto spesso dimenticato dai più, ossia l’importanza che hanno anche le certificazioni ambientali per le imprese. In questo articolo redatto da GuidaPulizie.it vengono descritte in maniera esaustiva.

Certamente le certificazioni sono il primo passo per comprendere se ci troviamo davanti a un prodotto di un certo tipo.

È, più in generale, necessario sapere che in un detersivo ecologico e biologico:
1. Gli ingredienti devono essere di origine vegetale. Tutti.

2. Gli ingredienti devono essere indicati in etichetta attraverso l’INCI name e non attraverso la semplice COMPOSIZIONE CHIMICA che ci indica solamente le percentuali e la tipologia di tensioattivo contenuto (ossia la parte lavante nonché la più inquinante del detersivo anche ecologico), e alcuni ingredienti pericolosi, ma mai espressi nella totalità. Nei detersivi ecologici e biologici certificati l’INCI name, che invece ci indica ogni singolo ingrediente della formulazione, è obbligatorio; mentre in quelli tradizionali lo è solamente la composizione chimica;

3. Il detersivo deve avere una certificazione. Non una autocertificazione.

4. Non devono essere testati su animali.

Ma vediamo nel dettaglio quali sono le certificazioni che ci garantiscono di trovarci di fronte a un detersivo ecologico, biologico come si deve!

Certificazione Biocertitalia per la categoria ‘Eco Bio Detergenza’

Biocertitalia è uno dei più importanti enti certificatori del biologico italiano ed europeo.
La certificazione “Eco Detergenza” è una certificazione volontaria di prodotto rilasciata da Biocertitalia sulla base di una verifica di conformità dei prodotti e del processo produttivo ai requisiti indicati nel loro Disciplinare.

I requisiti principali che lo standard vuole garantire sono:

  • L’assenza sia nel prodotto che nel materiale da imballaggio di materie “a rischio” dal punto di vista ecologico.
  • L’assenza di materie prime non vegetali considerate “a rischio”, ovvero allergizzanti, irritanti o ritenute dannose per la salute dell’uomo e dell’ambiente.
  • Imballaggi da materie prime rinnovabili, materiali riciclabili o collegati ad un sistema di restituzione dei vuoti.
  • Un prodotto, in ogni caso, dotato di una più che accettabile performance ed efficacia equiparabile con i prodotti convenzionali di alta gamma.

Ecolabel

Ecolabel è il marchio dell’Unione Europea che premia la qualità ecologica dei prodotti (e dei servizi) migliori dal punto di vista ambientale, che mantengono elevati standard di prestazioni ed efficacia. Il marchio attesta che il prodotto prescelto ha un ridotto impatto ambientale lungo tutto il proprio ciclo di vita.

Aiab

Aiab, l’Associazione Italiana per l’Agricoltura Biologica (www.aiab.it), garantisce anche detersivi ecologici attraverso una certificazione specifica. Il marchio Aiab Detergenza Pulita si basa su disciplinari che valutano l’efficacia e la sicurezza dei prodotti, i quali devono risultare sia a ridotto impatto ambientale che rispettosi per la salute, offrendo un pulito ecologico e sicuro. Inoltre, la certificazione garantisce che le materie prime utilizzate per la formulazione dei prodotti siano state approvate singolarmente e provengano, in base a quanto è possibile reperire sul mercato, da agricoltura biologica.

 

È stato calcolato che la cosiddetta Information and Communication Technology globale (internet, video, voce e altri servizi cloud) ogni anno produce più di 830 milioni di tonnellate di anidride carbonica. Si tratta di circa il 2% delle emissioni globali di CO2. Le proiezioni dicono, inoltre, che la quota è destinata a raddoppiare entro il 2020.
Anche un semplice click, come ogni attività umana, genera emissioni e conseguente impatto ambientale. La principale voce di consumo (e di inquinamento) del web è l’energia elettrica: essendo ancora in buona parte ottenuta mediante combustione di fonti energetiche fossili, il consumo di energia comporta la produzione di grandi quantità di emissioni nocive.

Ma qual è, nello specifico, l’impatto ambientale di un sito o del singolo utente? Per rispondere a questo interrogativo arriva in aiuto www.co2web.it: un portale, realizzato da Rete Clima, finalizzato a promuovere sia informazione e sensibilizzazione verso gli impatti ambientali generati dal nostro utilizzo quotidiano della rete sia azioni di riduzione e di compensazione forestale nazionale delle emissioni del web.
Tramite alcuni strumenti di simulazione interattiva, su www.co2web.it i navigatori sono in grado di quantificare le emissioni legate al proprio uso del web.
Si scoprirà ad esempio che un sito con 100.000 pagine viste al mese emette 288 kg di CO2 in un anno mentre un’internauta che utilizza il web per 100 ore al mese avrà invece emesso a fine anno 86,4 kg di CO2, pari alla CO2 emessa durante un viaggio su un’automobile di media cilindrata tra Milano e Bologna (a/r).
Un utente che invia mensilmente 500 e-mail (da 1MB) a fine anno avrà collezionato una emissione di 114 kg di CO2. Un navigatore che invece vede 100 video su Youtube in un mese a fine anno avrà emesso 43,2 kg di CO2.

Compensare si può
Il computo totale arriva così a 243,6 kg di emissioni climalteranti ogni anno.
Con CO2web è tuttavia possibile compensare l’impatto ambientale delle nostre navigazioni. CO2web offre ad aziende e blogger la possibilità di compensare le emissioni legate alle pageview del proprio sito web, facendosi carico della CO2 collegata alla navigazione di coloro che fruiscono del sito/blog in una logica di responsabilità ambientale.
La compensazione viene realizzata da Rete Clima tramite la posa di alberi in Italia, all’interno di boschi urbani realizzati per la tutela della naturalità locale ed il contrasto al cambiamento climatico globale. Inoltre, le azioni di forestazione compensativa sono rivolte anche alla promozione della sostenibilità del territorio con il coinvolgimento delle scuole locali in progetti di educazione ambientale.

Quando parliamo del Carbonato di sodio, facciamo riferimento a uno degli elementi naturali maggiormente utilizzati per la pulizia della casa, che possiamo impiegare in molte delle faccende domestiche legate all’igiene, come ad esempio pre-trattare i capi prima del lavaggio in lavatrice o la pulizia delle superfici della cucina.

Con il tempo queste caratteristiche sono divenute celebri e molto conosciute, a tal punto che il carbonato di sodio può essere conosciuto anche con il nome di soda da bucato.

Si tratta di un elemento di origini molto antiche, utilizzato già all’epoca degli antichi egizi nei processi di imbalsamazione, le cui proprietà sgrassanti e pulenti furono teorizzate dal chimico belga Ernest Solvay che ne perfezionò la formula.

Altra caratteristica del carbonato di sodio, che non deve essere confuso con altri elementi dal nome simile, come il Bicarbonato di sodio o il percarbonato di sodio, è quello di essere ormai facilmente reperibile e con un basso costo d’acquisto, cosa che lo rende ancora più irrinunciabile nelle pulizie domestiche di tutti i giorni.

Cos’è il carbonato di sodio per pulire?

Partiamo dalla questione più tecnica, andando a definire scientificamente cos’è il carbonato di sodio.

Questo elemento si presenta come una polvere bianca più o meno fine che risulta molto facile da mescolare nell’acqua.

A livello chimico, il carbonato di sodio è un sale (Na2CO3), un prodotto di sintesi con delle potenti proprietà alcaline, cioè corrosive.

Questa caratteristica gli permette di essere un ottimo prodotto per pulire e sgrassare le superfici da cucina, del bagno e del giardino, infatti il carbonato di sodio viene inserito anche nelle composizioni dei detersivi sia chimici che naturali.

Attenzione però, la sua corrosività lo rende fortemente inadatto all’uso alimentare: questa è probabilmente la caratteristica che lo differenzia in maniera netta dal bicarbonato di sodio che, al contrario, è molto utilizzato proprio per lavare gli alimenti come frutta e verdura e viene anche assunto per via orale, nel caso si presenti del gonfiore addominale, per aiutare il processo di digestione.

Questa sostanza naturale è consigliata per pulire le pentole e i panni nel caso in cui si decida di fare un’escursione in mezzo alla natura: è infatti un prodotto che non produce schiuma durante il suo utilizzo, pertanto si configura come scarsamente inquinante e 100% ecologico.

Per quanto riguarda la pulizia, il carbonato di sodio è ottimo per sgrassare oggetti di ogni tipo come fornelli, pentole, sanitari, oggetti di arredo per la casa e utensili vari sia da interno che da esterno.

Per quanto riguarda l’utilizzo dell’igiene del bucato, il carbonato di sodio è utilissimo per togliere le macchie dai tessuti in prelavaggio e per attaccare nella fase di lavaggio quelle più ostinate.

Quanto costa il carbonato di sodio

Il carbonato di sodio è un prodotto al 100% naturale, a basso costo e facilmente reperibile in qualsiasi supermercato o e-commerce specializzato in prodotti per l’igiene della casa.

Il suo prezzo si aggira fra i €2 e i €5 per 1kg di prodotto.

Usi del carbonato di sodio per pulire

Si è detto che il carbonato di sodio è un elemento molto utile nel momento stesso in cui ci si trova a pulire o sgrassare gli oggetti estremamente sporchi e incrostati come pentole, griglie, bottiglie contenenti fondi di olio e/o vino o qualsiasi altro materiale che necessita una profonda pulizia.

Oltre a ciò, il carbonato di sodio viene particolarmente utilizzato per pulire le cappe piene di fuliggine, i pavimenti, pulire alcuni mobili di casa (dipende però dal materiale di cui sono composti) come i fornelli, il lavabo e molti altri oggetti di uso quotidiano.

Il metodo migliore per pulire e sgrassare qualsiasi tipo di superficie utilizzando il carbonato di sodio è attraverso una spugnetta imbevuta di acqua calda precedentemente miscelata con l’elemento in questione.

Ciò che differenzia le modalità con cui pulire tali oggetti è la quantità di carbonato di sodio mescolato con l’acqua e l’utensile con cui pulire le superfici.

Spieghiamoci meglio…

Se l’intenzione è quella di pulire un lavandino del bagno, si userà una spugnetta imbevuta di acqua calda con un certo quantitativo di carbonato di sodio (nello specifico un cucchiaio per ogni litro d’acqua); nel caso in cui si deciderà di pulire una superficie più ampia come un pavimento, si userà uno spazzolone con il panno imbevuto di acqua calda e carbonato di sodio (una tazza ogni 4 litri d’acqua).

Un altro articolo sempre trattabile con spugnetta, acqua calda e carbonato di sodio sono le tapparelle (le veneziane) presenti nelle nostre case.

Per quanto riguarda il pre-trattamento del proprio bucato per togliere le macchie ostinate, si devono mettere dentro una bacinella almeno due litri di acqua calda, due cucchiai di carbonato di sodio e due cucchiai di sale grosso, immergere i capi in questione e lasciare agire per una notte intera. Il giorno dopo il trattamento, procedere con il normale lavaggio.

Finora, quindi, si è detto che il carbonato di sodio è utile per:

  • igienizzare;
  • sgrassare;
  • detergere.

Ma il carbonato di sodio è un elemento in grado di pulire anche gli oggetti con lo sporco più ostinato come gli attrezzi da giardino e il mobilio da esterno.

Il procedimento è sempre il medesimo; utilizzate una spugnetta imbevuta in acqua calda e una massiccia dose di carbonato di sodio e sfregare energicamente sulla superficie che volete trattare.

Ricapitolando quindi il carbonato di sodio è un sale utile per:

  • pre-trattare il bucato a mano o in lavatrice;
  • pulire i sanitari;
  • pulire i pavimenti;
  • pulire specchi, vetri e superfici riflettenti;
  • pulire pettini, spazzole, forcine, mollette, etc;
  • pulire la cucina;
  • pulire il garage e gli attrezzi da giardino;
  • pulire le tapparelle di ogni tipo;
  • eliminare i cattivi odori presenti nella casa ad esempio quelli del cestino della spazzatura.

Come non utilizzare il carbonato di sodio e controindicazioni

Essendo un sale alcalino, quindi corrosivo, si deve prestare molta attenzione a come e dove il prodotto viene utilizzato.

Innanzitutto, quando si usano dei prodotti contenti del carbonato di sodio, si consiglia sempre di utilizzare dei guanti per non rovinarsi la pelle.

Per quanto riguarda le superfici e i capi più delicate come il legno, la fibra di vetro o la seta, se vengono a contatto con prodotti corrosivi come il carbonato di sodio, rischiano di rovinarsi in maniera permanente.

È fortemente raccomandato, quindi, non trattare con il carbonato di sodio superfici come:

  • tessuti delicati;
  • cotto;
  • legno;
  • piastrelle in fibra di vetro;
  • tubi di ogni genere;
  • legno.

Questo vuol dire che il carbonato di sodio, pur essendo un ottimo detergente e sgrassante, ha comunque delle limitazioni da tenere in considerazione prima di utilizzarlo.

Le proprietà corrosive di questo elemento lo portano anche ad essere estremamente inadatto all’uso alimentare.

Nel caso in cui, per sbaglio, si ingerisca del carbonato di sodio, oppure venga a contatto con gli occhi, si consiglia fortemente di andare a chiedere consiglio al proprio medico di base.

Curiosità: nel caso in cui si voglia neutralizzare l’azione del carbonato di sodio, allora si deve aggiungere nella miscela dell’aceto oppure dell’acido citrico.

Inoltre il carbonato di sodio è uno degli ingredienti per riportare allo spendore il tuo pavimento in gres!