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Secondo uno studio dell’Università di Bonn, lavando i piatti a mano si consuma molta più acqua che con la lavastoviglie: a parità di stoviglie, la lavastoviglie consuma in media la metà dell’acqua e un quarto della corrente elettrica necessarie per lavare le stesse stoviglie a mano (QUESTO IN CASO SI POSSEGGA UN BOILER ELETTRICO).
Per un’ottimale efficienza del lavaggio in lavastoviglie e per un consumo moderato, ci sono, però, delle regole da rispettare.
La prima della lista è, ovviamente, scegliere una lavastoviglie di classe energetica A+++ o almeno A+.
E poi…

COME CONSUMARE MENO ACQUA

La lavastoviglie deve funzionare sempre e solo a pieno carico. Scegliendo programmi di lavaggio a bassa temperatura o rapidi, quando le stoviglie sono poco sporche, si possono risparmiare fino a 1500 litri d’acqua all’anno e quindi una bella quantità di energia elettrica.

RIDURRE IL CONSUMO ENERGETICO DELLA LAVASTOVIGLIE

Impostando la temperatura della lavastoviglie su 50 gradi, si risparmiano fino a 84 chilowattora di energia elettrica all’anno, ovvero una quantità di energia pari a 80 cicli di lavaggio. Come dire che si possono lavare i piatti gratis per tre mesi.

STOVIGLIE MOLTO SPORCHE

I residui di cibo possono essere tolti a mano. Mettete a bagno i tegami bruciacchiati in acqua tiepida e bicarbonato. Se si fa attenzione a non sovrapporre le stoviglie, il getto d’acqua raggiungerà e laverà perfettamente tutte le superfici.

SE NON SI POSSIEDE UNA LAVASTOVIGLIE

Anche chi lava i piatti a mano può risparmiare acqua ed elettricità; basta farlo seguendo quest’ordine: bicchieri, piatti e tazze, posate, stoviglie di plastica e per finire pentole e tegami. Evitate di lavare i piatti sotto l’acqua corrente, ma riempite una vaschetta di acqua oppure la vasca del lavandino.

MANUTENZIONE DELLA LAVASTOVIGLIE

Una buona regola per manutenere la vostra lavastoviglie e farla durare negli anni, è quello di pulirla a fondo almeno una volta ogni due mesi. Inserite un contenitore di plastica pieno di soluzione a base di acido citrico nella lavastoviglie, azionate il lavaggio più lungo a una temperatura piuttosto alta.
Controllate che la vaschetta del sale non sia mai vuota.

Quella di canapa è una fibra robusta, più resistente al logorio e alla trazione rispetto a quella delle altre piante. In passato, veniva utilizzata per la produzione di vele per navi, corde per il governo delle imbarcazioni e dei veicoli a trazione animale, tende militari, calzature, abbigliamento da lavoro, biancheria per la casa e molto altro.


Storia dei tessuti in canapa

Per chi non lo sapesse, anche i primi jeans erano realizzati in canapa: venivano indossati dagli operai del porto di Genova e successivamente adottati dai cowboys americani, che apprezzavano la loro resistenza.

I tessuti di canapa offrono numerosi vantaggi: proteggono dai raggi UVA, tengono fresco d’estate, e a differenza del lino, sono caldi d’inverno e naturalmente elasticizzati.

Parlando invece di biancheria per la casa – argomento che ci è particolarmente caro – occorre sapere che, una volta, nei nostri paesi, lenzuola, asciugamani, strofinacci, tovaglie e tutto ciò che veniva utilizzato in casa, era realizzato in canapa.

La fibra delle vecchie lenzuola di canapa molto ruvide era coltivata da seme, con piante grosse e una fibra grezza che, oltre a essere usata per la produzione di corde, veniva impiegata per le esigenze domestiche. Questa fibra veniva pettinata, filata e tessuta con i mezzi rudimentali delle aziende agricole.

Oggi esistono, invece, filati e tessuti di canapa finissimi, ottenuti attraverso un processo di macerazione e stigliatura che elimina pectine e lignina, rendendo la fibra estremamente sottile e morbida.

Grazie alla selezione delle varietà e al perfezionamento delle tecniche di lavorazione, l’Italia era leader mondiale nella produzione di filati e tessuti di canapa di qualità, così come l’Irlanda lo era per il lino.


Coltivazione della canapa per tessuti

Uno degli aspetti più interessanti dei tessuti in canapa è la loro sostenibilità ambientale. A differenza di altre colture tessili, la canapa è una pianta a basso impatto ambientale perché:

Necessita di poca acqua, a differenza del cotone che richiede enormi quantità d’acqua per crescere.
Non ha bisogno di pesticidi o fertilizzanti chimici, essendo una pianta naturalmente resistente ai parassiti.
Arricchisce il terreno in cui viene coltivata, migliorandone la fertilità invece di impoverirlo.
Ha una crescita rapida, riducendo il tempo necessario per la produzione di materia prima rispetto ad altre fibre tessili.

Queste caratteristiche rendono la canapa una delle coltivazioni più ecologiche e sostenibili, perfetta per chi cerca soluzioni a basso impatto ambientale nel settore tessile.


Usi della canapa per le pulizie domestiche

Oltre al settore tessile e all’abbigliamento, la canapa si rivela un’ottima alleata anche nelle pulizie domestiche.

Gli strofinacci di canapa, ad esempio, sono perfetti per la pulizia della casa perché:

Sono altamente assorbenti, grazie alla capacità della fibra di trattenere l’umidità.
Sono resistenti nel tempo, a differenza dei classici panni in cotone che tendono a logorarsi più rapidamente.
Hanno proprietà antibatteriche naturali, riducendo la proliferazione di batteri rispetto ai materiali sintetici.
Sono una valida alternativa alla microfibra, che pur essendo molto efficace, è ottenuta da fibre sintetiche non biodegradabili.

Usare panni e strofinacci in canapa per le pulizie è un’ottima scelta per chi vuole ridurre l’impatto ambientale, eliminando la plastica e prediligendo materiali naturali e durevoli.


Conclusione

I tessuti in canapa rappresentano una delle soluzioni più ecologiche, resistenti e sostenibili sia per l’abbigliamento che per la casa. Sono morbidi, traspiranti, protettivi e si adattano bene a ogni stagione.

Inoltre, la coltivazione della canapa è amica dell’ambiente, grazie al ridotto consumo di acqua e alla capacità di rigenerare il terreno. Anche nel settore delle pulizie domestiche, la canapa si conferma un’ottima alternativa ai materiali sintetici, garantendo resistenza, assorbenza e igiene.

Scegliere la canapa significa puntare su una fibra naturale, durevole e rispettosa del pianeta, un piccolo gesto che fa la differenza per un futuro più sostenibile.

 

Se sei amante di questo materiale naturale, sai già quanta attenzione occorre per pulire il marmo!
Il marmo è un materiale incredibile, presenta dei colori diversi e delle striature naturali che lo rendono unico e diverso da ogni altro.
È molto resistente e duraturo, però la sua porosità lo porta a macchiarsi con estrema facilità.
In commercio trovi moltissimi prodotti per la pulizia del marmo, ma i prodotti convenzionali sono inquinanti sia per l’ambiente che per la casa.

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Esistono, infatti, tanti rimedi casalinghi per pulire il marmo e proteggerlo.
In questo articolo troverai tutto ciò che serve sapere per una corretta pulizia del marmo e per renderlo lucido e brillante.
Non dovrai più chiederti come si pulisce questo splendido materiale naturale, con poche e semplici mosse vedrai risplendere i tuoi pavimenti e le superfici fatte di questo materiale.

Prevenire le macchie del marmo

Essendo un materiale naturale è consigliabile trattare le macchie con elementi altrettanto naturali: la prima regola è, però, la prevenzione.
Devi sapere che il marmo reagisce violentemente alle sostanze acide.
È vietato mettere a contatto col tuo marmo i seguenti ingredienti:

  • aceto;
  • limone;
  • acido citrico;
  • coca cola.

Se il tuo marmo viene intaccato da queste sostanze c’è davvero poco che potrai fare per rimuovere i segni causati da queste sostanze acide.
Ecco il motivo per cui, per il marmo, la parte più importante è la prevenzione delle macchie.

I prodotti consigliati da Fabrizio di Verdevero per pulire il marmo macchiato:

Come pulire e sbiancare le superfici e i pavimenti in marmo macchiati

Ti serviranno:

  • una spugna EVOSPONGE;
  • un PANNO MULTI in Microfibra;
  • una SAPONE VEGETALE SMACCHIETTA;
  • BICARBONATO;
  • acqua.

Con queste poche cose puoi avere il marmo di casa sempre brillante e lucido come quello che si vede sulle riviste di design più famose. Con le giuste mosse sarà davvero semplice pulire il pavimento in marmo, il piano cottura o le superfici del bagno di questo materiale.

Per mantenere sempre lucenti e pulite le superfici di marmo fai così:

  1. inumidisci una spugna morbida (puoi usare la EVOSPONGE);
  2. strofinala sulla SAPONETTA VEGETALE SMACCHIETTA;
  3. strofina il piano di marmo energicamente;
  4. risciacqua poi con il PANNO MULTI umido.

Oppure, per rimuovere lo sporco accumulato puoi fare così:

  1. prepara una pappetta con tre parti di BICARBONATO e una di acqua;
  2. passala sul marmo con l’aiuto di una spugna EVOSPONGE umida;
  3. fai agire qualche minuto;
  4. sciacqua;
  5. passa ancora con la EVOSPONGE leggermente insaponata con SAPONETTA VEGETALE SMACCHIETTA

Con questa operazione otterrai un marmo:

  • igienizzato grazie al BICARBONATO;
  • sgrassato e lucido grazie alla SAPONETTA VEGETALE.

Per i pavimenti, invece, ti consigliamo questa procedura:

  • sciogli qualche scaglia di SAPONETTA VEGETALE SMACCHIETTA in acqua calda;
  • miscela 3 litri di acqua, 2 cucchiai di BICARBONATO, 10 cucchiai di alcol rosa;
  • unisci le due soluzioni;
  • lava normalmente con un PANNO PAVIMENTI in Microfibra o con un MOCIO in Microfibra.

Come rimuovere dal marmo le macchie di olio

Ti serviranno:

  • BICARBONATO;
  • carta assorbente;
  • 1 foglio di alluminio;
  • 1 PANNO MULTI in Microfibra.

Procedi in questo modo:

  1. Pulisci grossolanamente la macchia di olio con della carta assorbente;
  2. bagna con dell’acqua la macchia;
  3. versa del BICARBONATO sulla macchia bagnata di acqua, creando una montagnola umida per il 50% e asciutta per il restante 50%;
  4. copri il tutto con un foglio di alluminio (o con un bicchiere capovolto) per non far asciugare troppo velocemente: lascia agire per tutta la notte o per qualche giorno se necessario.
    La parte di BICARBONATO umido si legherà con le molecole di olio presenti nel marmo e, per capillarità, il bicarbonato e la molecola di olio legata con esso si trasferiranno nella parte soprastante di detersivo asciutto.
  5. Dopo uno o due giorni, rimuovi il detersivo e il bicchiere capovolto.
    La macchia dovrebbe essere stata assorbita dal detersivo e quindi scomparsa.

Come lucidare il marmo

Se vuoi lucidare il piano in marmo o i pavimenti puoi provare questo metodo semplice ma efficace. Basta solo della lana, purché sia vera e non sintetica.

Procedi così:

  1. Procedi con la normale pulizia come spiegato nel paragrafo precedente, oppure se non è molto sporco puoi passare solo un panno VERDEVERO inumidito con acqua tiepida;
  2. asciuga bene;
  3. prendi uno strofinaccio di lana, o un maglione inutilizzato, o se sai lavorare con i ferri potresti creare un quadrato di lana di circa 15 cm per 15;
  4. ora inizia a passare energicamente il panno di lana sopra il tuo marmo.

Il risultato ti stupirà. Sarà più facile di quello che si pensa e in questo modo si evitano inutili prodotti chimici che sono molto costosi e spesso risultano dannosi per la nostra salute se usati spesso.

Un altro sistema molto veloce per lucidare grandi superfici o i pavimenti in marmo è il seguente:

  1. Diluisci in un litro di acqua calda un cucchiaio e mezzo di bicarbonato di sodio;
  2. fai sciogliere bene il bicarbonato nell’acqua;
  3. versa la soluzione in uno spruzzino;
  4. spruzza in modo uniforme sulla superficie in marmo o sul pavimento;
  5. asciuga e nota la nuova luminosità del tuo marmo.

Puoi ripetere più volte questo procedimento.
Il bicarbonato è un ottimo alleato per la pulizia e la cura del marmo ed è ottimo anche per lucidarlo. La sua lieve azione abrasiva rimuove l’opacità.

Per delle piccole superfici in marmo, che risultano molto spente e mal messe puoi provare questa semplice mistura:

  1. Versa il bicarbonato in una ciotola capiente;
  2. versa dell’acqua un po’ per volta fino ad ottenere una poltiglia semi-liquida;
  3. versala sulla superficie in modo omogeneo;
  4. lascia agire per circa un’ora;
  5. risciacqua con il panno fino a rimuovere tutto il bicarbonato e asciuga.

Come pulire il marmo esterno

Per pulire il marmo esterno (anche quello del balcone) puoi utilizzare questo semplicissimo metodo che avevamo descritto in questo articolo: https://www.verdevero.it/come-pulire-il-marmo-del-balcone/

Come pulire il marmo dal calcare

Il calcare è sempre ostico da togliere, specialmente se la superficie interessata è il marmo, così bello, naturale e… delicato!
Come fare, allora, per rimuovere il calcare dal marmo, senza però rovinarlo?
Te ne avevamo parlato in questo articolo: https://www.verdevero.it/come-pulire-marmo-senza-rovinarlo/

Come pulire il marmo dal muschio

Ci sono due modi per pulire il muschio dal marmo: la scelta dipende dalla grandezza della superficie da pulire.

Il primo metodo è pulire la superficie con CARBONATO DI SODIO; ti servirà:

  • su 2 litri di acqua fredda
  • 1 cucchiaio colmo di CARBONATO DI SODIO
  • 1 spazzola bruschetto

Sciogli il carbonato di sodio in acqua, versala sulla superficie da lavare e spazzolare molto bene con il bruschetto.
Il secondo metodo, più adatto se la superficie di marmo intaccato dal muschio è particolarmente estesa, è noleggiare una idropulitrice che con le sue spazzole riuscirà a pulire a fondo la superficie.

Sostanze acide sul nostro marmo

In casa, soprattutto con i bambini è facile che sul marmo cadano delle sostanze con un’alta acidità. Al contrario di quello che si pensa, non sono solo aceto e limone ad essere molto acidi, ma anche altri alimenti come l’aceto, il succo di frutta, l’anticalcare, il pomodoro, e i detersivi acidi… sono acerrimi nemici del marmo.
Se rimangono a lungo sulla superficie possono corroderlo, lasciandolo macchiato o ruvido.
Mi chiedete in molti come pulire il marmo bianco e smacchiarlo, ma vorrei precisare che anche il marmo nero è soggetto a macchie e aloni dovuti alle sostanze acide, per questo è bene conoscere dei rimedi per provare ad evitare danni irreparabili.

Nel momento in cui una di queste sostanze, o qualsiasi altro acido, tocca la superficie del marmo, asciuga immediatamente e lava la zona in questione.
Ti serviranno:

  • SAPONETTA VEGETALE SMACCHIETTA;
  • BICARBONATO o CARBONATO

Procedi in questo modo:

1. Lava bene la zona facendo una pappetta con SAPONETTA VEGETALE SMACCHIETTA e BICARBONATO;
1.b. in alternativa SAPONETTA VEGETALE SMACCHIETTA e CARBONATO (da non confondere con la soda caustica);
1.c. un’ulteriore alternativa è preparare la suddetta pappetta con tre parti di BICARBONATO e una di acqua;
2. applica la pappetta direttamente sulla superficie;
3. risciacqua bene.

Questa operazione non risolve il problema della macchia che avrai causato ma ferma la corrosione e ti permette di limitare i danni.

Un altro semplice metodo per rimuovere le macchie acide dal marmo, vede protagonista l’olio di lino cotto. Puoi provare così:

  1. Passa sulla macchia causata dalla sostanza acida un po’ di questo olio;
  2. copri la macchia con l’olio e lascia agire per una notte;
  3. sgrassa l’olio di lino come descritto prima.

Rimuovere le macchie persistenti dalle superfici di marmo

Ti serviranno:

  • CARBONATO;
  • SAPONETTA VEGETALE SMACCHIETTA;
  • una spugna (come la EVOSPONGE);
  • PANNO MULTI in Microfibra;
  • fecola di patate;
  • pietra pomice (facoltativa);
  • acqua.

Procedi in questo modo:

  1. Prova ad applicare l’economica fecola di patate direttamente sulla macchia;
  2. lascia agire per diverse ore affinché possa “risucchiare” l’unto;
  3. termina l’operazione lavando con acqua e SAPONETTA VEGETALE SMACCHIETTA.

Se la macchia però persiste, prova a:

  1. Levigarla con la pietra pomice;
  2. poi strofina la zona macchiata con una spugna umida ricoperta di CARBONATO;
  3. risciacqua con un PANNO MULTI inumidito.

L’unto e lo sporco difficile del marmo possono anche essere trattati con il gesso “bianco di Spagna”, in alternativa va bene anche del comune gesso:

  1. Bagnalo con acqua q.b. per creare una crema liquida;
  2. applicala su tutta la superficie;
  3. lascia in posa per 30 minuti;
  4. spolvera il marmo per togliere l’eccesso di gesso;
  5. lavalo con SAPONETTA VEGETALE SMACCHIETTA;
  6. risciacqua accuratamente.

Come pulire a basso costo. Se impariamo a risparmiare, anche le pulizie domestiche prenderanno un’altra piega.
Vediamo come pulire casa in modo efficiente, low cost ed ecologico.

1 – Acquistate pochi prodotti e necessari: detersivo per bucato, multiuso all’ossigeno attivo, sgrassatore, detersivo per piatti, acido citrico. Questi prodotti sono più che sufficienti!

2 – Ci sono prodotti che svolgono più funzioni contemporaneamente, come l’acido citrico: con una soluzione al 20% di acido citrico sciolto in acqua demineralizzata, potrete autoprodurvi anticalcare, ammorbidente e brillantante in un colpo solo!

3 – Pulite meno, ma più frequentemente.

4 – Fate ricorso alla natura. Con il limone: ha proprietà antibatteriche e detergenti, depurative perché ricco di citrati di sodio e potassio, disintossicanti dell’organismo, rimineralizzanti e antianemiche, attiva e rinforza le difese immunitarie. È ricchissimo di oli essenziali, il principale è il limonene, con elevato valore antibiotico e disinfettante. È leggermente acido.

Sgrassante, brillantante, detergente, antossidante, elimina gli odori, è digestivo e dissetante, potente antivirale in caso di mal di gola. Con l’aceto: Ricco di acido acetico, glicerina, alcol etilico, anidride solforosa, l’aceto è una sostanza acida. È un meraviglioso ammorbidente, anticalcare, mangia-odori, antibatterico, repellente. Con il bicarbonato di sodio: è un sale di sodio dell’acido carbonico, un elemento di origine minerale.

È una sostanza debolmente alcalina che impedisce la formazione di funghi; assorbe gli odori legandosi alle sostanze volatili responsabili dei cattivi odori, neutralizzandole; ha un forte potere igienizzante; grazie alla sua debole alcalinità, in grado di stabilizzare il PH delle soluzioni intorno all’8,1, inibendo la proliferazione di germi e batteri; riduce la durezza dell’acqua; essendo alcalino, accanto a sostanze acide o se sottoposto a temperature superiori ai 70 gradi, si decompone sviluppando Co2 (e quindi permette una migliore lievitazione, ad esempio, del pane).

Con l’acido citrico: un acido sotto forma di polvere bianca formata da piccoli cristalli, è uno degli acidi più diffusi negli organismi vegetali. Il succo di limone ne contiene il 5-7% e l’arancia l’1% circa, è presente in quasi tutta la frutta, nei legni, nei funghi, nel tabacco, nel vino e persino nel latte. Un tempo l’acido citrico si ricavava dal succo di limone. Rispetto all’aceto, un acido anch’esso, è più debole: per garantirne l’efficacia, quindi, occorre usarlo a una concentrazione maggiore, che va dal 15% al 20%.

I suoi utilizzi domestici sono tra i più svariati: i più noti lo vedono impiegato come anticalcare se diluito in acqua distillata, come ammorbidente eco-sostenibile per il lavaggio in lavatrice e disincrostante per la lavatrice, come brillantante per superfici. Nei detersivi viene impiegato per ridurre la durezza dell’acqua.

Esso non deve essere utilizzato puro sui tessuti e non deve essere impiegato per la pulizia di superfici quali legno, marmo e pietra, oltre che su tutti quei materiali per i quali è sconsigliato l’impiego di sostanze acide.

L’aceto e l’acido citrico, se miscelati, hanno un potere sterilizzante molto interessante. I batteri più comuni vivono in ambienti dal PH neutro, quindi tra 4,5 e il 10 1, da debolmente acido a debolmente alcalino. Se l’ambiente in cui vivono si sposta da questi valori di riferimento, i batteri non sopravvivono. Si utilizzano, quindi, acidi forti – inferiori a 4,5 – o alcali superiori a 10 per alterare il PH e sterilizzare gli ambienti dai batteri. Né l’aceto né l’acido citrico, da soli, sono però così forti: ma miscelandoli, si potenziano a vicenda: la soluzione ottimale è molto concentrata, mescolando in parti eguali i due ingredienti al 20%.

5 – TENETE SEMPRE PRONTI ALL’USO degli spruzzatori riciclati con acqua e aceto, acqua e bicarbonato, acqua e limone, acqua – detersivo per piatti ecologico e bicarbonato (ottimo per smacchiare e pretrattare le macchie difficili) e utilizzali frequentemente per passare le superfici! Risparmierete tempo, soldi e fatica!

6 – L’acqua bollente è uno dei detergenti più potenti.

7 – Acquistate attrezzature durature nel tempo. Per pulire tutto, indicatissimi sono i panni magici; oppure vi consigliamo anche le spugne di luffa.

La Luffa appartiene alla famiglia delle Cucurbitacee e annovera una decina di specie, di cui una di particolare interesse, la Luffa cylindrica (o Luffa aegyptica), che è utilizzata soprattutto a scopo alimentare e per altri usi commerciali, tra questi la produzione di spugne vegetali dalla durata infinita. Se il frutto della Luffa cylindrica viene fatto maturare sulla pianta diviene non più commestibile, si accumulano le sostanze amare e le fibre si lignificano: è a questo stadio che diviene possibile utilizzare lo stroma interno, ormai ridotto ad una rete di fibre elastiche, allontanando, attraverso macerazione nell’acqua, gli ultimi eventuali residui della parte polposa, la buccia e i semi.

Come si utilizzano le spugne vegetali

Grazie alle caratteristiche fisiche e meccaniche delle fibre del frutto maturo, la Luffa matura diviene una spugna vegetale da utilizzare sia in cucina che in sala da bagno, naturale, ipoallergenica e biodegradabile. Particolarmente indicata, grazie alla sua azione abrasiva, per rimuovere lo sporco incrostato.

Ha un’azione levigante della pelle, il massaggio effettuato con la Luffa bagnata e insaponata, durante la doccia o il bagno, produce un vero e proprio “peeling”, che elimina le cellule morte superficiali, con un effetto esfoliante che facilita il ricambio cellulare, rendendo la pelle morbida e liscia.

Per togliere gli inestetismi post ceretta, ossia i peli sottocutanei dovuti alla ricrescita, spalmate sulla pelle un olio emolliente o del sapone nero, fate agire per almeno un’ora, infine massaggiate delicatamente la vostra pelle con la spugna bagnata e insaponata.

Potrete massaggiarvi delicatamente, con movimenti circolari, sulla pelle asciutta con la spugna di Luffa asciutta anch’essa: questo movimento serve per riattivare la circolazione sanguigna, ma anche per effettuare uno scrub profondo, in particolare su quelle zone callose come gomiti e piedi.

Un massaggio quotidiano con la Luffa facilita l’assorbimento di eventuali creme anticellulite, migliorando anche la circolazione del sangue, una delle cause della cellulite stessa.

In cucina è perfetta in quanto abrasiva al punto giusto, toglie lo sporco, anche il più difficile, senza graffiare.
La Luffa si sciacqua facilmente, non trattiene sapone e asciuga rapidamente, dura moltissimo tempo ed è igienica. L’unica accortezza da osservare è quella di mettere la spugna ad asciugare una volta utilizzata.

Abbiamo già parlato di come la natura ci viene incontro anche nelle pulizie domestiche: oli essenziali, spezie ed erbe, aceto, bicarbonato e limone.
Ma lo sapevate che esiste anche un altro meraviglioso trucco per pulire, non solo ecologicamente, ma anche economicamente?
Questo metodo è il vapore acqueo che con la sua forza sterilizzante, ammorbidisce la macchia ed elimina i batteri: ecco qualche idea per pulire col vapore.

1. Pulire padelle e pentole incrostate Vi sarà certamente capitato di avere pentole e padelle incrostate, tanto da non farcela a pulirle con la sola spugna e detersivo ecologico. Provate così: coprite la pentola incrostata di acqua, aggiungete 1 cucchiaio di bicarbonato di sodio e mezzo limone strizzato e fate bollire per cinque minuti. Le macchie dovrebbero essersi ammorbidite: toglierle sarà ora un gioco da ragazzi!

2. Il vapore per gli scarichi domestici Tra i prodotti più pericolosi utilizzati in casa, ci sono i disgorgatori o sturalavandini. Questi prodotti sono prevalentemente composti da Soda Caustica (Idrossido di Sodio) o Acido Solforico, sostanze estremamente tossiche e aggressive per pelle e occhi e che possono rilasciare gas pericolosi soprattutto se a contatto con vapore acqueo caldo. Lo sturalavandini si può anche fare in casa: mescolare 150 gr di sale da cucina e 150 gr di Soda da bucato e versarla nello scarico. Immediatamente dopo versare una pentola di acqua bollente che pulirà, scioglierà e disinfetterà lo scarico stesso.
Per avere scarichi liberi, utilizzate questo sistema, con dosi giuste, una volta al mese.

3. Pulire il microonde Per pulire l’interno del microonde, inserirvi un contenitore con acqua bollente e quattro cucchiai di succo di limone. Lasciate che il vapore si sprigioni all’interno del microonde per almeno cinque minuti, infine rimuovete il contenitore piano piano. Il vapore avrà ammorbidito la macchia, per cui è il momento di detergere le zone più incrostate con una spugna leggermente abrasiva e sgrassatore biologico. Potete seguire questo procedimento anche con il forno tradizionale.

4. Togliere il calcare Il vapore dell’acqua bollente addizionata di aceto è un potente anticalcare per la lavastoviglie, lavatrice e anche per i bollitori elettrici. Lavatrice: versate, una volta al mese, 1 litro di aceto nella vaschetta del detersivo e azionate un lavaggio a 90 gradi. Lavastoviglie: mettete 1 bicchiere di plastica pieno di aceto nella lavastoviglie e azionate il programma per sporchi difficili. Bollitore elettrico: versate al suo interno acqua bollente e aceto in parti uguali e lasciate riposare tutta la notte. Al mattino risciacquate e pulite con un panno umido.

5. Spugne e panni magici igienizzati In una tinozza versate acqua bollente, 2 cucchiai di bicarbonato di sodio e 2 cucchiai di soda da bucato (non soda caustica!). Immergetevi le spugne e/o panni magici per 2-3 ore, impregnandole di soluzione ogni tanto. Torneranno come nuove.

6. Disinfettare con gli oli essenziali e acqua Per regalare un piacevole profumo alle stanze della vostra casa, bollite una tazza di acqua nella quale aggiungerete olio essenziale di lavanda, agrumi o balsamico. In alternativa potrete immergervi scorze di arancia, limone, cannella, chiodi di garofano o rosmarino. Oltre che a farvi risparmiare sui deodoranti sintetici, questo metodo è utile anche per disinfettare l’aria della vostra casa, considerando le proprietà antisettiche degli oli essenziali.

7. Pulire l’argento Riponete i vostri oggetti in una pentola e versatevi dell’acqua in modo da ricoprirli completamente. Aggiungete un cucchiaio di sale e uno di bicarbonato e lasciate bollire per tre minuti.

8. Detergere con il vapore In generale è, quindi, buona norma pulire pavimenti, bagno, cucina con acqua molto calda addizionata con bicarbonato, aceto, sale o limone.

I FLOREALI di VERDEVERO: USI ALTERNATIVI PER OGNI TIPO DI LAVATRICE.

Si forma un gel? Non senti abbastanza profumo?

Questa mini-guida ti da tutti i consigli per un bucato sempre perfetto e squisitamente profumato.

Problemi che potresti aver riscontrato:

  • IL FLOREALE NON SI SCIOGLIE BENE NELLA VASCHETTA DEL DETERSIVO;
  • RIMANE PRODOTTO NELLA VASCHETTA DELL’AMMORBIDENTE;
  • RIMANE PRODOTTO NELL’OBLÒ TRA IL VETRO E LA GUARNIZIONE;
  • RIMANGONO RESIDUI SUI CAPI SCURI;
  • NON SENTO ABBASTANZA PROFUMO DOPO IL LAVAGGIO;
  • NON SENTO PROFUMO DOPO L’ASCIUGATURA.

1) RIMANE PRODOTTO NELLA VASCHETTA DEL DETERSIVO

Il FloReale si impacca con il detersivo e non scende quando si usa la partenza ritardata.

SIGNIFICA CHE IL FLOREALE NON RIESCE A SCIOGLIERSI, ECCO QUINDI ECCO LA SOLUZIONE, SEMPLICE E VELOCE:

 

1. DOVE METTERE I FLOREALI:

Segui questi semplici passi:

1. prendi i FloReali e spolverali bene spargendoli su tutto il fondo del cestello.
(Mi raccomando: non sopra e non in mezzo ai capi)

2. metti i capi nel cestello

3. avvia il ciclo di lavaggio per un tempo minimo di 50 minuti e superiore ai 30 gradi.

 

2. LA REGOLA DEI 2/3:

Ricordati inoltre che per un lavaggio efficace devi seguire la regola dei 2/3.

Non devi quindi mai caricare la tua lavatrice per più di 2/3 del cestello, in modo che i FloReali possano avere spazio tra i vestiti per sciogliersi bene.

In questa maniera sei sicura di sciogliere i tuoi FloReali.

Non solo!
Questa regola è quella che ti permette di ottenere il massimo dal lavaggio: una lavatrice troppo piena non lava mai bene!

 

3. HAI L’ASCIUGATRICE? ECCO UN USO ALTERNATIVO:

  1. In asciugatrice, ti basterà inserire la dose che preferisci in un sacchettino di stoffa, o un calzino spaiato.
  2. Controlla bene che non fuoriesca la polvere dalla trama, agitando e pizzicando un po’ il sacchetto/calzino
  3. quindi fai un bel nodo
  4. puoi inserirli direttamente in asciugatrice assieme ai capi.

Puoi riutilizzare il sacchetto quante volte lo desideri, finché il profumo si esaurisce.

Una volta esaurito il profumo, puoi gettare la polvere dei FloReali direttamente nell’umido organico.

 

2) RIMANE PRODOTTO NELL’OBLÒ TRA IL VETRO E LA GUARNIZIONE

È possibile che alcuni residui di FloReali creino un grumo gelatinoso che durante i primi giri del cesto si vanno a incastrare tra il vetro e la guarnizione, senza entrare poi in circolo con i panni.

Questo può capitare nelle lavatrici di nuova generazione, che utilizzano meno acqua, oppure perché il Prodotto non ha riscontrato nel lavaggio le condizioni migliori per lavorare

ECCO QUALI ACCORGIMENTI ADOTTARE PER RISOLVERE:

1. RIEMPI MENO IL CESTELLO:

Ricorda che i capi hanno bisogno di spazio per potersi sfregare tra di loro, se occupano troppo spazio, la polvere dei FloReali (che scende lateralmente) non trova spazio per infilarsi tra i capi.
(Vedi punto 4.)

2. FAI LAVAGGI DI DURATA (E A TEMPERATURA) IDONEA:

Una delle cause più frequenti di problemi riscontrati con la lavatrice, è l’abitudine di fare lavaggi brevi e a basse temperature.

Questi lavaggi a lungo andare possono dare vita a problemi di muffe, residui e cattivi odori, perché creano l’ambiente ideale alla loro proliferazione.

Ricorda inoltre che i lavaggi brevi (meno di 50 minuti) non lavano approfonditamente i tuoi capi, e spesso ti fanno sprecare Detersivo e additivi che non hanno il tempo di agire, questo è il caso anche dei FloReali.

Scegli quindi dei lavaggi di minimo 30/40° e della durata minima di 50 minuti. In questo modo ti assicuri di avere dei capi veramente lavati, ed otterrai migliori risultati con i FloReali.

Riserva i lavaggi brevi unicamente per dare una “rinfrescata” a capi poco utilizzati e solo se indossati di recente, se proprio devi! 😉

3. METTI LA POLVERE DIRETTAMENTE NEL CESTELLO:

Una volta riempito correttamente il cestello, ed impostato un lavaggio ottimale, puoi anche scegliere di distribuire in modo omogeneo la polvere direttamente sui capi appena prima di avviare il lavaggio.

4. FAI SCIOGLIERE IN ANTICIPO I FLOREALI:

Un altro sistema che puoi attuare, anche in questo caso, è quello di far sciogliere prima i FloReali.

Se non hai lo Shaker (era in dotazione con alcuni Kit fino a luglio 2019 circa, ora è fuori produzione), puoi utilizzare un bicchiere, o ancora meglio un vecchio vasetto di marmellata.

  • versaci la quantità di FloReali desiderata;
  • aggiungi acqua (anche acqua calda, ma non troppo);
  • agita energicamente;
  • avvia il lavaggio, aspetta qualche secondo, e versa il contenuto nella vaschetta (ricorda, dallo scomparto del Detersivo).

Questo rimedio è ottimo anche se preparato in anticipo: fallo la mattina e alla sera troverai i FloReali completamente sciolti e pronti da usare!

3) RIMANE PRODOTTO NELLA VASCHETTA DELL’AMMORBIDENTE

Abbiamo riscontrato che, in alcuni modelli di lavatrice, mettendo il FloReale nella vaschetta dell’ammorbidente si forma un gel che non riesce a scendere.

PERCHÉ SUCCEDE: LA VASCHETTA AMMORBIDENTE NON È ADATTA.

Perché non è indicato mettere il FloReale nella vaschetta dell’ammorbidente:

  1. I FLOREALI HANNO BISOGNO DI TUTTO IL CICLO DI LAVAGGIO PER AGIRE AL MEGLIO SUI CAPI: il lavaggio ottimale consigliato ha una temperatura minima di 30/40° ed una durata minima di 50 minuti;
  2. IL PROFUMO DURA POCO: il profumo non sarà bello persistente alla fine del lavaggio;
  3. I CAPI NON RISULTANO MORBIDI: la cellulosa del FloReale ha un effetto ammorbidente “meccanico”, significa che si gonfia e dilata le fibre rendendole più morbide.
    Se lo metti nella vaschetta dell’ammorbidente tuttavia, entra in azione troppo tardi e in questo modo i tuoi capi non hanno tempo di ammorbidirsi.

4) RIMANGONO RESIDUI SUI CAPI SCURI

Può capitare che a volte rimangano dei pelucchi o dei residui sui capi scuri e per questo devi fare un secondo lavaggio:

DA COSA È DATO: LAVATRICE TROPPO CARICA.

SOLUZIONE: Prova a caricare la macchina nel modo corretto.

Significa che una volta chiuso l’oblò vedi che hai impegnato due terzi dello spazio. Se vai oltre comprometti lavaggio e risciacquo.

Per un lavaggio ottimale non riempire mai oltre 2/3 dell’oblò.

Se si presenta questo problema significa che hai caricato troppo la macchina e le fibre avevano poco spazio per sciacquarsi.

I capi non si strofinano: I capi in lavatrice hanno bisogno di spazio per strofinarsi l’uno all’altro. Se lasci poco spazio, la lavatrice è troppo carica e non permette alle fibre di strofinarsi tra di loro e quindi di sciacquarsi a fondo.

Non solo questo ma:

I capi si lavano più difficilmente.

Il movimento stesso della macchina svolge una azione che mima quello che facevano le nostre nonne quando lavavano i panni a mano e sbattevano i capi sulla tavola da lavaggio.

Se ci fai caso la lavatrice, in una precisa fase del lavaggio, fa questo tipo di azione: gira per un breve tratto e poi si ferma di colpo.

In quella azione i vestiti ricadono su loro stessi nel fondo del cestello e in pratica si sbattono.

Se riempi troppo il cesto limiti queste due azioni meccaniche che unite all’azione chimica del detersivo ti danno il pulito che tu vuoi.

5) NON SENTO ABBASTANZA PROFUMO

Senti poco profumo sui tuoi capi a fine lavaggio?

PROVA AUMENTANDO LA DOSE:

Ricorda che i FloReali sono dosabili per darti maggiore libertà e scegliere tu quanto e di cosa profumare durante il giorno.

Se senti poco profumo prova ad aggiungere una dose maggiore al tuo lavaggio.

(Maggiore è la dose e maggiore sarà il profumo che percepirai a fine lavaggio.

Se aumentando la dose riscontrerai il problema che non si scioglie completamente la polvere nella vaschetta allora segui i consigli sopra.)

 

6) NON SENTO PROFUMO DOPO L’ASCIUGATURA

Dopo l’asciugatura in asciugatrice si sente poco profumo?

SOLUZIONE DEL SACCHETTO/CALZINO:

Il Floreale può essere messo comodamente in asciugatrice per profumare i vestiti anche nella fase di asciugatura.

Prendi il Sacchetto per FloReali (in dotazione con alcuni Kit) e metti una dose di floreale al suo interno.

Aggiusta la dose in base alla tua sensibilità al profumo, ed all’intensità che vuoi ottenere, ricorda: i FloReali sono dosabili!

Chiudi il sacchetto con un nodo e mettilo in asciugatrice insieme ai panni da asciugare.

Il sacchetto è riutilizzabile fino a quando rimane del profumo.

P.s.: occhio a non abbondare o riempi la casa di profumo di fiori! ;P

Non mi resta che augurarti un meraviglioso bucato sano e profumato con i FloReali e Verdevero!

 

❕‍♀️‍♀️ Se vuoi ulteriori informazioni scrivi direttamente alle Cleaning Coach, che ti daranno volentieri una mano! 

I canali dedicati per richiedere assistenza sono:

Via emal all’indirizzo: [email protected]

Facebook tramite questo link: https://m.me/verdevero.it

Il comune bicarbonato, anche detto idrogenocarbonato di sodio, carbonato acido di sodio o carbonato monosodico è un sale di sodio dell’acido carbonico, un elemento di origine minerale.

Bicarbonato di sodio: utilizzi in casa per pulire

Si presenta come una finissima e ruvida polvere bianca e presenta caratteristiche fisiche ed organolettiche davvero utili per detergere, per la salute, in cucina e tanto altro:

-è delicatamente abrasiva;

-impedisce la formazione di funghi;

-assorbe gli odori legandosi alle sostanze volatili responsabili dei cattivi odori, neutralizzandole;

-ha un forte potere igienizzante. Grazie alla sua debole alcalinità, in grado di stabilizzare il PH delle soluzioni intorno all’8,1, inibisce la proliferazione di germi e batteri;

-riduce la durezza dell’acqua. Essendo alcalino, accanto a sostanze acide o se sottoposto a temperature superiori ai 70 gradi, si decompone sviluppando Co2 (e quindi permette una migliore lievitazione, ad esempio, del pane).

Ricette a base di bicarbonato

Igiene e pulizia

Per la pulizia quotidiana della caffettiera vi consigliamo di sciacquarla con la sola acqua corrente: i problemi di calcare, che un’acqua domestica è solita contenere, e che tendono a ostruire i forellini del filtro, si risolvono con i bicarbonato: riempite la macchinetta del caffè di acqua e 1 cucchiaino di bicarbonato, versandone 1 anche nel filtro del caffè al posto della polvere. Fate salire l’acqua come se preparaste un buon caffè!

Igiene in frigorifero

Il frigorifero è un ricettacolo di batteri: è una buona pratica tenerlo pulito, ma occhio a quello che utilizzate. I detergenti convenzionali in commercio contengono spesso additivi chimici che non è bene far entrare in contatto con il nostro cibo. Inoltre, sono cari. Per pulire pareti e ripiani interni si può utilizzare una spugnetta imbevuta di una soluzione con 2 cucchiai di bicarbonato disciolti in 1/2 litro d’acqua. Per neutralizzare gli odori sgradevoli che si formano all’interno del frigorifero, riponete un contenitore aperto (una scatola, una ciotola) pieno di bicarbonato su un ripiano e sostituitelo ogni 3 mesi.

Cura della lavastoviglie

Avere cura delle cose che vi circondano è un passo importante se vorrete diventare dei perfetti risparmiatori ecologici. Gli elettrodomestici durano molto più di quello che vogliono farci pensare, basta fare della manutenzione costante. In tal senso, aceto, acido citrico e bicarbonato sono alleati perfetti, costano pochissimo e sono duttili.

In lavastoviglie, ad esempio, vi consigliamo, una volta al mese, di mettere 100 gr di bicarbonato e fare un lavaggio a vuoto: ottimo per sgrassare e deodorare. Ogni 15 giorni è anche buona cosa pulire i filtri, sempre utilizzando bicarbonato. E per prevenire gli odori sgradevoli, spargete direttamente sulle stoviglie sporche del bicarbonato e avviate il ciclo di pre-lavaggio.

Una cucina pulita e sanificata

Se i piatti li lavate a mano è buona norma: a- riciclare i limoni spremuti e metterli nell’acqua dove si laveranno i piatti; b- versarvi anche 1 cucchiaio di bicarbonato per una detersione sicura.

È altrettanto importante lavare bene frutta e verdura: immergete i vostri frutti della terra in una soluzione di acqua e bicarbonato per 10 minuti, poi sciacquate. E non dimenticate di pulire bene utensili, lavelli e piani di appoggio: passate una pasta di acqua e bicarbonato, 3 parti di prodotto e 1 di acqua, sulla superficie da pulire, sugli utensili utilizzati… lo sporco se ne andrà in un lampo!

Via le macchie di cibo dal forno (anche a microonde)

Prodotti da forno addio! Per eliminare le tenaci tracce di cibo e unto nel forno, anche in quello a  microonde, impastate tre parti di bicarbonato e una d’acqua e, a forno freddo, sfregatela sulle superfici interne, sulle pareti e sulle griglie con l’aiuto di una spugnetta.
Quindi risciacqua e asciuga. Ottimo escamotage anche per eliminare i cattivi odori.

Pentole incrostate

Per rimuovere le incrostazioni leggere da pentole e padelle, una volta raffreddate, versate del bicarbonato direttamente sulla loro superficie. Aggiungete acqua calda e lasciate agire per una quindicina di minuti, quindi procedete al lavaggio. Se invece le incrostazioni sono più tenaci, miscelate tre parti di bicarbonato e una d’acqua, sfregate questa crema sui residui di cibo con l’aiuto di una spugnetta, lavate come d’abitudine.

Bicchieri e tazze splendenti

I vostri preziosi calici, o bicchieri di uso quotidiano, presentano macchie residue di calcare: non gettate via denaro in brillantanti costosi e spesso inutili, oltre che inquinanti.
Riempite piuttosto i vostri bicchieri con acqua tiepida e 25 gr di bicarbonato, passateli delicatamente con una spugnetta non abrasiva e risciacquateli con cura.
Questa crema è ottima anche per rimuovere gli aloni di tè e tisane dalle tazze: se le macchie sono particolarmente ostinate, lasciate in ammollo per tutta la notte.

Rinfresca e deodora tappeti e tessuti

Per rinfrescare tappeti e tessuti, e questa pratica diventa particolarmente importante se in casa vostra abitano animali, cospargete la superficie da trattare, tappeti, moquette e poltrone in stoffa, con uno strato uniforme di bicarbonato, lasciate agire per almeno 15 minuti, poi aspirate con l’aspirapolvere.
In caso di odori persistenti o macchie difficili lasciate dai nostri amici animali, lasciate agire il prodotto anche fino a 24 ore. Questo sistema è molto utile anche per ravvivare i colori dei tessuti d’arredamento.

Via l’umidità, via gli odori

Neutralizzate e soprattutto prevenite la formazione di cattivi odori negli armadietti, nei cassetti e nelle scarpiere. Come? Ovviamente con il bicarbonato. Prendetene una confezione, rimuovetene la parte frontale, in modo che l’aria sia a contatto con la maggior superficie possibile di prodotto, e riponetela nei cassetti o negli armadietti; è possibile utilizzare anche un diverso contenitore e riempirlo con ½ tazza (150g) di prodotto. Se poi siete amanti delle profumazioni, addizionate il bicarbonato con qualche goccia di olio essenziale balsamico, al rosmarino, alla lavanda, agli agrumi…

Argento splendente

Per pulire e lucidare l’argenteria, formate un impasto con acqua e bicarbonato, 3 parti di polvere e 1 d’acqua, e applicatelo mediante un panno di cotone o di lino direttamente sulla superficie dell’oggetto da pulire, insistendo in modo particolare sugli sbalzi e le decorazioni. Poi sciacqua e asciuga. Il bicarbonato aiuta anche a far ritrovare lucentezza ai gioielli in argento: ricoprite con un foglio di carta d’alluminio un recipiente e riempirlo con acqua calda: aggiungete qualche cucchiaio di bicarbonato e di sale da cucina (1 cucchiaio: 25g) ogni litro d’acqua. Immergete l’oggetto da pulire e lasciatelo a bagno in questa soluzione per un’ora, sciacquate e asciugate con un panno morbido.

Bagno e doccia: via calcare e muffa

Per pulire le superfici del box doccia cospargi una spugna umida con del bicarbonato, sciacqua e asciuga. Stesso metodo è utile per detergere le tende-doccia in plastica; il bicarbonato elimina anche le tracce di muffa del tappetino antiscivolo, spargendolo sopra esse e lasciandolo agire per qualche minuto; cospargete la vasca da bagno con una pasta di bicarbonato e acqua (3 parti di polvere e 1 di acqua) e detergete bene con una spugna; risciacquate e asciugate con un panno; con il bicarbonato potrai infine rimuovere il calcare dai rubinetti e sanitari in porcellana: miscelate 3 parti di polvere con 1 di acqua e sfregate questa pasta sull’area da pulire con una spugna umida.

Allunga la vita della tua lavatrice

La vita media di una lavatrice, 6-7 anni, può aumentare adottando piccoli accorgimenti di manutenzione: come si accennava sopra, utilizzare regolarmente bicarbonato contrasta la formazione del calcare. Basta aggiungere ad ogni lavaggio 1 cucchiaio (25g) di polvere al normale detersivo; effettuate, poi, una volta al mese un lavaggio a vuoto con mezza tazza (150g) di bicarbonato per mantenere l’apparecchio pulito.

Trucchetti salva bucato

Capi e tessuti sempre morbidi? Nella vaschetta dell’ammorbidente versate 25 gr di bicarbonato, oppure, a mano, direttamente nell’acqua di ammollo del bucato. Mai utilizzare bicarbonato su lana e seta.
Se la macchia è fresca, è sufficiente bagnarla con acqua fredda, aspettare qualche minuto e cospargerla di polvere, lasciando agire per almeno un’ora prima di lavare l’indumento in lavatrice. Se invece la macchia è secca, procedete così: stendete l’indumento sul tavolo, bagnate la macchia con acqua fredda e lasciate agire per qualche minuto. Nel frattempo, formate una pasta di bicarbonato e acqua fredda che spalmerete sulla macchia: lasciate asciugare e spazzolate via i residui prima di lavare in lavatrice.

Scarpe come nuove

Ecco qualche consiglio per avere scarpe “come nuove”:
dopo aver controllato la resistenza dei colori e rimosso le stringhe, lava le scarpe in lavatrice aggiungendo 1 cucchiaio di bicarbonato all’acqua del risciacquo. Per il lavaggio manuale, aggiungere la stessa dose di bicarbonato nell’acqua e lasciarle tutta la notte in ammollo; si può anche optare per una pulizia “a secco”, cospargendo l’interno delle scarpe con il bicarbonato e lasciandolo agire per 24 ore; se soffrite di sudorazione eccessiva ai piedi, cospargete le suole con un velo di polvere: il bicarbonato assorbe gli odori e il vostro piede rimarrà più fresco.

Un bagno speciale

Alcuni accorgimenti renderanno il vostro bagno davvero speciale: no, niente bagnoschiuma che promette pelli alla Cleopatra, volti di pesca ecc, ecc… Stiamo sempre parlando di bicarbonato. Partiamo dall’acqua della vasca: è consigliabile non superare i 37°C circa, ossia la temperatura del nostro corpo. Riempite la vasca e versarvi mezza tazza (150 gr) di bicarbonato che, oltre ad addolcire l’acqua evitando che secchi la pelle, lascia anche la piacevole sensazione di una pelle liscia e morbida.

Dopo aver pensato al corpo, dedicatevi al viso grazie al vapore che, stimolando la microcircolazione, migliora l’ossigenazione dei tessuti e, aprendo i pori, favorisce l’eliminazione delle impurità e facilita la penetrazione e l’assorbimento dei principi contenuti nella crema o nella maschera di bellezza. Versate quindi dell’acqua calda in una bacinella e aggiungete un cucchiaio (25g) di bicarbonato. Coprite la testa con un asciugamano e fate agire il vapore per circa 10 minuti, inspirando ed espirando dolcemente. Questi suffimigi sono un toccasana anche per le vie respiratorie, liberano e aiutano a pulire dalle impurità.

Deodorante per ascelle

I deodoranti in commercio, oltre a costare molto (2-3 euro in media), contengono anche elementi nocivi per la nostra salute come l’alluminio. Ma anche questa volta sarà il bicarbonato a correre in nostro aiuto: spalmate un velo di polvere bianca sulle ascelle e l’odore di sudore sarà solo un ricordo. Potete optare anche per un batuffolo di cotone spolverato con bicarbonato e passato sulle ascelle.

Piedi dolenti, gonfi e stanchi

Un’ottima soluzione consiste nel dedicare una decina di minuti ad un pediluvio di benessere immergendo i piedi in una acqua calda addizionata con 50 gr di bicarbonato. Ad una certa temperatura, infatti, il bicarbonato di sodio si decompone e libera anidride carbonica (è il noto “effetto effervescente”) che a sua volta favorisce la microcircolazione venosa a livello dell’epidermide: l’effetto è un po’ simile a quello di un idromassaggio.
Dopo l’ammollo, impastate 3 parti di polvere e 1 parte di acqua e sfregatelo sulle callosità: questo procedimento serve per eliminare le cellule morte e per donare morbidezza alla pelle.

Manicure casalinga al bicarbonato

Ammorbidisci la pelle delle tue mani, sciogliendo 2 cucchiai (50 gr) di bicarbonato in un litro di acqua tiepida, e immergi le mani per dieci minuti.
Se poi desideri eliminare residui di sporco da sotto le unghie, inumidite uno spazzolino e cospargetelo do polvere, sfregandolo delicatamente attorno alle unghie.
Per ammorbidire le pellicine intorno alle unghie, inumiditele e sfregatele con un pizzico di bicarbonato, poi sciacquate e asciugate bene le mani.

Sbiancante per i denti

Sono rari i prodotti efficaci e poco costosi come lo stesso bicarbonato di sodio. Se avete problemi di denti gialli, non occorre acquistare costosi sbiancanti per denti all’ultima moda (si va dai 3 euro in su): anche qui ci arriva il bicarbonato. Cospargete con ¼ di cucchiaino da tè di bicarbonato lo spazzolino da denti umido e strofinate i denti: fate quest’operazione una volta al giorno o ogni due giorni, e usate un dentifricio normale nelle altre occasioni.

Alito cattivo

se vi affliggono problemi di alitosi, provate a sciogliere 1 cucchiaino (5 gr) di bicarbonato in un bicchiere d’acqua. Poi sciacquate la bocca come se fosse un collutorio.
Se nonostante un’accurata igiene orale e l’eliminazione delle sostanze tipicamente causa di alitosi, vale la pena di approfondirne le cause con il medico di fiducia o con uno specialista.

Uno scrub per la pelle casalingo

Ecco una ricetta tutta naturale per il tuo scrub casalingo: mescolate 4 cucchiai di latte detergente con 2 cucchiai di bicarbonato e applicate questa miscela, tramite un delicato massaggio circolare, su tutto il corpo, meglio ancora se con un guanto apposito per il peeling.
Sciacquate con acqua tiepida sotto la doccia, tamponate la pelle con un asciugamano morbido e applicate una dose abbondante di crema idratante e lenitiva. Questo “scrub al bicarbonato” va bene anche per il volto, da applicare una volta a settimana: dopo il trattamento la pelle potrebbe presentare un leggero arrossamento, che durerà pochissimo tempo.

Capelli morbidi e puliti

In commercio vi sono balsami, creme e maschere molto costose per trattare i capelli e far loro riacquisire lucentezza e morbidezza: se siete in decrescita, questi prodotti sono banditi. Intanto, per capelli sani e forte, la prima regola è un’alimentazione varia, ricca di frutta, verdura e cibi integrali. Seconda cosa, potrete avvalervi del bicarbonato anche questa volta, aggiungendo 1 cucchiaino all’abituale shampoo, direttamente sul palmo della mano.
Quindi massaggiate e risciacquate accuratamente.

Lievito casalingo

Il bicarbonato, tra le mille altre cose, vi sarà molto utile per rendere soffici e fragranti i prodotti da forno. Perché? Quando viene riscaldato, o se si trova a contatto con sostanze acide, il bicarbonato di sodio rilascia anidride carbonica: è così che si ottiene l’effetto “lievitante”.
Ecco come ottenere un cucchiaino di lievito casalingo:
mescolate ¼ di cucchiaino (1-2 gr) di bicarbonato con ¾ di cremor tartaro;
oppure, ¼ di cucchiaino di bicarbonato con 125 gr di yogurt;
oppure, ¼ di cucchiaino di bicarbonato con ½ cucchiaino di aceto o succo di limone e 100 g di latte.
La dose per far lievitare 225 gr di farina è 1 cucchiaino (5 gr) di bicarbonato e 2 cucchiaini di cremor tartaro.

Ammollo dei legumi

Per una ottimale cottura dei legumi, metteteli in ammollo dalle 8 alle 12 ore a seconda del legume, in acqua e 1 cucchiaio di bicarbonato.

Piante e fiori

Se avete la passione per piante e fiori, è bene tener presente quanto segue:
– I vasi sono da tenere ben puliti, per far respirare meglio le piante. Acqua calda e bicarbonato vi aiuteranno in questo compito, basta sciacquarli dentro e fuori con la soluzione.
– Le foglie sono i polmoni delle piante: per questo motivo devono sempre essere pulite. Per pulirle, passatele con una spugnetta morbida imbevuta in una soluzione di acqua e bicarbonato.
– Problemi di parassiti? Mescola 5 gr di bicarbonato e 3 cucchiai di olio d’oliva, versate 2 cucchiaini di questa miscela in una tazza d’acqua, 0,3 litri, riempite uno spruzzatore con questa soluzione e spruzzatela sulla pianta, evitando il getto diretto sui fiori. Quest’operazione va ripetuta ogni 20 giorni.

Riutilizza il bicarbonato!

Quando il prodotto comincia ad esaurire il suo potere neutralizzante, usalo per rivestire il fondo del bidone della spazzatura, prima di infilarvi un sacchetto nuovo, oppure, gettane una manciata direttamente sui rifiuti.

 

Le spugne che troviamo in commercio sono realizzate con fibre di origine sintetica; in alternativa, a costi molto alti e fortunatamente ormai rare da trovare, quelle animali, le spugne marine, esseri viventi la cui uccisione compromette l’equilibrio dei fondi marini.

Le spugne di luffa: naturali, ecosostenibili, eterne!

Esiste, però, un tipo di zucca, la Luffa (o Loofa), utilizzata e coltivata da tempo dai popoli che vivono nei paesi caldi come l’Indocina, l’Indonesia, le Antille francesi e l’Asia tropicale in genere. La Luffa viene coltivata come pianta ornamentale, alimentare, officinale e da fibra. In genere è una pianta che ha bisogno di caldo e umidità per crescere, ma sono ormai molte le realtà che la coltivano e commercializzano anche in Italia.
La Luffa appartiene alla famiglia delle Cucurbitacee e annovera una decina di specie, di cui una di particolare interesse, la Luffa cylindrica (o Luffa aegyptica), che è utilizzata soprattutto a scopo alimentare e per altri usi commerciali, tra questi la produzione di spugne vegetali dalla durata infinita.

La Luffa cylindrica produce frutti appartenenti al tipo dei peponidi, allungati e cilindrici: con la maturazione, la polpa del frutto si modifica e, da morbida e commestibile allo stadio giovanile, diventa all’interno fibrosa e spugnosa, e le sue fibre coriacee ed elastiche.
I frutti sono commestibili solo allo stadio giovanile e ricordano le nostre zucchine. A scopo alimentare sono utilizzate anche le foglie, i boccioli fiorali e i giovani frutticini.
Se il frutto viene fatto maturare sulla pianta diviene non più commestibile, si accumulano le sostanze amare e le fibre si lignificano: è a questo stadio che diviene possibile utilizzare lo stroma interno, ormai ridotto ad una rete di fibre elastiche, allontanando, attraverso macerazione nell’acqua, gli ultimi eventuali residui della parte polposa, la buccia e i semi.

Come si ottiene la spugna
A completa maturazione, il frutto ormai maturo viene fatto essiccare e, successivamente, pelato, distaccando la parte esterna, i residui di polpa e i semi.
Si scoprirà un frutto ricoperto di venature spugnose, fibroso, soffice ma incredibilmente resistente, leggero, di forma cilindrica e con dimensioni che arrivano anche a 50-60 cm di lunghezza con un diametro di 20: è però molto leggero, infatti pesa soli 30-50 grammi.

Come si utilizzano le spugne vegetali
Grazie alle caratteristiche fisiche e meccaniche delle fibre del frutto maturo, la Luffa matura diviene una spugna vegetale da utilizzare sia in cucina che in sala da bagno, naturale, ipoallergenica e biodegradabile.
Ha un’azione levigante della pelle, il massaggio effettuato con la Luffa bagnata e insaponata, durante la doccia o il bagno, produce un vero e proprio “peeling”, che elimina le cellule morte superficiali, con un effetto esfoliante che facilita il ricambio cellulare, rendendo la pelle morbida e liscia.
Per togliere gli inestetismi post ceretta, ossia i peli sottocutanei dovuti alla ricrescita, spalmate sulla pelle un olio emolliente o del sapone nero, fate agire per almeno un’ora, infine massaggiate delicatamente la vostra pelle con la spugna bagnata e insaponata.
Potrete massaggiarvi delicatamente, con movimenti circolari, sulla pelle asciutta con la spugna di Luffa asciutta anch’essa: questo movimento serve per riattivare la circolazione sanguigna, ma anche per effettuare uno scrub profondo, in particolare su quelle zone callose come gomiti e piedi.
Un massaggio quotidiano con la Luffa facilita l’assorbimento di eventuali creme anticellulite, migliorando anche la circolazione del sangue, una delle cause della cellulite stessa.
In cucina è perfetta in quanto abrasiva al punto giusto, toglie lo sporco, anche il più difficile, senza graffiare.
La Luffa si sciacqua facilmente, non trattiene sapone e asciuga rapidamente, dura moltissimo tempo ed è igienica. L’unica accortezza da osservare è quella di mettere la spugna ad asciugare una volta utilizzata.

Altri utilizzi
La Luffa viene utilizzata anche applicandole un manico di legno in modo da ottenere una “spazzola” per lavare la schiena; si confezionano anche manopole da bagno e delle strisce lavaschiena, con una parte di tessuto e una di Luffa, così da avere una parte un po’ più ruvida e una più morbida per le zone più delicate del corpo.
La Luffa di qualità più morbida e con la trama del reticolo più largo può venire impiegata per imbottiture e per riempimento di vari oggetti domestici (sedie, poltrone ecc.), oppure per confezionare dischetti detergenti per il viso, come suola per ciabattine di cotone o come solette sottopiede traspiranti per le scarpe, per imballaggi, come substrato per colture idroponiche.

Come pulire casa in modo naturale.

I batteri non sempre sono acerrimi nemici dell’uomo, ci sono delle regole domestiche basilari da osservare affinché l’equilibrio sporco-pulito sia mantenuto.

Ecco un piccolo vademecum in 7 punti

1 – Detergere regolarmente le superfici con un panno magico bagnato in acqua molto calda;

2 – Spazzare ogni giorno, eliminando polvere e sporco senza l’ausilio di alcun prodotto;

3 – Smettere di avere la fobia di funghi e batteri: se la vostra casa è detersa costantemente non c’è pericolo che si annidino e riproducano;

4 – Utilizzare sostanze naturali quali aceto, limone, bicarbonato, acido citrico: se ne trae un gran beneficio sia economico che di salute. Prepara degli spruzzatori riciclati con acqua e aceto, acqua e bicarbonato, acqua e limone e utilizzali frequentemente per passare le superfici;

5 – Il miglior disinfettante è l’acqua bollente;

6 – Per pulire bastano pochissimi prodotti: la maggioranza dei detersivi convenzionali, ammorbidenti, pulitori da forno, brillantanti, sbiancanti, sono pericolosi, non sempre efficaci, costosi e inquinanti;

7 – In commercio ci sono detersivi ecologici, ancor meglio biologici, sono più cari, ma durano molto di più vista la loro concentrazione maggiore. Il detergente ecologico che si rispetti deve avere tutti gli ingredienti di origine vegetale1. Gli ingredienti devono essere indicati in etichetta. Deve avere una certificazione, preferibilmente Icea o Aiab. Non deve essere testati su animali: la certificazione più importante è quella della Lega Anti Vivisezione (LAV).

Se vuoi scoprire i detersivi naturali di Verdevero li trovi tutti nella GreenBox.

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In un solo colpo inizia a pulire naturalmente e ti liberi di tutti i prodotti nocivi per te, la tua famiglia e l’ambiente.

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Vivere in modo ecologico in casa: principi e consigli pratici per iniziare con le buone pratiche ecologiche

Adottare uno stile di vita ecologicamente corretto in casa significa autoprodurre alimenti e prodotti, ridurre gli sprechi e riciclare il più possibile. Significa preparare pane, biscotti, yogurt, marmellate e sottaceti, coltivare un piccolo orto, fare compost e scambiare oggetti invece di acquistarne di nuovi.

A prima vista, può sembrare un impegno notevole, e in effetti richiede costanza e consapevolezza. Chi desidera avvicinarsi a queste buone pratiche ecologiche deve tener conto di alcuni principi fondamentali.


1. La motivazione è la chiave del cambiamento

Adottare uno stile di vita più sostenibile porta a un risparmio economico, ma ciò che spingerà davvero a perseverare è la motivazione personale.

Si sceglie l’autoproduzione per essere meno impattanti sull’ambiente, per avere il controllo su ciò che si consuma, per acquistare materie prime da fornitori in linea con una filosofia di vita sostenibile, per consolidare il legame con il territorio attraverso acquisti locali, per il piacere di imparare e migliorarsi. Il risparmio è solo uno dei tanti benefici, ma non può essere l’unica ragione per cui si sceglie questo percorso.


2. Costanza e pazienza per risultati concreti

Viviamo in una società che ci ha abituati a trovare tutto pronto, a risolvere i problemi rapidamente. L’autoproduzione richiede invece tempo e costanza:

  • Il pane con la pasta madre ha bisogno di 10 ore di lievitazione.
  • I peperoni impiegano sei mesi per crescere nell’orto.
  • Le fragole non si trovano in inverno perché non è la loro stagione.

Adottare un ritmo di vita più sostenibile significa anche riscoprire il valore dell’attesa e della stagionalità, come passare il sabato a fare la pizza e i biscotti in compagnia invece di andare al centro commerciale.


3. Accuratezza e gestione consapevole delle spese

Un buon approccio all’ecologia domestica richiede precisione nella gestione delle risorse. Tenere traccia delle spese, anche quelle più piccole, aiuta a fare scelte più consapevoli.

Tra le buone pratiche ecologiche c’è anche annotare ogni uscita, raccogliere scontrini e prevedere le spese fisse permette di avere una visione chiara del proprio bilancio familiare. Un quaderno o un software gratuito di gestione finanziaria possono rivelarsi strumenti preziosi per mantenere il controllo sulle spese e sugli acquisti.


4. Fare rete: il valore delle relazioni locali

Essere un buon ecologista domestico significa anche creare connessioni con il proprio territorio. La vicina di casa che alleva galline e ha alberi da frutto può diventare una risorsa preziosa. Barattare uova fresche con prodotti acquistati tramite un Gruppo di Acquisto Solidale è un esempio di come la condivisione possa portare vantaggi reciproci.

Vivere in armonia con la comunità significa ridurre gli sprechi e valorizzare le risorse locali, evitando che frutta e verdura in eccesso vadano sprecate e trasformandole in marmellate, conserve o dolci fatti in casa.


5. Ridurre gli sprechi e valorizzare ciò che si ha

Un vero ecologista domestico non spreca nulla. Acquistare solo il necessario, riciclare, costruire una compostiera domestica e cucinare con gli avanzi sono pratiche fondamentali.

Anche gli oggetti dimenticati nelle cantine o soffitte possono essere rivalutati: lenzuola di ottimo cotone ricamato, brocche in ceramica, sedie rovinate da restaurare con creatività. Ogni volta che si sta per buttare qualcosa, immaginare di gettare via una banconota da dieci euro può aiutare a riflettere sul valore degli oggetti.


6. Aprire la mente e riscoprire antiche abitudini

Per diventare un vero ecologista domestico è necessario liberarsi dai pregiudizi. Per troppo tempo ci è stato insegnato che le pratiche delle nostre nonne erano faticose e obsolete, che il benessere si misura in quantità di oggetti posseduti, che solo i detergenti chimici puliscono davvero e non i detersivi ecologici.

Eppure, fare il pane in casa è possibile anche per chi lavora, lo yogurt non si compra solo al supermercato e si può vivere bene anche con meno. Provare queste pratiche, anche solo per un periodo, può aprire la mente a nuove possibilità.

Sperimentare, sbagliare, mettersi in discussione: è così che si può davvero capire il valore di uno stile di vita più sostenibile.

Anche tu pulisci con l’aceto e lo usi come ammorbidente naturale?

Gli ammorbidenti convenzionali delle marche più diffuse, prodotti industrialmente, sono composti da una molecola ammorbidente chiamata esterquat che può essere di origine vegetale o addirittura animale.

Serve a rimuovere i sali di calcio presenti nell’acqua e che sono causa dell’indurimento delle fibre.

Inoltre, le fibre dei tuoi tessuti si caricano negativamente, fatto che conferisce agli abiti, lenzuola, asciugamani… quella sensazione di sgradevole ruvidezza.

Per tutti questi motivi siamo abituati a usare l’ammorbidente.

Ma gli ammorbidenti convenzionali contengono anche altre sostanze di origine petrolchimica scarsamente o affatto biodegradabili, grazie ai quali sulle trame dei tessuti si forma una pellicola ‘morbida’ che potrebbe essere causa di dermatiti e allergie.

Contrariamente a quanto si pensa la soluzione all’abuso di ammorbidenti super profumanti però non è l’aceto.

Sono vere alcune considerazioni che si fanno spesso sull’aceto:

  1. Innanzitutto, l’aceto ha carica positiva che, scontrandosi con la negativa che rimane sulle fibre, la annulla. C’è però un “ma”: essendo acido, l’aceto non va mai versato nella vaschetta insieme al detersivo che, per sua natura, è alcalino; ne annullerebbe l’effetto;
  2. L’aceto è un potente anticalcare naturale e favorisce la degradazione di enzimi e residui di detersivi, contribuendo a eliminare la potenziale carica allergenica rimasta nei tessuti;
  3. L’aceto è economico: una bottiglia da 1 litro di aceto di vino bianco di media qualità  costa circa 0,90 centesimi di euro, contro i circa 2,70 euro di 1 litro di ammorbidente convenzionale leader di mercato.

Ma l’aceto ha alcune importanti controindicazioni:

a. Sviluppa Nickel a contatto con l’acciaio e quindi può sensibilizzare la pelle;

b. Nel lungo periodo corrode le parti metalliche della macchina:

c. Nel lungo periodo può indurire le parti in gomma, causando delle crepe (e quindi favorire perdite d’acqua);

c. Inquina 50 volte di più di un altro ingrediente magico delle pulizie naturali: L’ACIDO CITRICO.

 

Sono altri i benefici dell’aceto e i trucchetti che puoi usare per ottenere il massimo da questo ingrediente senza fare danni…

 

È un potente mangia odori.

Oltre all’aceto di vino, esiste anche quello di mele.

L’aceto di mele si ottiene facendo fermentare il succo di mela in grandi botti di legno fin quando non diventa sidro; una volta ottenuto il sidro, gli si aggiungono (come per l’aceto di vino) i batteri del genere Acetobacter che lo trasformeranno in aceto di mele.

Questo prezioso liquido ha un’azione mineralizzante e riequilibrante dell’acidità dell’organismo e svolge, altresì, un’azione battericida: per questo motivo, ingerire un cucchiaio di aceto prima di consumare qualsiasi alimento della cui freschezza non si ha la certezza, è cosa buona e giusta.

Utilissimo anche per togliere i cattivi odori dai tappeti, basta strofinarvi sopra un panno con acqua e aceto.

L’odore di aglio e cipolla dalle mani non se ne va più? Se siete amanti di aglio e cipolla, ma l’odore dalle mani dopo aver cucinato non se ne va più, provate a lavarle con acqua e 1 cucchiaio grande d’aceto.

Altri trucchetti con l’aceto…

 

E ora come la tolgo questa gomma da masticare?

L’aceto, in particolare quello di vino bianco, rimuove le gomme da masticare dagli abiti: basta inumidire la parte interessata con un batuffolo di cotone impregnato d’aceto.

Mal di gola e infiammazioni

L’aceto è un prezioso alleato anche per i nostri acciacchi di stagione. Come in caso di mal di gola: provate a fare una soluzione con un cucchiaino da zucchero di aceto di mele (più delicato di quello di vino) e uno di miele in un bicchiere d’acqua; fate dei gargarismi e bevete.

Pulizie domestiche

Scommettiamo che la vostra casa è stipata di costosissimi prodotti per l’igiene casalinga?

Alzi la mano chi non ha mai comprato prodotti per pulire il forno, creme miracoloso per detergere l’argento, anticalcari all’ultima moda, spray per igienizzare il frigorifero…

Tutti prodotti dannosi sia per l’ambiente che per la nostra salute. Ma ora conoscete l’aceto e in casa vostra regnerà sovrano!

Sì perché l’aceto è un coadiuvante preziosissimo anche nelle pulizie domestiche: deterge i rubinetti, togliendo il calcare e lucidandoli; se il calcare ha ostruito le griglie rompigetto dei rubinetti e della doccia, svitateli e poneteli a bagno in un bicchiere d’aceto per una notte: torneranno come nuovi!; pulisce i vetri senza bisogno di aggiungere altro;

Se avete pentole particolarmente incrostate, spruzzatevi, sul fondo, dell’aceto e fate agire 10 minuti prima di lavarle; insieme al limone renderà il vostro forno uno splendore! Basta fare una soluzione con questi due ingredienti (in dosi uguali) e spruzzarlo sulle zone incrostate; potrete pulire poi porte della doccia, acciaio inossidabile, piani di lavoro; igienizza il frigorifero, il piano cottura e chi più ne ha più ne metta.

Versatene 1/2 bicchierino da caffè su un panno inumidito e detergete la superficie sporca; oppure preparate dei nebulizzatori, che avrete riciclato, con una soluzione al 20 – 30 o 40% di aceto e acqua, meglio se demineralizzata, visto che le acque casalinghe sono ricche di calcare. La percentuale di aceto dipende dalla tolleranza che si ha dell’aceto stesso, più ce n’è più la soluzione sarà efficace.

Contro le macchie di vernice

Strofinando con un panno umido spruzzato di aceto i vetri delle finestre, oltre a detergerli, eliminerà le macchie di vernice vecchi e rappresi.

Una perfetta pittura murale

La pittura delle pareti sarà più omogenea e aderente se applicherete l’aceto prima di tinteggiare; in un secchio fate una soluzione 70% acqua – 30% aceto e tamponate sulla parete da trattare.

Via le erbacce

L’aceto elimina le erbacce che crescono tra le fessure dei muri o tra le piastrelle del giardino; versatevi sopra una soluzione al 40% di aceto e acqua.

Pulizia del computer

L’aceto è anche adatto alla pulizia del computer per le sue proprietà antistatiche: è, cioè, in grado di prevenire e contrastare i frequenti accumuli di polvere. Fate una soluzione 80% acqua e 20% aceto e spruzzate su un panno per pulire il vostro PC.

Zanzare addio!

L’aceto si dimostra utile anche in caso di presenza di zanzare; cospargetevi la pelle, preferibilmente con aceto di vino bianco, per evitare le punture dei fastidiosi insetti.
Utile anche in caso di punture di insetti: tamponate subito la parte interessata con cotone imbevuto di aceto di mele per alleviare bruciore ed il prurito.

Scopri come pulire casa e igienizzarla con le spezie.

Lo sapevate che se volete avere una casa pulita e disinfettata bastano davvero pochissimi ingredienti e per di più naturali?
Vediamoli insieme.

Chiodi di garofano

Il bocciolo essiccato della Eugenia caryophyllata, meglio conosciuto come chiodo di garofano per la somiglianza con il famoso fiore, contiene, nel suo olio essenziale, un prezioso elemento, l’eugenolo. È proprio questo componente a dare alla spezia il classico aroma, un elemento questo con proprietà antisettiche, oltre che anestetiche.
È, quindi, ottimo utilizzato come antitarme negli armadi, potrete versare qualche goccia del suo olio essenziale in un brucia-essenze, negli umidificatori di ambiente, aggiungerne all’acqua di lavaggio dei piatti e all’acqua dei pavimenti.

Cannella

Anche la cannella è un antisettico naturale come i chiodi di garofano: come tale coadiuva l’organismo a combattere ed eliminare funghi, virus e batteri. Non è ormai raro trovare in commercio prodotti per l’igiene personale a base di cannella.
Il suo olio essenziale è prezioso per le pulizie domestiche se aggiunto all’acqua di lavaggio di stoviglie, pavimenti e quant’altro.

Olio essenziale di lavanda

La lavanda contiene oli essenziali molto attivi che le conferiscono proprietà antisettiche, disinfettanti, vasodilatatrici,  antinevralgiche, cicatrizzanti, diuretiche, per i dolori muscolari e artritici ed è considerata anche un leggero sedativo. Per tutte queste sue proprietà disinfettanti ne consigliamo l’uso per il bucato, due-tre gocce direttamente nella vaschetta dell’ammorbidente, i suoi fiori seccati e posti in sacchettini di cotone nell’armadio come antitarme, come coadiuvante dell’acqua di risciacquo dei pavimenti e superfici varie.

Bicarbonato di sodio

Questa polverina a basso costo è, in realtà, una manna dal cielo per le pulizie domestiche (e personali): qui potrete trovare una miriade di consigli sui suoi utilizzi alternativi.
Per le vostre pulizie, potrete utilizzarlo con il limone creando una pappetta strofinandola sulle incrostazioni più tenaci; utilizzarlo puro su una spugnetta sulle piastrelle da detergere; per pulire l’argenteria, il forno, facendolo sciogliere in acqua calda per l’igiene dei pavimenti.

Succo di limone

E vogliamo poi parlare del limone? Con il limone potrete sgrassare e detergere le stoviglie: fate una pappetta con 1 cucchiaio di bicarbonato e 1 limone tritato finemente nel mixer, mezzo bicchiere da caffè di aceto e passatela sui piatti sporchi. Oppure strofinate mezzo limone sulla superficie delle stoviglie da trattare prima di metterle nella lavastoviglie. Il limone sgrassa le superfici lavabili della cucina, rendendo lucido l’acciaio. Preparate una pappetta di limone, ne basta mezzo, e sale, strofinando bene sui ripiani interessati. Il limone non va utilizzato sul marmo o su materiali particolarmente delicati.
Ottimo anche per pulire e far brillare il rame, ottone, alluminio e superfici metalliche: basta strofinare il limone direttamente sulla superficie da trattare, risciacquare e asciugare.

 

Forse non sai che il muschio bianco non è una pianta che esiste in natura, ma una fragranza utilizzata fin dagli antichi romani, forse anche prima.

Muschio bianco: origine

Il muschio bianco, in realtà, in natura non esiste – o meglio, esiste ma è un derivato animale.

Il muschio bianco è difatti  una secrezione prodotta dalle ghiandole odorifere di un piccolo cervo: il cervo muschiato (Moschus Moschiferus) originario dell’Asia centrale.

Durante il periodo dell’accoppiamento, questo animale marchia il territorio seminando delle piccole palline di muschio che secerne il suo organismo, e che vengono accumulate in due borsette attaccate nella parte inguinale dell’animale.

Queste palline contengono il pregiato olio essenziale di “muschio bianco”, prodotto dalle loro ghiandole odorifere: per estrarlo, per centinaia di anni, questi piccoli cervi sono stati uccisi.

Nonostante i divieti di caccia, in alcune aree la mattanza avviene ogni anno, in quanto la ghiandola del cervo muschiato è particolarmente ambita.

Soprattutto al mercato cinese, sia come profumo, che come rimedio curativo.

Fortunatamente, si è messo un freno a questa follia e il profumo al muschio bianco si è iniziato a produrlo sinteticamente.

Il muschio bianco sintetico: pro e contro

Ma l’IFRA – l’International Fragrance Association –, il cui Codice di Comportamento rimane il punto di riferimento per la regolamentazione dell’industria profumiera mondiale, ha vietato attraverso i suoi standard, i profumi sintetici al muschio, tra questi anche il muschio xilene (ossia muschio bianco).

La problematica rintracciata in questa profumazione sintetica è l’alto tasso di inquinamento ambientale causato dalla sua produzione.

Ma sono i profumi sintetici al muschio in generale, (derivati nitro-muscosi, muschio-xilene, muschio-toluene) ad avere problematiche ambientali: essi si accumulano nella catena alimentare e possono avere effetti dannosi sul nostro sistema nervoso.

Questa valutazione è stata fatta da un gruppo indipendente di esperti in conseguenza alla richiesta da parte di IFRA di maggiori controlli sulla sostenibilità del muschio xilene.

Altri tipi di muschi in commercio

In commercio potrete anche trovare il Muschio quercino: un lichene, la Evernia prunastri, che cresce sui tronchi delle Querce; l’Evernia furfuracea o l’Usnea barbata (Barba di bosco).

E oggi esistono diverse alternative sintetiche ed ecologiche al muschio bianco di origine animale. Il muschio bianco naturale veniva storicamente estratto dalle ghiandole del cervo muschiato, ma per motivi etici e ambientali, questo metodo è stato quasi completamente abbandonato.

Ora, il muschio bianco sintetico è la soluzione più comune e sostenibile. Viene creato in laboratorio e non ha nulla a che fare con gli animali. Alcuni composti di sintesi utilizzati come muschio bianco sono:

  • Galaxolide
  • Helvetolide
  • Ambrettolide
  • Ethylene Brassylate

Queste molecole ricreano il profumo morbido e avvolgente del muschio bianco naturale, ma senza impatti negativi sulla fauna.

Se preferisci un’opzione ancora più ecologica, cerca profumi naturali al muschio bianco formulati con note muschiate derivate da fonti vegetali, come il seme di ambretta (Hibiscus abelmoschus) o altre molecole di origine botanica.

Per una scelta sostenibile, verifica sempre che il profumo sia:

  • Vegan e cruelty-free
  • Senza muschi policiclici (che possono accumularsi nell’ambiente)
  • Formulato con ingredienti biodegradabili

Se stavi cercando profumi naturali per il tuo bucato e dopo quello che hai letto il muschio bianco non è più la tua prima scelta, lascia che ti consigli profumi:

  • naturali
  • privi di allergeni
  • dosabili a tuo piacere

Sono i Floreali di Verdevero. Qui sotto trovi solo una piccola parte della gamma.

 

Se vuoi scoprire i benefici dei primi profuma bucato naturali e tutte le profumazioni disponibili allora non ti resta che lasciarti stupire dal nostro catalogo.

Abbiamo già parlato dei pericoli che accompagnano l’uso dei detergenti per la casa.
Oggi facciamo chiarezza su alcuni prodotti utilizzati comunemente in casa, e non parliamo solo di detersivi ma anche di prodotti per la ristrutturazione e l’ ‘igiene’ casalinga.

L’ammoniaca è un detergente piuttosto inquinante: al contrario di quanto si pensa, non è un disinfettante.
L’alcool rosa è anch’esso un detergente, ma non un disinfettante e contiene tiofene, bitrex, metilchetone, ed altre sostanze irritanti e nocive per gli organismi acquatici. Consigliamo di utilizzarlo con i guanti e con moderazione.
L’alcool etilico non è tossico né per l’uomo, né per l’ambiente; è un detergente e non un disinfettante.
L’acido muriatico è acido cloridrico impuro ed è molto aggressivo.
La candeggina, l’ammoniaca, la trielina, l’acido cloridrico, l’acido solforico, la benzina, le vernici, gli antiparassitari, gli insetticidi sono pericolosi per la salute e per l’ambiente: se dispersi inquinano.
Inoltre ci sono le regole d’oro, soprattutto se in casa ci sono dei bambini:
– Non travasare mai nessun prodotto chimico (es. candeggina, detersivo chimico, etc) in bottiglie di acqua minerale, bibite, latte o succhi di frutta: è facile dimenticarsene o confondersi.
– Non manomettere mai la chiusura di sicurezza delle confezioni perché questa impedisce al bambino di arrivare al prodotto.
– Aiuta il tuo bambino a riconoscere i simboli di pericolo che lo aiutano a non mettersi nei guai.

 

C’è molta confusione in merito agli inci dei detersivi ecologici: a partire dagli ingredienti.

Si può definire ecologico un detergente che utilizza materie prime testate sugli animali e che provengono da paesi lontani? Secondo noi, no.

È per questo che la scelta di VerdeVero.it è stata ecologica da tutti i punti di vista: innanzi tutto perché i nostri prodotti non sono testati sugli animali e poi per la provenienza delle materie prime scelte per produrre i detergenti VerdeVero.it

Di seguito una tabella completa che presenta i singoli ingredienti dei detersivi biologici a marchio Verdevero.it e le rispettive aree di provenienza.

È di immediata evidenza come la gran parte delle materie prime sia prodotta in Italia, un piccolo numero in Paesi confinanti, come Francia e Germania, e solo poche giungano da altri Continenti (Messico, Asia…): queste ultime possono essere reperite solo in questi luoghi, per ora.

La scelta di reperire le materie prime di un detersivo nei pressi del sito di produzione, anziché acquistarle da fornitori situati dall’altra parte del mondo, ha significative implicazioni ambientali. Ecco un’analisi dettagliata dell’importanza di questa decisione dal punto di vista ambientale:

1. Riduzione dell’Impronta di Carbonio

Trasporti a Distanza Ridotta:

  • Minori Emissioni di CO₂: La distanza ridotta tra il fornitore e il sito di produzione comporta una diminuzione delle emissioni di gas serra legate al trasporto. I trasporti internazionali, specialmente via aerea o marittima, sono tra i maggiori contributori all’impronta di carbonio di un prodotto.
  • Efficienza Energetica: I trasporti locali tendono ad essere più efficienti dal punto di vista energetico, utilizzando mezzi di trasporto meno inquinanti rispetto a quelli utilizzati per lunghi viaggi internazionali.

2. Conservazione delle Risorse Naturali

Utilizzo Sostenibile delle Risorse:

  • Riduzione del Consumo di Energia: La produzione e il trasporto di materie prime localmente riducono la necessità di energie intensive per il trasporto a lunga distanza, contribuendo a una gestione più sostenibile delle risorse energetiche.
  • Minore Degrado Ambientale: L’estrazione e la lavorazione delle materie prime locali possono essere gestite in modo più sostenibile, riducendo l’impatto su habitat lontani e preservando la biodiversità.

Conclusione sull’inci detersivi e sull’impatto ambientale

Reperire le materie prime per la produzione di detersivi localmente, anziché globalmente, offre numerosi vantaggi ambientali. Riduce le emissioni di gas serra e altri inquinanti, conserva le risorse naturali, minimizza i rifiuti, diminuisce il rischio di incidenti ambientali e promuove pratiche agricole e industriali sostenibili. Inoltre, rafforza la resilienza della filiera di approvvigionamento e aumenta la trasparenza, favorendo una gestione più responsabile e consapevole delle risorse. Adottare un approccio locale non solo contribuisce alla protezione dell’ambiente, ma supporta anche lo sviluppo sostenibile delle comunità locali, creando un impatto positivo su scala globale.

Ingrediente

Provenienza

ALCOHOL DENAT

ITALIA

AMMONIUM LAURYL SULFATE

ITALIA

DISODIUM ETHYLHEXYL IMINODIPROPIONATE

ITALIA

HYDROGEN PEROXIDE

ITALIA

OLIVAMIDOPROPYL BETAINE

ITALIA

POTASSIUM HYDROXIDE

ITALIA

POTASSIUM OLEATE

ITALIA

POTASSIUM OLIVATE

ITALIA

POTASSIUM RAPESEEDATE

ITALIA

PROTEASE

ITALIA

SODIUM BENZOATE

ITALIA

SODIUM BENZOATESODIUM CAPRYLYL/CAPRYL SULFATE (SODIUM C8-10 ALKYL SULFATE)

ITALIA

SODIUM DISILICATE

ITALIA

SODIUM CARBONATE

ITALIA

CAPRYLYL/CAPRYL GLUCOSIDE

FRANCIA

DICHLOROBENZYLIC ALCOHOL

GERMANIA

POTASSIUM SORBATE

GERMANIA

SODIUM LAURYL SULFATE

GERMANIA

TRISODIUM METHYLGLYCINEDIACETATE

GERMANIA

COCAMIDOPROPYL BETAINE

COCCO PROVENIENTE DALL’ASIA TENSIOATTIVO REALIZZATO IN ITALIA

POTASSIUM COCOATE

COCCO PROVENIENTE DALL’ASIA TENSIOATTIVO REALIZZATO IN ITALIA

LAURYL/MIRYSTYL GLUCOSIDE

COCCO PROVENIENTE DALL’ASIA TENSIOATTIVO REALIZZATO IN GERMANIA

TETRASODIUM ETIDRONATE

ASIA

XANTHAN GUM

ASIA

 AMYLASE

MESSICO

Lavorando nel settore dei detergenti ecologici si scopre un universo nascosto fatto di ingredienti, formule chimiche, regolamenti europei e parecchie bufale come quella dell’ammoniaca per pulire.

La pubblicità con la quale siamo bombardati fin da bambini, ci ha dato a bere che la nostra casa deve essere igienicamente impeccabile, asettica, altrimenti potremmo perire a causa di chissà quale microrganismo.

In questa lotta all’ultimo batterio, occorrono armi chimiche (letteralmente!) potenti che sconfiggeranno quei cattivoni che osano entrare in casa nostra!

Piccoli, poveri batteri! Raffigurati come mostri bavosi, visitors moderni, caccolosi e grondanti sudiciume! Vorremmo dire, e difatti siamo qui a scriverlo, che senza i batteri la nostra flora intestinale sarebbe inesistenti; che sarebbero inesistenti anche le nostre difese immunitarie e che, probabilmente, moriremmo per il semplice fatto di respirare.

Ecco, allora il fatto è uno: i batteri, quelli buoni (perché poi siamo d’accordo che esistono anche quelli cattivelli), servono. E i detergenti convenzionali, pieni di ingredienti inquinanti di origine petrolchimica li uccidono.

Q

Ve la siete mai fatta questa domanda?

Se questi detergenti uccidono i batteri, sull’essere umano, sui bambini in particolar modo così delicati, che effetto potranno avere?

Il viaggio di oggi è nel mondo delle bufale sui detergenti convenzionali; esamineremo 1 ingrediente per post, sviscerandolo e cercando di capirci qualcosa di più!

Iniziamo con l’ammoniaca.

Ammoniaca per pulire: sicuri sia un disinfettante?

La verità è lontana da quella che la pubblicità ci ha fatto credere: l’ammoniaca è sì un detergente, ma non un disinfettante. Quindi se la usi per questo scopo la stai usando inutilmente e contemporaneamente stai causando un danno all’ambiente.

Meglio indossare guanti e usarla con moderazione.

In generale, candeggina, ammoniaca, trielina, acido cloridrico, acido solforico, benzina, prodotti per lo sviluppo fotografico, vernici, anti parassitari, insetticidi, sono tutti prodotti pericolosi per la salute e inquinano l’ambiente se dispersi.

Inoltre, usare l’ammoniaca per pulire espone noi e tutta la famiglia a respirarla, chi la conosce bene sa che l’odore è davvero forte e pungente.
Per prima cosa voglio descrivervi che cos’è questo composto e poi spiegarvi come poterlo sostituire.

Si tratta di una base, cioè una sostanza che presenta un alto valore di pH e la sua formula chimica è: NH3. Il gas che ne deriva può essere tossico se inalato in elevate concentrazioni.

Molti di voi avranno da replicare che l’ammoniaca è un composto naturale che si forma a seguito di diverse vie cataboliche in molti organismi viventi; certo, questo è vero ma non ha effetto disinfettante e il suo accumulo non è positivo né salutare per l’ambiente.

Se l’ammoniaca non viene diluita ed entra in contatto diretto con noi, tramite la pelle, gli occhi o anche se la respiriamo può causare irritazioni molto gravi a queste zone.

Non lasciarti trarre in inganno dall’ammoniaca non profumata o da quella profumata perché hanno le stesse caratteristiche negative.

Vedo tantissime clienti che in passato usavano questo composto per pulire tutta la casa e facevano mille usi dell’ammoniaca, la adoperavano persino in lavatrice.

Niente di più sbagliato!

Consigli utili per sostituire l’ammoniaca

Ora voglio darvi qualche consiglio per sostituirla ed evitare finalmente di respirare molecole tossiche.

Possiamo fare delle scelte più ecologiche che faranno bene a noi e ai nostri figli, oltre che all’ambiente in cui viviamo. Possiamo sostituire tanti detergenti chimici come la candeggina e l’ammoniaca appunto, senza rinunciare ad una corretta igiene della nostra casa e del nostro bucato.

Se siete pronte a scoprire di più di questo universo ecologico continuate a leggere.

Puoi usare degli ingredienti che, non ci crederai ma se apri il frigo di casa o la credenza li troverai lì dentro proprio in questo momento.

  • Succo di limone, il succo di limone contiene buoni quantità di acido citrico ideale per smacchiare e pulire le superfici più resistenti. Prova questa miscela per pavimenti (NON in cotto, marmo e parquet) e piastrelle:
    1. Succo di un limone;
    2. Circa tre litri di acqua;
    3. 2 cucchiai di BICARBONATO di sodio.

Unisci questi ingredienti e lava le tue superfici. Puoi usare questa miscela anche per i sanitari.

  • Sale, il sale ti aiuta a rimuovere lo sporco e le incrostazioni. Uniscilo a:
    1. Un litro di acqua calda;
    2. 1 cucchiaio rado di BICARBONATO;
    3. 3 cucchiai di sale.

Fai sciogliere il BICARBONATO di sodio e il sale e usa la miscela per pavimenti non delicati, per pulire i tuoi balconi e per il bucato.
Aceto, benché l’aceto non andrebbe usato a sproposito per alcuni utilizzi risulta molto utile. Ad esempio, usalo diluito in acqua per lavare i vetri al posto dell’ammoniaca.

Ci sono ancora molti modi per sostituire l’ammoniaca:

  • Prova il detersivo ecologico universale USAMIX di Verdevero, in grado di garantire una pulizia ed un igiene profonda alla casa senza inquinare;
  • Lava i pavimenti con un panno in microfibra. Questo metodo si avvale del panno in microfibra e di semplice acqua calda ma i risultati sono buoni e sicuramente molto eco. La microfibra aiuta a eliminare lo sporco senza aggiungere niente.

La cosa più incredibile che mi è capitata di vedere è l’uso dell’ammoniaca nel bucato per disinfettare. Ci tengo a ripeterlo di nuovo l’ammoniaca NON è un disinfettante e posta in lavatrice ha un effetto altamente inquinante per le acque, senza disinfettare un bel niente.

Per aiutarvi in questo scopo il consiglio è di usare il PERCARBONATO. Lo potete trovare facilmente on-line e sul sito di Verdevero nella confezione da 1 kg.

Ma le nostre nonne pulivano la propria casa con ricette per detersivi fai da te?

In commercio non c’erano certo tutti i prodotti di cui sono stracolmi gli scaffali dei supermercati. Prodotti dagli odori insopportabili e con Inci paurosi! Formulazioni a base di preparati chimici e sintetizzati grazie al petrolio, cause di allergie, dermatiti ed eczemi. E costosi.
Per pulire bene la casa, in realtà, bastano davvero pochissimi prodotti.

In aiuto ai detergenti ecologici e biologici in commercio, arrivano così le nostre manine: impariamo a farci i detersivi essenziali in casa propria!

Ricette per detersivi fai da te

Ecco allora qualche ricettina da provare in casa propria: formule naturali che non si sostituiscono ai detergenti ecologici in commercio, ma che li intervallano: per risparmiare e per la soddisfazione di imparare a fare le cose da soli!

** Detergente per piatti e lavastoviglie

Per circa 250 ml di prodotto
1 limone
80 gr di sale
½ bicchiere di aceto di vino bianco
200 ml di acqua
In un mixer da cucina triturare il limone che avrete affettato minuziosamente. La buccia si dovrà polverizzare. Aggiungete al limone triturato il sale e l’aceto e amalgamate bene il vostro composto.
A questo punto trasferite il composto in una casseruola, aggiungete l’acqua e iniziate a cuocere a fuoco lento. Quando il composto inizia a compattarsi, è pronto. Non vi resta che trasferirlo in un contenitore di vetro e chiudere.
Questo detersivo si conserva per un mese. Ne bastano due cucchiai scarsi per ogni lavaggio.

** Sgrassante naturale

Sgrassa le superfici lavabili della cucina, rendendo lucido l’acciaio. Preparate una pappetta di limone, ne basta mezzo, e sale, strofinando bene sui ripiani interessati. Il limone non va utilizzato sul marmo o su materiali particolarmente delicati.

** Detergente universale

Versa in uno spruzzino recuperato 100 ml di alcool etilico denaturato, 200 ml di acqua ossigenata a 10 volumi e 200 ml di acqua demineralizzata.
Profuma a piacere con olio essenziale: i più indicati sono olio essenziale di lavanda, purificante, o agli agrumi, disinfettante.
Non utilizzare su marmo e pietre naturali.

** Detersivo per lavatrice

Detersivo liquido alla soda
7 litri d’acqua
400 grammi di soda per bucato (Carbonato di sodio)
400 grammi di sapone vegetale grattugiato
Portate ad ebollizione l’acqua in una pentola capiente. Sciogliete, mescolando, il sapone in scaglie nell’acqua. Spegnete il fuoco ed aggiungete la soda per bucato (che non è la soda caustica!). Continuate a mescolare finché il vostro detersivo liquido non si sarà ben amalgamato. Lasciate raffreddare e trasferite il vostro detersivo in un contenitore recuperato.

Dosi: Utilizzatene un misurino di un tappo da detersivo per ogni lavatrice a pieno carico. Dimezzate la quantità per i lavaggi leggeri.

** Ammorbidente, brillantante e anticalcare a base di acido citrico

In un flacone vuoto versate una soluzione al 15% di acido citrico (dissolvendo 150 grammi di acido citrico in un litro d’acqua meglio se distillata e tiepida). Profumatelo con l’aggiunta di alcune gocce di olio essenziale biologico balsamico o agli agrumi. Prima dell’uso agitare bene.

Ammorbidente: nella vaschetta dell’ammorbidente versate 2 tappi dosatori, corrispondenti a 100 ml di prodotto.
Anticalcare: spruzzare sulla superficie incrostata, lasciare agire qualche minuto e poi passare con la spugna. Evitate di utilizzare l’acido citrico su marmo, pietra, legno ed in generale sulle superfici non adatte a soluzioni acide.
Brillantante: versate nella vaschetta del brillantante della lavastoviglie la soluzione a base di acido citrico, regolando l’indicatore al massimo.

** Sturalavandini

Ingredienti
150 gr. di carbonato di sodio
150 gr. di acido citrico
1 pentola di acqua bollente

Mescolare carbonato e acido citrico e versarli nello scarico.
Subito dopo, versare l’acqua bollente (altrimenti si rischia di intasare lo scarico!).

Hai mai pensato che acquisti il detersivo e non ti fanno nemmeno scegliere il profumo che vuoi?

Devi per forza accontentarti del profumo che sceglie il produttore.

Senza contare che potresti neanche volerlo il profumo oppure scegliere ogni giorno o a ogni lavatrice un profumo diverso.

Gli oli essenziali per profumare il bucato

Per Verdevero non profumare i detersivi ecologici è una scelta per andare incontro a tutti coloro che sono allergici agli oli essenziali.

Se sei tra quelle persone che non sopportano proprio le profumazioni, allora i detersivi Verdevero fanno per te.

Oppure, se vuoi dare al tuobucato una profumazione particolare, non devi far altro che seguire uno di questi due consigli.

 

Consiglio 1 – usa gli oli essenziali

Aggiungi al detersivo, o direttamente nella vaschetta dell’ammorbidente, alcune gocce di olio essenziale prescelto.

Per profumare 1 litro di detergente occorrono circa 3 ml di profumazione agli oli essenziali.

Variando la dose fino a 10 ml aumenterai l’intensità della fragranza.

E puoi rendere il tuo bucato ancora più profumato aggiungendo un’ulteriore pipetta direttamente nella vaschetta dell’ammorbidente.

Ciascun olio essenziale ha caratteristiche e qualità peculiari. Puoi scegliere in base alle tue preferenze di aroma, ma puoi anche prediligere un olio per gli effetti sul corpo e sulla mente.

Questi oli essenziali sono mixati ad alcool estratto da grano biologico per permettere all’olio stesso di emulsionarsi al detersivo: l’olio essenziale, infatti, essendo appunto un olio, non si emulsiona al detergente naturalmente, ma grazie all’aiuto dell’alcol biologico riesce in questa ‘impresa’.

Abbiamo scelto 4 fragranze: Mix di Agrumi, Tonificante, Balsamico, Mix di Lavande.

Ma quali sono le caratteristiche di questi oli essenziali e come si utilizzano?

Mix di agrumi

Ingredienti
Citrus aurantium dulcis oil, Citrus medica limonum oil, Citrus aurantium amara leaf/twing oil, Alcohol bio da grano.
Effetti
Calmante, rasserena l’umore, aromatizzante, stimolante, diffonde senso di pulito.

 

Profumo tonificante

Ingredienti
Citrus aurantium dulcis oil bio, Mentha piperita oil bio, Thymus vulgaris oil bio, Alcohol bio da grano.
Effetti
Antisettico, purificante, deodorante.

 

Profumo balsamico

Ingredienti
Eucalyptus globulus oil, Mentha piperita oil, Thymus vulgaris oil, Alcohol bio da grano.

Effetti
Antisettico, deodorante, tranquillizzante, purificante, regola il respiro.

 

Profumo lavanda

Ingredienti
Lavandula stoechas oil bio, Lavandula ibrida oil bio, Lavandula augustifolia oil bio, Alcohol bio da grano.
Effetti
Tranquillizzante del sistema nervoso centrale, calma l’ansia e l’agitazione.

Ma gli oli essenziali hanno tanti altri utilizzi, te li riassumo qui sotto.

Diffusori
Rivitalizza in tuoi sensi in modo sempre naturale: attraverso gli aromi puoi migliorare stato d’animo e umore.
Versa nel tuo diffusore un po’ d’acqua, alla quale aggiungerai 1-8 gocce di miscela d’oli essenziali Verdevero.it.

Massaggi
Tra le più semplici e antiche forme di trattamento: gli oli essenziali, mescolati alla crema per il massaggio, interagiscono con la pelle e inducono stati e sensazioni differenti, quali relax e rigenerazione.
Aggiungi alcune gocce di miscela d’olio essenziale biologico Verdevero.it alla crema o all’olio da massaggio, mescola bene e inizia il trattamento. Il massaggio deve avvenire applicando limitate quantità di crema e olio essenziale con delicati e contenuti movimenti circolari lungo il corpo.
Utilizza 30 gocce di olio essenziale Verdevero.it per ogni 100 ml di olio o crema da massaggio.

Bagno
Semplice e delizioso: favorisce il benessere, il buono stato d’efficienza e la salute del corpo e della mente.
Riempia la vasca d’acqua calda, aggiungi da 3 a 20 gocce di miscela d’olio essenziale Verdevero.it, immergiti per una decina di minuti e muovi delicatamente l’acqua in modo da disperdere il profumo anche nell’ambiente circostante. Quindi rilassati e respira l’aroma profondamente.

Skincare
La pelle riceve un sicuro beneficio dall’utilizzo delle miscele d’oli essenziali Verdevero.it. Puoi aggiungerne una o più gocce ai tuoi cosmetici: la cute si ammorbidirà piacevolmente, ne guadagnerà in tono e ringiovanimento.
La quantità di olio essenziale che potrai utilizzare può variare dalle 10 alle 30 gocce per 100 ml di crema.

 

 

 

 

Consiglio 2 – Usa i Floreali di Verdevero

Come si usano?

Versa il prodotto nella vaschetta della lavatrice insieme al detersivo per bucato.

Quanto se ne usano?

Dipende da quanto profumo vuoi sentire sui tuoi capi.

Da un cucchiaino da the (circa 2 grammi) a un cucchiaio da cucina (circa 5 grammi) va bene e dipende dal tuo gusto.

Con un barattolo profumi da 50m a 125 lavatrici.

E in più:

-sono dosabili, scegli tu quanto profumare

-sono privi di allergeni e quindi adatti a tutte le pelli

-risparmi un sacco di soldi di ammorbidente

>>>LI TROVI TUTTI QUI!

 

Acido citrico per pulire casa. Ecco tre ricettine da usare per i tuoi detersivi fai da te.

Pulire casa con l’acido citrico

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PREPARAZIONE DELL’AMMORBIDENTE CON ACIDO CITRICO PER PULIRE CASA

Per preparare un ammorbidente naturale con l’acido citrico dovete agire così:

  • Versate 150 gr di acido citrico nel flacone da 1 litro.
  • Aggiungere 1 litro di acqua demineralizzata.
  • Potrete decidere di utilizzare 30 gocce di profumante a base di olio essenziale biologico, aumentando o diminuendo a piacere la dose di profumante.

MODALITÀ D’USO
Versate l’ammorbidente nella vaschetta dell’ammorbidente della lavatrice.
Dosi consigliate in ml per un bucato di 4-5 Kg:
– Acqua dolce e media 100ml di ammorbidente a base di acido citrico (2 tappi dosatori);
– Acqua dura 150ml di ammorbidente a base di acido citrico (3 tappi dosatore).

PREPARAZIONE DEL BRILLANTANTE

Per preparare un brillantante naturale con l’acido citrico dovete agire così:

  • Versate 150 gr di acido citrico nel flacone da 1 litro.
  • Aggiungere 1 litro di acqua demineralizzata
  • Potrete decidere di utilizzare 30 gocce di profumante a base di olio essenziale biologico, aumentando o diminuendo a piacere la dose di profumante.

MODALITÀ D’USO
– Versate il brillantante direttamente nella vaschetta del brillantante della lavastoviglie.
– Regolare l’indicatore di dosaggio al massimo.

PREPARAZIONE DEL PULITORE ANTICALCARE

Per preparare un anticalcare con l’acido citrico dovete agire così:

  • Versate 150 gr di acido citrico nel flacone da 1 litro.
  • Aggiungete 1 litro di acqua demineralizzata.
  • Potrete decidere di utilizzare 30 gocce di profumante a base di olio essenziale biologico, aumentando o diminuendo a piacere la dose di profumante.

MODALITÀ D’USO
– Versate alcune gocce di prodotto direttamente su un panno umido o su una spugna e strofinare le superfici da pulire. In alternativa, dotate il flacone con la soluzione di anticalcare di uno spruzzino, spruzzare sulla superficie da pulire, strofinare con un panno umido o con una spugna e risciacquare.
Non utilizzare su marmo, pietre e legno.

Oggi vogliamo parlarvi di come pulire tappeti e tende: annoso dubbio di sempre, come li pulisco?

In commercio, ovviamente, abbondano numerosissimi prodotti per detergere questi due elementi decorativi della casa. Il risultato di queste pulizie domestiche è spesso dubbio e difficoltoso, sarà colpa della lavatrice? Del detersivo poco potente? E come mai tutte quelle grinze e quel grigiore sulle tende?

Questo vale ovviamente per tessuti di buona qualità: le tende e i tappeti a basso costo, di solito in materiali sintetici, non presentano queste problematiche. Li metti in lavatrice col peggiore dei detersivi e loro usciranno già stirati dall’oblò!

Ma vediamo nello specifico come procedere con tappeti e tende.

I tappeti si trattano così: si aspira per bene lo sporco e, successivamente, si cosparge la superficie con bicarbonato a pioggia. Per una copertura omogenea della superficie, stendere il bicarbonato con le mani nei punti vuoti. Lasciare agire per tutta la notte.
Il giorno dopo, aspirare di nuovo con l’aspirapolvere: il bicarbonato deterge e toglie gli odori.
Per togliere gli odori dai tappeti, consigliamo anche l’aceto: basta strofinarvi sopra un panno con acqua e aceto al 50%.

Le tende vanno lavate con pochissimo detersivo, meglio se biologico ed ecologico, molto più delicato dei tradizionali. Se sono particolarmente sporche si fa un ammollo prima.

In realtà sono proprio i residui dei detersivi che rovinano maggiormente le tende. L’ammorbidente non si mette: non serve a niente se non a depositarsi nelle fibre rovinandole definitivamente.
Per togliere i residui di detersivi si risciacqua due volte, riportando la lavatrice all’ultimo risciacquo prima che parta l’ultima centrifuga.

Se vuoi scoprire i giusti prodotti per passare alle eco pulizie e non rovinare le fibre clicca qui sotto:

GREENBOX: 12 detersivi ecologici per la pulizia di tutta la casa

Acido citrico ammorbidente: scopriamo come usarlo risparmiando un sacco di soldi.

Tornare all’essenziale in materia di pulizie  è quantomeno indispensabile se si vuole approcciare una scelta ecologicamente corretta. Meno consumo, meno imballaggi, meno trasporti, minor rilascio di CO2 nell’ambiente che inizia ad essere seriamente stufo dei suoi figliocci.

Allora occorre attivarsi e tornare a conoscere quei segreti che ci permetteranno di risparmiare anche monetariamente parlando: quei rimedi prendo uno e uso 3…

Ma esistono davvero?

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Ci sono buone notizie in merito: noi ne abbiamo scoperta una e si chiama acido citrico.

Questa finissima polvere bianca è uno degli acidi più diffusi negli organismi vegetali. Il succo di limone ne contiene il 5-7% e l’arancia l’1% circa, è presente in quasi tutta la frutta, nei legni, nei funghi, nel tabacco, nel vino e persino nel latte. Un tempo l’acido citrico si ricavava dal succo di limone (da qui il nome Citrus).

I suoi utilizzi sono tra i più svariati: ha un’azione anticalcare se diluito in acqua distillata, come ammorbidente eco-sostenibile per il lavaggio in lavatrice e disincrostante per la lavatrice. Nei detersivi viene impiegato per ridurre la durezza dell’acqua.

Qui vediamo come usarlo come AMMORBIDENTE

PREPARAZIONE DELL’AMMORBIDENTE A BASE DI ACIDO CITRICO AL 15% PRONTO ALL’USO

  • Versare 150 gr di acido citrico nel flacone da 1 litro
  • Aggiungere 1 litro di acqua demineralizzata
  • Puoi decidere di utilizzare i profumatori Verdevero.

Modalità d’uso

Versare l’ammorbidente a base di acido citrco nella vaschetta dell’ammorbidente della lavatrice.

Dosi consigliate in ml per un bucato di 4-5 Kg

Acqua dolce e media 100ml di ammorbidente a base di acido citrico

Acqua dura 150ml di ammorbidente a base di acido citrico

 

Mangiando un vasetto di yogurt naturale e biologico, questa mattina ci siamo chiesti come fosse giunto nei nostri frigoriferi e a quali condizioni/costi.

In mezzo alle sempre più sconvolgenti notizie sul terremoto, abbiamo anche trovato dei dati interessanti sulla produzione di yogurt. Due fatti così lontani tra loro…

Un vasetto di yogurt industriale e acquistato attraverso i circuiti commerciali, per arrivare sulla tavola dei consumatori, percorre da 1.200 a 1.500 km, costa 10 euro al litro, necessita di contenitori di plastica e di imballaggi di cartone, subisce trattamenti di conservazione che spesso non lasciano sopravvivere i batteri da cui è stato formato (e allora perché lo si deve mangiare?).

Un vasetto di yogurt acquistato nella grande distribuzione è, quindi, causa di emissioni di Co2, consuma fonti non rinnovabili e fossili, produce rifiuti.

Ma lo yogurt lo si può anche autoprodurre: i suoi fermenti lattici freschi arricchiscono la flora batterica intestinale e fanno evacuare meglio, la qualità della vita migliora e anche il portafogli ringrazia sia perché lo yogurt si produce in casa, sia perché non occorre più comprare purganti.

Tutto questo comporta una diminuzione della domanda di merci e del prodotto interno lordo: anche i purganti giungono nelle abitazioni grazie ad autocarri e tir che percorrono chilometri e chilometri, utilizzando carburante e inquinando.

Tutti problemi ai quali si potrebbe sopperire autoproducendosi lo yogurt.

La diminuzione dei rifiuti e della domanda di yogurt e di purganti prodotti industrialmente, comportando anche una riduzione della circolazione degli autotreni che li trasportano, garantisce una maggiore fluidità del traffico stradale e autostradale.

La qualità della vita migliora autoproducendosi lo yogurt.

La diminuzione dei camion circolanti su strade e autostrade diminuisce statisticamente i rischi d’incidente, facendo diminuire sia le spese ospedaliere, farmaceutiche e mortuarie, sia le spese per le riparazioni degli autoveicoli incidentati e gli acquisti di autoveicoli nuovi in sostituzione di quelli non più riparabili.

La qualità della vita migliora autoproducendosi lo yogurt.

Il gioco dello yogurt si potrebbe applicare a moltissimi altri generi di prima necessità: al pane, alle marmellate, alle passate, alle torte e ai biscotti, ai latti vegetali e anche alle fonti energetiche.

Provate a farlo! È un’ottima occasione per documentarsi e aprire la strada del ragionamento.

Lo spunto alla riflessione è sempre e comunque il medesimo: abbiamo delegato il nostro cibo a persone di cui non conosciamo niente, a tir e autocarri, alle multinazionali del petrolio, della chimica agricola e dell’allevamento.

A ben pensarci, non è poi così vero che il terremoto con lo yogurt non c’entra niente.

Se vi siete stufate di un capo d’abbigliamento o un accessorio che avete nell’armadio, ma non volete gettarlo, in vostro aiuto potrete chiamare la natura per tingere i tessuti. A portarlo a nuova vita saranno i colori naturali e la bella notizia è che, in questo post, vi insegneremo a farveli con le vostre manine, grazie a frutta, verdura, spezie, sale e aceto.
Innanzi tutto per le colorazioni dovrete considerare le scalature: se avete un capo nero, nero rimane! Se lo avete giallo potrete puntare all’arancio, se lo volete invece beige verrà bene il marrone e così via.
La prima cosa da fare è, quindi, scegliere un colore e procurarsi gli elementi vegetali che doneranno al vostro capo d’abbigliamento o accessorio quella tonalità. Ecco i colori che potrete ottenere a partire dalle sostanze vegetali.

Tingere i tessuti con la Natura: vediamo quali colori ottenere

Toni di giallo/arancio
La pelle delle cipolle dorate, la curcuma, il frutto del fico d’India, la radice della sanguinaria che vi donerà toni tendenti al rosso, la scorza d’arancia, la bardana, la calendula, la dalia, le foglie dell’eucalipto, la paprika, la ruta siriana, le foglie del salice, il sedano, i fiori di tarassaco, lo zafferano.
Toni di beige/marrone
La crusca d’avena, il caffè macinato, i ricci di castagne, ghiande, le bacche di ginepro, l’henné, il mallo di noce, la romice, il tè.
Toni di blu/viola
La corteccia dell’acero rosso, il cavolo rosso, la radice del cedro rosso, le radici del ciliegio, l’indigofera, il mirtillo, la mora, i fiori di papavero, l’uva rossa.
Toni di rosso
La barbabietola, il karkadè, il cinorrodo della rosa, i frutti dello scotano per una tonalità di rosso molto leggera, la radice del tarassaco, il peperoncino.
Toni di grigio/nero
Le radici dell’iris, il baccello della carruba.
Toni di rosso/viola
Le bacche della fitolacca, i fiori di ibisco.
Toni di verde
L’artemisia, la pelle delle cipolle rosse, l’erba e i frutti del melograno per tonalità che virano al giallo, l’ortica, la radice della piantaggine, la salvia, gli spinaci.
Toni di rosa
La ginestra, le radici del susino, le foglie della cipolla rossa di Tropea o di Certaldo, le amarene, le ciliegie, le fragole, i lamponi rossi, la lavanda, le rose.

Per tingere si possono anche utilizzare foglie di scarto della verdura come quelle dei carciofi o del cavolo, ma anche spezie di ogni genere: il trucco è tentare.

Cosa serve per tingere i tessuti con la natura.

  • Piante, fiore, radici, spezie;
  • sale e aceto;
  • pentole che utilizzerete soltanto per le vostre tinture;
  • cucchiaio di legno e altri attrezzi normalmente presenti in cucina;
  • guanti di gomma.

Preparazione del colore

Per prima cosa tagliare le piante in piccoli pezzi, le radici, le cortecce e le ghiande si tritano in pezzi di dimensioni molto piccole.
Coprite l’elemento vegetale prescelto d’acqua in quantità pari al doppio del loro volume e portare a bollore, mescolando con il cucchiaio di legno. Fare bollire per un’ora a fuoco molto lento. Quindi lasciare raffreddare completamente.
Vi consigliamo di fare questa azione di sera, in modo che le erbe o le radici possano rimanere a bagno tutta la notte. Questo piccolo trucchetto serve per ottenere tonalità più intense e forti.
La mattina seguente, con i guanti di gomma indossati, filtrate l’acqua colorata e spremete le erbe affinché esca tutto il colore.

Preparazione dei tessuti alla tintura

Le stoffe che vi consigliamo di tingere sono quelle che non vengono danneggiate dalla bollitura; i vestiti o gli accessori che deciderete di tingere non devono avere macchie che verranno, nel caso, amplificate dal colore, le lane invece si tingono in matassa e non in gomitolo.
I colori naturali danno il loro meglio su tessuti naturali quali cotone, lino, seta, lana e meglio ancora se leggeri.
I tessuti o i capi, prima di essere tinti vanno immersi in un mordente per circa un’ora. I mordenti, solitamente, sono miscele chimiche, ma noi vi proponiamo due soluzioni ecologiche ed economiche.

Soluzione per mordente all’aceto

  • 1 parte di aceto bianco
  • 4 parti di acqua fredda

Questa soluzione è indicata per la preparazione di tinture a base di fiori, foglie e vegetali.
Immergete i capi nella soluzione e bollire per 1 ora.

Soluzione per mordente al sale

  • 1 parte di sale
  • 16 parti di acqua fredda

Questa soluzione è indicata per la preparazione del colore a base di bacche o frutta. Immergete i capi nella soluzione e bollire per 1 ora.

Una volta bollito nel mordente, sciacquate il tessuto in acqua fredda. A questo punto porrete il vostro tessuto nella pentola con il colore ormai freddo. Portate a ebollizione e lasciate bollire piano per 1 ora o fino a quando il colore ottenuto sarà quello desiderato (tenete presente che il colore da asciutto risulta sempre più chiaro).
Svuotate poi il colore bollente dalla pentola e aggiungere acqua fredda per abbassare la temperatura. Sciacquate il tessuto con acqua fredda fino a che il colore smette di uscire. Infine stendete all’aria aperta, possibilmente non al sole, e far asciugare. Il colore tiene più a lungo se lavato, anche successivamente, in acqua fredda.

Quantità approssimative

Si utilizzano circa:

  • 100 gr. di fiori, foglie o bacche per ogni 100 gr. di tessuto da colorare.
  • 200/250 gr. di scorze o cortecce per ogni 100 gr. di tessuto da colorare.
  • 60 gr. di spezie coloranti, tè o caffè per ogni 100 gr. di tessuto da colorare.

 

Oggi vogliamo svelarvi qualche piccolo segreto per risparmiare sul bucato: questi trucchetti venivano utilizzati, ancora una volta, dalle nostre nonne che facevano di necessità virtù.

Trucchetti salva bucato

Allora il concetto di low cost non esisteva, piuttosto era la regola! E questi piccoli rimedi, oltre a essere economici, erano e sono anche ecologici, salutari e rispettosi per la persona.

Per una lana morbida e non infeltrita
Lasciate gli indumenti di lana per 1 giorno in acqua e succo di limone (2 limoni per ogni litro d’acqua).

Seta lucente
Sciacquarla con acqua fredda a cui dovrete aggiungere, per 1 litro d’acqua, 2 cucchiai di latte e qualche goccia d’acqua ossigenata.

Riciclare per lavare
Seta, lana e delicati si possono lavare riciclando l’acqua di cottura dei cereali. L’amido contenuto dona lucentezza e morbidezza.

Ravvivare i colori
L’acqua dove è stato bollito un sacchetto di crusca ravviva i colori di seta e cotone.

Acqua e succo di limone per la seta
Non maltrattate la vostra seta! Per ravvivarla insaponatela, sciacquatela e lasciate a bagno per qualche ora in acqua e succo di limone.

Il bicarbonato per il cachemire
I pullover di cachemire si possono mantenere belli aggiungendo un cucchiaio di bicarbonato nell’acqua di risciacquo.

Il nero sempre più nero
Per mantenere a lungo brillante il nero della lana, utilizzate l’acqua di bollitura degli spinaci per lavarla. Oppure, fate bollire dell’edera nell’acqua e poi immergete e lavate i vostri maglioni di lana nera.

Contro l’infeltrimento della lana… le patate!
L’acqua tiepida con l’aggiunta di patate crude grattugiate evita l’infeltrimento della lana. Importante sciacquare bene!

Per pizzi e merletti il riso…
L’acqua di cottura del riso fa acquistare freschezza e dono appretto a centrini e pizzi.

… E il tè!
Pizzi e centrini si colorano di ecru intingendoli nel tè.

La biancheria delicata
L’acqua di ammollo dei legumi secchi è ottima per lavare la biancheria delicata.

Acqua e aceto per odori sgraditi
L’odore di urina dai tappeti si può eliminare con una soluzione d’acqua e aceto.

Glicerina per i capi di mohair
Se aggiungete 3 gocce di glicerina nell’acqua di risciacquo garantirete delicatezza e morbidezza ai vostri capi di mohair.

Se vuoi scoprire i detersivi Verdevero clicca qui:

GREENBOX: 12 detersivi ecologici per la pulizia di tutta la casa

Le donne ne sanno una più del Diavolo.

Se poi chiediamo alle nostre nonne, e se fossero ancora in vita, alle nostre bisnonne, ci direbbero che sì la lavatrice ha fatto loro risparmiare tanta fatica, ma che il bucato come una volta… era tutta un’altra storia!

Il bucato lunare, un bucato spaziale

Prendiamo, ad esempio, le lenzuola: nei tempi che furono, esse venivano lavate nei pentoloni di rame con acqua fatta bollire e lisciva, per poi essere stese ad asciugare, tempo permettendo, sull’erba dei prati (e i prati di allora non erano certo i nostri, sterilmente verdi, senza un fiore o un’erbaccia che comunichi disordine nel manto naturale!).

Adesso li laviamo in lavatrice e se abitiamo in una grande città o il nostro balcone affaccia su strade trafficate, li facciamo pure asciugare in casa.

Ma oltre a questi escamotage, le nostre nonne erano anche delle grandi osservatrici: prima di fare il bucato, contemplavano e studiavano cielo e astri, dando particolare rilievo alla luna.

Pensate che la donna mestruata non poteva fare il bucato (oltre che lavarsi, bagnarsi piedi e mani ai ruscelli, passare nei prati bagnati di rugiada, bere acqua fredda, lavarsi i capelli) perché la biancheria non veniva bella. Le donne non mestruate, invece, il bucato lo facevano ma dovevano cantare affinché i panni diventassero bianchi. Le trasgressioni a questi tabù potevano comportare il blocco del ciclo e un bucato non pulito.

La congiunzione astrale ottimale per fare il bucato era, ed è tutt’ora, ritenuta quella della Luna Calante nei segni d’Acqua (Pesci, Cancro e Scorpione) e poco prima del Novilunio. Le energie sottili che si sprigionano da tale congiunzione astrale e lunare sono in grado di disperdere maggiori sostanze nocive accumulate nei tessuti.

A maggior ragione, quindi, se avrete capi molto sporchi, macchiati di olio ad esempio, il consiglio è proprio quello di attendere la Luna Calante nei segni d’Acqua. Durante questi periodi, poi, lo sporco e i detersivi si sciolgono meglio, per cui il vostro bucato necessiterà di meno quantità di detergente.

In generale, il bucato viene bene quando la luna è calante, ma se lo farete nei segni non d’acqua ricordate che il rischio è quello della troppa schiuma.

Se farete il bucato in Luna Crescente, invece, vi conviene stenderlo immediatamente perché, in caso contrario, prenderà un forte odore di muffa.

Con la Luna Crescente e la Luna in Bilancia se i vostri panni in attesa di bucato saranno depositati al chiuso, potrebbero prendere odore di stantio e sviluppare muffa: vi consigliamo, quindi, contenitori di vimini rivestiti di cotone biologico o contenitori a rete ben areati.

Da evitare è il bucato in Luna Crescente, peggio se in Bilancia, o i giorni di Luna Piena: in questi periodi il vostro bucato non verrà completamente pulito e il detersivo rischia di rimanere attaccato agli abiti, creando allergie soprattutto ai vostri bambini.